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venerdì 19 Aprile 2024
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    Aveva creato il Centro d’Arte La Loggia: il Chianti piange per la morte di Giulio Baruffaldi

    Era arrivato nella campagna di Montefiridolfi negli anni '70, creando una azienda agricola-agrituristica unica

    MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – Giulio Baruffaldi era un uomo speciale. Come speciale era il luogo in cui, negli anni Settanta, aveva scelto di vivere, di trovare la sua dimensione.

     

    Antiquario molto conosciuto, si era innamorato della Fattoria La Loggia, sul crinale che da Montefiridolfi porta verso il Castello di Bibbione. Forse uno dei più belli del Chianti.

     

    Lo aveva acquistato e aveva portato qui la sua vita: "Pensi – ci aveva detto una volta durante un incontro – ai tempi avevo riempito tutti gli spazi possibili di mobili di ogni tipo. Poi, pian piano, li ho venduti…".

     

    GIULIO BARUFFALDI – Nel suo studio

     

    Giulio Baruffaldi se n'è andato nella mattinata di oggi, mercoledì 15 febbraio. Un attacco di cuore gli è stato fatale mentre era in degenza ospedaliera per un intervento chirurgico.

     

    Se n'è andato lo stesso giorno, tre anni dopo, di quel Giuliano Ghelli che proprio qui, alla Fattoria La Loggia, nei primi tempi della sua vita artistica aveva trovato casa, ospitalità, ispirazione.

     

    # L'EDITORIALE / Ciao Giuliano, da tre anni non ci vediamo. Ma per me ci sei sempre

     

    Negli anni aveva fatto diventare la Fattoria La Loggia, luogo di produzione di vino e olio e di accoglienza turistica raffinata ed elegante, un favoloso Centro d'Arte Contemporanea.

     

    SORRIDENTE – Giulio Baruffaldi

     

    Vi aveva portato artisti e opere d'arte, una su tutte quella che ognuno può ammirare procedendo lungo via di Collina, quegli orci sospesi in aria che ammaliano chiunque li veda. E non solo per la prima volta.

     

    Sono state installate, negli spazi all’aperto della fattoria, sculture in bronzo di alcuni dei più grandi artisti contemporanei come l’olandese Karel Appel, il francese Arman, l’uruguayano Rimer Cardillo, il francese Jean Daviot, l’israeliano Rafaello Lomas, la francese Polska, lo svizzero Daniel Spoerri, il tedesco Franz Stahler, il coreano Lee Sung Kuen, l’americana Betty Woodman e gli italiani Roberto Barni, Anna Girolomini, Arnaldo Pomodoro, Alessandro Reggioli e Aligi Sassu.

     

    Era un signore Giulio Baruffaldi. Nel vero senso della parola. Con un sorriso ammaliante sotto a quei baffi bianco latte e quella voce suadente, con l'inflessione milanese che non era mai andata via.

     

    "Uomo attento alle cose della comunità – dice il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini – e dotato di riservata generosità. Rimane, grazie al suo impegno, anche un Centro d'Arte che negli anni ha fatto conoscere il nostro territorio nel mondo culturale internazionale".

     

    Negli ultimi anni aveva passato la gestione della Fattoria. A Paolo Bartoli e Ivana Natali, in una staffetta che era nella logica delle cose, vista la loro lunghissima collaborazione.

     

    "Oggi il nostro mentore, la nostra guida, il nostro "boss" ci ha improvvisamente lasciati – dice Ivana – Dopo 28 anni di lavoro gomito a gomito, quasi di vita comune, con tanta complicità e tanta stima reciproca, è un dolore spiazzante".

     

    "L'abbiamo amato quasi come un padre – prosegue Ivana – mi ha insegnato il mestiere dell'accoglienza, infondendomi la sua stessa passione, infine ci ha ceduto fiducioso le redini dell'attività, seppur sotto il suo sguardo vigile".

     

    "Abbiamo fatto meraviglie insieme – conclude – Spero che dove andrà Giulio trovi un posto bello almeno quanto la sua Fattoria La Loggia, che amava come una creatura".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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