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venerdì 29 Marzo 2024
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    Dagli Usa a San Casciano: la storia d’amore con la pittura (e con l’Italia) di Sara Campitelli

    Adottata da piccola da una famiglia americana, è tornata a vivere nel suo Paese d'origine: la sua arta piena di colori

    CHIESANUOVA (SAN CASCIANO) – Al bar Buontempo di Chiesanuova, mentre si prende un caffè, avevamo notato da tempo piccoli acquerelli appesi al muro che avevano catturato la nostra attenzione per la vivacità dei colori.

     

    Diego e Claudia, i titolari del bar ci avevano parlato così bene di questa pittrice che viene dagli Stati Uniti che abbiamo deciso di incontrarla. E Sara Campitelli ci ha dato appuntamento proprio al bar di Chiesanuova per raccontarci la sua storia e la sua arte.

     

    “Io sono italiana di sangue – racconta Sara – però sono stata adattata da piccolissima da genitori americani. Mio padre adottivo era originario dell’Abruzzo, e questa passione per l’Italia gli fece adottare quattro bambini proprio dall’Italia. Fra i quali io ero la più piccina".

     

    Sara ha quindi vissuto tutta la vita tra gli Stati Uniti e l’Italia. Oggi che vive nel comune di San Casciano ci confessa di aver trovato tante analogie con il Vermont, ultima sua tappa americana, sia nello spirito della popolazione che nei colori dei fiori e delle piante. Che sono i soggetti dei suoi ultimi acquerelli.

     

    “Mio babbo – continua – era pittore e xilografo ed era insegnante, mentre mia mamma era tessitrice, quindi aiutata dall’ambiente ho cominciato a disegnare fin da piccola”.

     

    SARA – Con uno dei suoi lavori

     

    Sara ha frequentato infatti il Liceo Artistico e l’Accademia di Belle Arti a Firenze, e si è poi laureata alla Cornell University di Itaca, nello stato di New York, in Belle Arti, sperimentando per molto tempo la tecnica dell’incisione.

     

    “Ultimamente – ci spiega – la scelta dell’acquerello è nata dall’esigenza di poter fare una tecnica veloce, colorata, di piccola dimensione ma anche grande. Soprattutto, avendo tre figli, una tecnica non tossica”.

     

    Sara dipinge sempre dal vero. E sebbene ami molto fare ritratti, ultimamente la natura è diventata il suo soggetto preferito per il suo significato di infinito, cioè che tutto accoglie e raccoglie, e per la sua continua evoluzione che trova nell’esplosione del colore la sua massima espressione.

     

    “La forza del colore – ci spiega – è nella natura. Qui in Toscana la luce è molto caratterizzata, è una luce dorata, mentre nel Vermont c’è un’infinità di sfumature di verde ma anche una luce infuocata durante il periodo autunnale, dovuta ai sedimenti minerari nel terreno”.

     

    Sara ci mostra i suoi ultimi lavori: anemoni, giaggioli, giacinti selvatici. Alberi di pesco delle nostre colline ma anche i laghi vicino al Canada, un albero dietro la sua casa in Vermont e una fattoria tipica della campagna; sono immagini raccolte in momenti diversi della sua vita, che rappresentano la sua identità a cavallo tra due mondi, diversi ma anche simili.

     

    Sara è anche insegnante di disegno in varie associazioni "e ultimamente – ci dice – collaboro a Firenze con il centro l’Uno, che è un centro benessere dove si pratica yoga e dove io, grazie a questo amore per le piante, mi sono avvicinata alla loro funzionalità medica. La loro identità infatti è proprio quella di forza originaria ma anche di estrema socializzazione perché in natura è tutto collegato, lo stesso principio su cui si dovrebbe basare l’essere umano”.

     

    Quindi il disegno come tecnica terapeutica che permette di fermarsi per cogliere un particolare, una luce del mondo intorno a noi, recuperando un po’ noi stessi come parte di un insieme più ampio, atavico e naturale. Che è dentro di noi ma che spesso l’immediatezza del quotidiano non ci fa più cogliere.

     

    Terminiano il nostro incontro con Sara. Anche questa volta, come accaduto con altri, la sua arte ci ha permesso di conoscerla come persona. E questo crediamo sia in fondo l’aspetto più interessante del nostro raccontare.

     

    Sara è come un ponte tra due culture diverse, che in lei convivono in perfetta armonia grazie al suo profondo senso delle radici. Che, come nelle piante, danno forza e protezione.
         

     

    di Silvia Luis

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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