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giovedì 28 Marzo 2024
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    Letteratura nella Fornace Agresti: intervista esclusiva a Marco Vichi

    "Leggere in uno scenario che tramanda memoria": lo scrittore, imprunetino d'adozione, ci presenta l'evento

    IMPRUNETA – Inizia il 12 aprile e andrà avanti per altre tre serate il viaggio attraverso la letteratura contemporanea organizzato nel magico scenario della Fornace Agresti di Impruneta.

     

    "Libreria Agresti": quattro serate all'insegna della convivialità (all'organizzazione ha partecipato anche l'ex vice sindaco Joele Risaliti) il 12 e 26 aprile e i successivi mercoledì 10 e 24 maggio, nello spazio restaurato dal Comune di Impruneta in via delle Fornaci e aperto alle iniziative culturali.

     

    In quel luogo magico, che racconta del lavoro paziente dell’uomo e del ritmo lento delle stagioni (la Fornace Agresti fu costruita nei primi anni del XVIII), parte il viaggio attraverso gli scritti di autori come Valerio Aiolli, Enzo Fileno Carabba, Leonardo Gori e Anna Maria Falchi.

     

     

    A partecipare all'organizzazione anche lo scrittore Marco Vichi. "Babbo" del celeberrimo Commissario Bordelli, imprunetino d'adozione, Vichi ha incontrato Il Gazzettino del Chianti. Per parlare di questa iniziativa, delle suggestioni, delle aspettative.

     

    Quali sensazioni potrà garantire un luogo come la Fornace Agresti per un ciclo di incontri sulla lettura?

     

    "Questa bellissima fornace è un luogo affascinante, carico di storia passata, si potrebbe definire una “memoria salvata”, e dunque in fin dei conti ha lo stesso valore della letteratura, che inevitabilmente conserva e tramanda la memoria. Credo che all’interno di uno scenario del genere, la lettura di romanzi trovi la sua dimensione naturale. Oltre a questo, ci saranno gli incontri con alcuni tra i più importanti scrittori di Firenze, una mostra di illustrazioni legate al mondo della narrativa, bella musica e un buon bicchiere di vino".

     

    Quale è stato il suo approccio verso questo luogo tanto magico quanto difficile da "affrontare"?

     

    "Sono andato alla Fornace Agresti per la prima volta in occasione della manifestazione “Terracotta e vino”, rimanendo incantato da questo spazio dove si avverte ancora il rumore degli uomini al lavoro. Ho pensato alle tegole della cupola del Brunelleschi, che venivano fabbricate a Impruneta, e ho sentito il desiderio di organizzare qualcosa tra quelle mura.  

     

    Quali i punti forti, secondo lei, della manifestazione che avete organizzato?

     

    "L’intenzione è di offrire serate emozionanti e divertenti, dove la cultura possa essere goduta con leggerezza. Una sorta di piccolo spettacolo, che prende forza dal luogo dove si svolge".

     

    Quale, infine, il ruolo che secondo lei può avere la lettura in questi periodi così "social" e, a volte, molto superficiali?

     

    "Don Milani diceva ai suoi scolari (vado a memoria) che ogni libro letto oggi era un calcio nel sedere in meno domani. Leggere significa allargare gli orizzonti della conoscenza, aumentare la profondità dello sguardo, “allenare” i sentimenti, insomma vivere più vite, perché una sola non è sufficiente. E serve anche, nostro malgrado, a formare uno spirito critico capace di difenderci dagli inganni del mondo. Non a caso i più grandi nemici dei libri sono sempre stati i regimi totalitari. Tornando alla domanda: personalmente non ho nulla contro i social, e non credo che siano dei generatori di superficialità. Chi è superficiale li usa in modo superficiale, così come può accadere per ogni altra cosa. Solo che adesso ogni voce è “visibile”, anche la più insulsa, e questo fa la differenza".

     

     

     

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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