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giovedì 25 Aprile 2024
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    I vent’anni de “Il Ciclone” in un libro speciale scritto a quattro mani

    Enrico Zoi e Philippe Chellini il 9 dicembre presentano "Il Ciclone quando passa": sarà presente Leonardo Pieraccioni

    BAGNO A RIPOLI – Verrà presentato venerdì 9 dicembre al Teatro dell'Antella, insieme a Leonardo Pieraccioni (alle 21, fra gli altri anche Sergio Forconi e Barbara Enrichi).

     

    Stiamo parlando di "Il Ciclone quando passa", il libro sui vent'anni del film cult per una generazione di toscani (e non solo, visti gli incassi record che fece ai tempi e i continui passaggi sulle tv a distanza di vent'anni), che farà la sua prima uscita in terra ripolese visti i suoi… autori: Enrico Zoi e Philippe Chellini (rispettivamente al centro e primo da sinistra in foto). Alla vigilia dell'evento li abbiamo incontrati.

     

    Quello che raccontate nel libro è un viaggio lungo 20 anni torniamo ancora più indietro, alle origini del vostro rapporto con Leonardo Pieraccioni.

    "La prima intervista (di Enrico) a Leonardo Pieraccioni risale a prima de "Il Ciclone", correva l'anno 1995, l'occasione era la prima de "I Laureati" e la testata… "La Nuova Enigmistica Tascabile", ovviamente si parlò di cruciverba!".

     

    Negli anni poi le interviste si sono moltiplicate, finché il rapporto si è fatto sempre più frequente essendo Leonardo residente a Bagno a Ripoli, dove Enrico è da vent'anni all'ufficio stampa del Comune e Philippe per diciotto anni alla segreteria del Sindaco e ora all'ufficio relazioni con il pubblico. Che dire? Giocano… in casa.

     

    Leonardo era il fulcro di un gruppo artistico che ha caratterizzato un'intera generazione, con il suo cabaret. Pensate che oggi sarebbe ancora possibile mettere in piedi un'esperienza come quella di "Vernice fresca"?

    "Ogni epoca ha le sue esperienze. "Vernice fresca" ha fatto epoca, un'epoca molto grande visti gli effetti che perdurano e il successo clamoroso di molti dei suoi creatori e figli. Guarda ai trionfi odierni di Conti-Panariello-Pieraccioni. Non sappiamo se oggi un'esperienza a suo modo pionieristica e innovativa come "Vernice fresca" potrebbe rinascere: le televisioni sono cambiate e con loro i gusti del pubblico, ci sono i social e Youtube che fanno viaggiare messaggi e artisti attraverso canali che allora neanche si immaginavano. Certo, il nostro augurio è che ci sia sempre qualcuno che sappia fare il pioniere o l'innovatore, anche se è sempre più difficile".

     

    Quali fra i comici emergenti potrebbero avere un impatto come quello prodotto da Pieraccioni & C. negli anni 90?

    "Non è semplice, perché il tasso di comicità che un artista riesce a esprimere sul palco non sempre viene trasposto in pellicola. Sono due forme espressive differenti: la vicenda filmica ha tempi e modi che l'esibizione dal vivo non contempla, anche perché l'interazione con il pubblico è basilare. Il bravo comico è in grado di sfruttare le pause, i silenzi oppure le risate che arrivano dalla platea, nel film le reazioni del pubblico te le devi immaginare. Oggi, a livello di impatto potremmo pensare a Checco Zalone, ma è un esempio abbastanza isolato. E poi, Zalone a Enrico non piace…".

     

    La trilogia d'apertura dei suoi film fu una tempesta nel cinema di casa nostra, che a Natale vedeva solo cinepanettoni. "Il Ciclone", in particolare, convinse anche Mario Monicelli che prestò la sua voce fuori campo. Quale fu la chiave di un successo che ad oggi resta nella top ten degli incassi del cinema italiano?

    "Fu la freschezza, la sincerità, la profonda conoscenza del cinema italiano (Mario Monicelli non si sarebbe mai prestato se non avesse visto queste qualità!), la voglia di raccontare e di farlo con cura e semplicità. E poi una felice coincidenza astrale che fece sì che tutto tornasse (battute, interpreti, storia, musiche) e che il cinema italiano aspettasse proprio un'opera così".

     

    Cambiato è anche il modo di fare cinema. Come immaginate un sequel del Ciclone, girato nell'epoca digitale del terzo millennio?

    "Non sta noi a immaginarlo. Questo tema è uno dei punti di forza del libro: c'è un piccolo referendum sull'opportunità o meno di procedere a un sequel de "Il Ciclone", dove i protagonisti dicono la loro, ovviamente Leonardo compreso. Lì stanno tutte le risposte alla domanda".

     

    In che modo Leonardo ha contribuito alla realizzazione del vostro libro?

    "Ospitandoci a casa sua per una lunga intervista/racconto a cuore e a divertimento aperti, ricontrollando (per nostra scelta) il testo, la copertina e regalandoci la sua introduzione, contribuendo così in modo fondamentale alla struttura finale del libro. Cosa vuoi di più dalla vita?".

    di Leonardo Pasquinelli

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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