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sabato 20 Aprile 2024
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    Morto per un malore in spiaggia: ecco chi era quest’uomo che molti hanno conosciuto dal “Vegè”

    SAN CASCIANO – Aveva risistemato il giardino, fatto dei piccoli lavoretti di manutenzione alla casa cui teneva molto. E poi via, in vacanza con la sua famiglia al mare in Maremma, per l'esattezza sulla spiaggia della Feniglia tra Orbetello e Porto Ercole.

     

    Ma mai nessuno avrebbe immaginato che per Ettore Bellini, nato nel maggio del 1929 quella sarebbe stata l’ultima vacanza della sua vita.

     

    I fatti: domenica 26 luglio, dopo avere sostato un po’ sulla spiaggia, da buon nuotatore decide di fare un bagno. Come chissà quante altre volte.

     

    Intorno alle 10.30 un bagnante nota una persona in mare a pancia in su e con le braccia aperte. Un modo innaturale che lo insospettisce, l’uomo è sospinto dalla corrente senza dare nessun segno di vita.

     

    Ecco che immediatamente si decide di arrivare a nuoto fino a lui. Scatta così il protocollo d’intervento da parte del 118, viene portato a riva, ma nonostante tutti gli sforzi ormai non c’è niente da fare. Probabilmente la causa del decesso è stato un arresto cardiaco.

     

    Quell’uomo era Ettore Bellini. Sono tante le persone che lo ricordano a San Casciano dove era nato “in piazzetta dei carabinieri” (piazza Cavour): lì il suo babbo, Pasquale Bellini (1902-1977), aveva un forno-generi alimentari gestito in proprio dopo aver lasciato la Cooperativa operaia in cui era entrato all’età di diciotto anni.

     

    Riuscendo brillantemente a gestirla fino al difficile periodo 1918-1937, decidendo di lasciare la gestione per motivi politici, quando con l’avvento del fascio diventò Cooperativa Littoria.

     

    Ettore, fin da quando aveva i pantaloni corti, aiutava il suo babbo in bottega andando a fare le consegne a domicilio.

     

    Passione-lavoro che ha proseguito negli anni che l’ha visto a fianco del fratello, poi della moglie nella gestione del negozio di alimentari “Vegè”, che si trovava in via Roma di fronte alla chiesa del Suffragio (oggi una parte del fondo è adibito a negozio di parrucchiera).

     

    Ettore raccontava sempre anche di avere ricevuto una grazia: lui e suo zio Giovacchino (era il ’44), di ritorno da San Martino, dove erano andati nel bosco per fare le fastelle di legna per scardare il forno del pane, si fermarono a bere a una fontanella.

     

    Probabilmente l’acqua era inquinata, tanto che entrambi presero il tifo. Ettore per quindici giorni ebbe la febbre a quaranta, ma riuscì a salvarsi nonostante non avesse preso nessun farmaco, mentre lo zio morì.

     

    Una volta andato in pensione, oltre a fare il nonno ed essere entrato a fare parte del mondo del volontariato, sviluppò la passione per la lettura frequentando assiduamente la biblioteca comunale, consultando e leggendo tantissimi libri.

     

    Probabilmente era quella passione trasmessa dal babbo Pasquale, che tra l’altro ha lasciato scritti tre opuscoli dattiloscritti ("Di là dal ponte", "Un uomo si confessa", "Il nonno racconta"), dove vi si legge l’amore per il suo paese, San Casciano, con ricordi di luoghi e personaggi scomparsi. Scritti a cui Ettore era particolarmente affezionato.

     

    I funerali si sono svolti nella Propositura Collegiata di San Cassiano martedì 28 luglio: davanti a quella che lui definiva la “piazzetta dei carabinieri”. Dove è nato, ha lavorato, ha passato momenti tragici e belli.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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