PONTE A NICCHERI (BAGNO A RIPOLI) – "Da giorni l’ospedale ripolese di Ponte a Niccheri è stretto da una morsa di gelo artico che ha finito per mettere in crisi reparti, servizi lavoratori e utenti creando notevoli disagi e criticità in molti casi insostenibile. Un freddo intenso si è abbattuto dentro l’Ospedale fin dal 7 gennaio quando le giornate di ghiaccio annunciate dai notiziari meteo hanno messo in crisi gli impianti di riscaldamento ed elettrici in essere all’ospedale e che l’azienda sapeva da tempo non essere perfettamente funzionanti".
E' Andrea Calò, delegato Rsau Cobas pubblico impiego per la Usl Toscana Centro, a denunciare la situazione.
"L’ospedale – spiega Calò – ha due caldaie delle quali una è ferma da tempo per manutenzione in carico al Consip (la società per azioni del Ministero dell'Economia e delle Finanze, che ne è l'azionista unico, ed opera secondo i suoi indirizzi strategici, lavorando al servizio esclusivo della pubblica amministrazione) che gestisce l’appalto in regime di monopolio del servizio manutenzione dell’asl. A carico del Consip ci sono: riscaldamento, condizionamento, acqua sanitaria e impianti elettrici in generale".
"Non solo le caldaie non erano perfettamente a posto – rincara Calò – ma anche molti fan coil – terminali utilizzato negli impianti di riscaldamento e climatizzazione (misti aria/acqua) – largamente utilizzati negli ospedali sono o sottodimensionati o obsoleti. Quindi la mattina del 7 gennaio il freddo intenso annunciato in tutta Italia ha messo in crisi impianti non sufficientemente attrezzati e ha rotto alcuni apparecchiature di condizionamento (di scambio aria calda) che non sono probabilmente state controllate dal gestore nella modalità e tempi dovuti. Oltre a questo abbiamo rilevato la rottura di tubazioni interne all’ospedale e assenza di energia elettrica senza che il gruppo elettrogeno ausiliario sia partito in tempo".
ANDREA CALO' – Delegato Rsau Cobas pubblico impiego per la Usl Toscana Centro
"Da quel momento – prosegue Calò – un freddo polare ha investito reparti, corridoi, struttura tanto da obbligare i gestori ad intervenire in ritardo per riparare i numerosi danni e disagi. Sabato mattina si è rotta la macchina di trattamento aria che si trova nella sterilizzazione al secondo piano dell’ospedale accanto alle sale operatorie; questo ha provocato la caduta di acqua dal soffitto al Cup piano primo. Grazie agli operatori interni presenti e a un nostro delegato in servizio, e non al Consip, si è evitato il peggio: sono stati tolti i pannelli dal controsoffitto e riparate al meglio le perdite, la zona è ancora transennata e interdetta al pubblico e agli operatori".
"Situazione drammatica in oncologia – denuncia Calò – dove ai pazienti sono stati fatti i prelievi con stufette raccattate e rinviate molte chemioterapie a causa del forte gelo. Non sappiamo a tutt’oggi quanti sono stati i pazienti allontanati o rinviati a casa, per colpa del freddo. Tutti i corridoi dei servizi e dei reparti continuano ad essere esposti al gelo più assoluto, compreso portineria e ingresso interno dell’Oospedale. Tanti sono i reparti che hanno risentito del gelo medicine, pediatria e servizi ai piani".
Continua Calò nella sua ricognizione: "A tutt’oggi la mensa ospedaliera si trova in preda al ghiaccio, lì l’impianto di fan coil (sottodimensionato) da giorni non sta funzionando, chi vuole consumare i pasti deve indossare giubbotti sciarpe e guanti. Clima impossibile negli spogliatoi, dove i lavoratori non sanno come fare a indossare abiti e divise. Ovunque disagi e criticità".
"Dunque – traccia un bilancio – un ospedale ostaggio del freddo e del gelo frutto probabile non solo di un brusco cambiamento climatico ma anche di imperizia, superficialità e approssimazione nella gestione, controllo e manutenzione degli impianti. Come delegato Rsu Cobas chiedo all’Azienda e alla stessa Regione Toscana che siano minuziosamente accertate e perseguite leggerezze, superficialità e responsabilità. Così come chiederò di acquisire una relazione dettagliata che dimostri le modalità di intervento del gestore sugli impianti oggetto dell’appalto, la quantità dei controlli effettuati e i tempi".
"Oltre alle caldaie – sottolinea ancora Calò – altri punti nevralgici nell’ospedale sono rappresentate dalle cabine elettriche che si trovano al sottosuolo dell’ospedale e che risultano essere inadeguate e pericolosissime e interessate mesi fa da un principio di incendio che ha provocato un black out. Oggi, martedì 10 gennaio, dopo 4 giorni di freddo polare artico, tenuta debitamente sotto silenzio dall’amministrazione, la situazione è leggermente migliorata anche se il servizio di chirurgia ambulatoriale questa mattina ha dovuto rinviare alcuni interventi".
"Ma ovunque – tiene a dire – si registra tra gli operatori e i cittadini un misto di rabbia e impotenza. Soprattutto per il fatto che una parte di queste rotture e guasti si potevano prevedere anche grazie all’allerta meteo. Chi doveva controllare, monitorare e qualificare gli impianti, non l’ha fatto nei tempi e nelle modalità previste. Nessuno è in grado di sapere quando la situazione tornerà alla normalità. Quello che ci preme comunque evidenziare che non è accettabile che un ospedale rimanga ostaggio di una cattiva amministrazione e che a pagarne i costi e le ricadute siano lavoratori e cittadini. E che su quanto sta accadendo in queste ore e giorni difficili venga il tutto celato da un “silenzio e un riserbo sospetto” non certo figlio di una buona amministrazione efficiente e trasparente".
"Può sembrare infine una piaggeria da parte mia – conclude Calò – lo dovrebbe fare l’azienda, ma vanno ringraziati tutti gli operatori sanitari che con grande sacrificio e responsabilità in queste ore e condizioni davvero difficili, hanno cercato di assistere dignitosamente pazienti cercando di assicurare quel decoro e quella dignità ad un ospedale non correttamente gestito".
di Redazione
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