BADIA A PASSIGNANO (TAVARNELLE) – Anche la natura, la più autentica, nasconde i suoi luoghi comuni.
Per chi abita nelle nostre terre e chi le viene a riscoprire con zaino in spalla e tenuta da trekking c’è l’attitudine a pensare che i boschi del Chianti siano popolati prevalentemente da cinghiali e caprioli, mammiferi certamente tra i più ricorrenti ma non i soli a considerare clima, collocazione geografica e caratteristiche dell’ecosistema chiantigiano l’habitat migliore in cui insediarsi e riprodursi.
Esiste una tale complessità di specie animali e vegetali legati alla biodiversità, caratteristica tra le più significative della area protetta di Badia a Passignano, che fa parlare a più voci i 364 ettari complessivi che costituiscono il patrimonio naturalistico di Badia a Passignano e Poggio al Vento.
Un equilibrio perfetto in cui il passato convive armoniosamente con la contemporaneità. L’invito a visitare un pezzo di Toscana insolito e di grande ricchezza culturale e naturalistica è stato rinnovato questa mattina dal sindaco David Baroncelli e dalla sua giunta in occasione dell’inaugurazione della strada, la porta di accesso che conduce all’antico borgo di Badia a Passignano, al complesso monastico di origine millenaria e all’area naturale protetta, una delle più belle del territorio toscano, interamente riqualificata e attrezzata dal Comune di Tavarnelle.
SULLO SFONDO – Badia a Passignano
La realizzazione della strada è stata accolta da una festa condivisa con il parroco di Badia a Passignano don Andrea, i badiani e un gruppo di guide ambientali ed escursionisti del Trekking di Tavarnelle e de Le Vie del Chianti.
Presenti al taglio del nastro gli assessori di Tavarnelle e Barberino Davide Venturini, Giulia Casamonti, Cristina Pratesi e i consiglieri comunali di Tavarnelle Roberto Fontani, Francesco Tomei, Tatiana Pistolesi e Tiberio Bagni, oltre al comandante di Stazione dei carabinieri di Tavarnelle il luogotenente Giuseppe Cantarero.
Ammonta a 250mila euro l’importo dell’investimento che ha permesso la realizzazione di un intervento complesso e articolato. Sono stati effettuati nuovi drenaggi per la stabilizzazione e la gestione delle acque meteoriche, una nuova fondazione, l’asfaltatura e la relativa segnaletica.
“Oltre a migliorare la sicurezza e la fluidità, l’intervento che abbiamo concluso – dichiara il sindaco Baroncelli – punta a valorizzare le potenzialità turistico-culturali di Strada Badia, una delle più antiche arterie di collegamento tra i borghi e le prestigiose località del nostro territorio”.
L’opera fa parte di un consistente pacchetto di interventi messo in campo dalla giunta Baroncelli per una spesa complessiva pari a circa un milione di euro volta alla riqualificazione di alcuni tratti di strade tra cui via Firenze, strada Palazzuolo, via Gagny, via Campo dei Fiori e via IV Novembre.
UN GIORNO DI FESTA – Al quale hanno voluto partecipare anche i monaci
“L’emblema del nostro territorio – aggiunge il sindaco – Badia a Passignano e l’area naturale protetta che vi si sviluppa intorno sono due occasioni imperdibili per conoscere e riscoprire le tante risorse che rendono unico il patrimonio di Tavarnelle, cuore del Chianti”.
Il complesso monastico di Badia a Passignano, noto anche per il maestoso affresco Il Cenacolo di Domenico Ghirlandaio, custodito al suo interno, è circondato da un’area naturalistica che l’amministrazione comunale ha valorizzato con l'elaborazione di uno studio scientifico in collaborazione con l'Università di Firenze, una rete sentieristica attrezzata, una serie di pannelli informativi e l'uscita di due quaderni di una collana che ne ne descrive le peculiarità.
Natura, territorio e patrimonio paesaggistico si intrecciano e diventano preziosa occasione di crescita culturale e volano di promozione turistica, sostenibile, consapevole e di qualità.
La storia, testimoniata dal legame profondo con un illustre inquilino, San Giovanni Gualberto che di quei boschi, spazi unici per la preghiera, oltre mille anni fa si prese cura coltivando spirito e natura, si ripercorre anche attraverso la presenza di tracce di vari complessi rurali di origine medievale che appartenevano all’antica organizzazione vallombrosana, quella fondata dal santo, primo ambientalista d’Italia, che oggi protegge i forestali della nostra penisola.
Il presente è la vita nel bosco che nasce, si sviluppa, prolifera nella ricchezza del biosistema radicato nell’area protetta di Badia a Passignano.
Un mosaico di vite, una commistione di micromondi che fa scoprire la presenza inedita di animali rari e di particolare interesse scientifico e gestionale, quali il topo quercino, il moscardino e il picchio rosso minore che è il più piccolo d’Europa, la martora, la rana appenninica, l’aquila biancone.
“Nell’area di Badia – spiega l’assessore all’ambiente, nonché docente di Scienze naturali, Marco Rustioni – sono oltre cento le specie di animali, tra mammiferi e uccelli censiti dal biologo Marco Lebboroni, esperto di ecosistema chiantigiani. Una biodiversità particolarmente eterogenea che annovera anche sul fronte della flora delle specie particolari che parlano del passato di Badia e di come un tempo il clima fosse meno temperato e vicino alle caratteristiche degli ambienti simili a quelli appenninici. In questo senso il segno più evidente è rappresentato dalla presenza del Giglio di San Giovanni e del Maggiociondolo, rispettivamente fiore e essenza arborea.
Sono questi alcuni dei tesori naturalistici che cittadini e visitatori possono conoscere e visitare a piedi, a cavallo, in biciletta grazie al progetto di valorizzazione dell’area protetta di Badia a Passignano promosso dal Comune di Tavarnelle.
“Il nostro obiettivo – aggiunge il vicesindaco Davide Venturini – è quello di valorizzare, conservare e tutelare questa zona, già di pregio, aprendola ad una maggiore fruizione da parte dei visitatori e promuovendone la conoscenza sotto il profilo naturalistico, ambientale e storico-culturale con un particolare sguardo rivolto agli studenti”. Ad illustrare il patrimonio faunistico è una serie di indicazioni relative agli uccelli, ai mammiferi e alla fauna minore presenti nell’area".
"Non un luogo comune – conclude – ma un luogo dove dare spazio alle idee, alle aspirazioni, alle più intime vocazioni. Anche in questo caso, la Storia, quella che visse e contribuì a costruire San Giovanni Gualberto, ne è maestra.
di Redazione
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