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giovedì 25 Aprile 2024
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    Antella: i carabinieri di Grassina sequestrano super piantagione di marijuana

    Incredibile operazione antidroga: le serre erano state allestite all'interno di Villa Pedriali, in abbandono da anni

    ANTELLA (BAGNO A RIPOLI) – Hanno sfruttato un "buco", anche normativo e istituzionale. E l'hanno riempito, letteralmente, di marijuana. Solo che stavolta sono arrivati i carabinieri, quelli della Stazione di Grassina, a mettere i bastoni fra le ruote.

     

    Il "buco" è quello di Villa Pedriali, immobile di grande prestigio vuoto da tempo (è di proprietà della Provincia di Forlì) proprio alle porte dell'Antella. Ma la dedizione dei carabinieri della Stazione grassinese, guidati dal luogotenente Antonio Bonafede, ha portato a compiere una delle operazioni antidroga più importanti di sempre in provincia di Firenze.

     

    Ma andiamo per ordine. I militari grassinesi erano da tempo sulle tracce di una banda che si dedica alla coltivazione e allo spaccio di marijuana. La svolta ieri, mercoledì 13 aprile, quando hanno scoperto il luogo della piantagione, giungendo al super sequestro e all’arresto di tre cittadini albanesi: C.H., X.A., X.F..

     

    Il blitz è scattato alla fine di un estenuante servizio di appostamento, quando i carabinieri hanno bloccato i tre individui appena giunti a bordo di un veicolo.

     

    IL VIDEO DELL'OPERAZIONE DEI CARABINIERI DI GRASSINA

     

    I tre albanesi alla vista dei militari hanno tentato anche la fuga; uno di loro ha tentato di colpire i carabinieri con delle bottiglie di fertilizzante che aveva sul mezzo e che sarebbero servite per la coltivazione dello stupefacente. Fortunatamente i malviventi sono stati subito bloccati.

     

    Una volta che i carabinieri sono entrati a Villa Pedriali, dove i tre avevano scelto un'"ala" per vivere e un'altra per… coltivare, non hanno potuto credere a quello che si sono trovati di fronte.

     

    Una cosidetta "grow room" perfettamente funzionante contenente: 180 piante di marjuana dell’altezza di 160 cm circa, in pieno stato vegetativo e con germogli contenenti già principio attivo; un ventilatore; dieci metri di tubo di circa 30 cm di diametro costituenti impianti di areazione; dodici deviatori; un timer; un quadro elettrico; quattordici lampade alogene; tre termostati.

     

    Un'altra "grow room" perfettamente funzionante contenente: 170 piante di marjuana dell’altezza di 160 cm circa, in pieno stato vegetativo e con germogli contenenti già principio attivo; undici lampade alogene; due termostati; 7/8 metri di tubo di circa 30 cm di diametro costituenti impianti di areazione; due ventilatori; dieci metri circa di tubo di circa 30 cm di diametro costituenti impianti di areazione; quadro elettrico composto da ben 26 deviatori; quadro elettrico generale per la messa in funzione dell’impianto.

     

    E ancora:  una grossa botte in plastica per l’irrigazione delle piante con pompa; dieci fusti di fertilizzante marca celmax future growing da 5 litri; quattro bottiglie di fertilizzanti marca celmax future growing da 1 litro; un rotolo carta argentata per impianto di areazione.

     

    Inoltre, dopo un successivo sopralluogo nella mattinata di giovedì 14 aprile, i militari grassinesi hanno scoperto un'altra stanza adibita a coltivazione. Ci sono voluti anche molti operai per portare via il tutto.
     

    In totale quindi sono state rinvenute circa 600 piante di marijuana in pieno stato vegetativo dell’altezza di circa 180 cm che avrebbero fruttato sul mercato circa 50.000 per 35 kg circa di stupefacente. I carabinieri hanno rinvenuta anche la somma di 3.000 euro circa in contanti, provento dell’attività illecita. Il valore delle attrezzature sequestrate ammonta a circa 15.000 euro.

     

    La parte di Villa Perdiali dove sono state costituite le grow room è stata posta sotto sequestro penale: è stato anche accertato che l’allaccio all’energia elettrica delle 30 lampade alogene, utilizzate per rendere la temperatura dell’ambiente ottimale per la crescita delle piante, era abusivo e nell’arco del lungo periodo di coltivazione ha generato un enorme danno economico all’Enel. Il consumo di energia elettrica per questo tipo di coltivazione è infatti ingente.
     

    Per non farsi mancare nulla, durante la perquisizione sono stati trovati anche oggetti atti allo scasso e grimaldelli utilizzati per commettere reati contro il patrimonio.

     

    In definitiva, l’arresto dei cittadini albanesi ha permesso di scoprire un luogo che è stato utilizzato come “base” sia per la coltivazione della sostanza stupefacente, che per la commissione di reati contro il patrimonio (furti in abitazione in primis).

     

    Uno dei tre è stato denunciato anche per maltrattamento di un cane, tenuto a fare da guardia, denutrito e disidratato: è stato preso in carico dal nucleo provinciale delle guardie zoofile dell'Enpa, che svolge anche compiti di polizia giudiziaria e che ha collaborato molto proficuamente con i militari dell'Arma.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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