SAN CASCIANO – Quella che stiamo scrivendo è una storia d’incredibile crudeltà nei confronti di un bellissimo esemplare di volpe, un maschio di circa 4 anni.
Che nella notte di sabato 29 ottobre mentre stava attraversando la strada è stato investito da un’auto. Uno dei tanti impatti che possono accadere attraversando la nostra campagna.
Appena accortosi di quanto successo, il conducente si è fermato. Insieme con lui sono scesi anche gli altri occupanti, uno di loro, il più "coraggioso".
Probabilmente ha sollevato la volpe per la coda, mentre l’animale grondava sangue dalla bocca, l’ha dichiarato morto, lasciandolo così sul margine della strada. Difficile pensare che chi ha eseguito il taglio del macabro trofeo possa essersi confuso, pensando che l'animale fosse morto.
La mattina dopo alcune persone della sera prima passano nuovamente dallo stesso posto e vedono con stupore che la volpe arranca per la strada, con un’ atroce particolarità: gli è stata mozzata di netto la coda.
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Gli stessi si attivano e portano l’animale da un veterinario di zona autorizzato alla gestione della fauna selvatica. E così questo bellissimo esemplare, gli sarà messo il nome di Vincenzo, entra nel sistema di soccorso Regione Toscana/ASL. Viene visitato, medicato, idratato.
Ha un grave trauma facciale e in seguito della mozzatura della coda fatta probabilmente da un "pennato", ha perso molto sangue. Debolissimo si muove appena. Viene deciso di ricoverarlo in una struttura in zona attrezzata per la degenza di un animale, che si può detenere solo previa autorizzazione degli enti competenti.
A distanza di giorni Vincenzo si sta riprendendo, dopo alcuni giorni di cure ed alimentazione “forzata” ora mangia da solo, dorme molto e si lascia medicare.
Il fatto è avvenuto tra i comuni di San Casciano e Montespertoli: dove adesso si tifa per Vincenzo, augurandosi che presto possa tornare nel suo mondo selvaggio.
Al dottore che ha assistito questo esemplare con amorevoli cure e professionalità, ci sentiamo di dire un grande grazie, così come a chi l’ha soccorso. Per chi detiene come macabro trofeo la coda di Vincenzo, invece, non abbiamo parole da spendere.
di Antonio Taddei
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