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venerdì 19 Aprile 2024
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    Muore Jack Cummins, veterano neozelandese. Fu fra i “liberatori” del Chianti

    Le istituzioni lo ricordano e rinforzano il vincolo che unisce il Chianti alla Nuova Zelanda

    TAVARNELLE – Se ne è andato in silenzio nella sua casa di Auckland nella notte del 3 luglio all’età di 95 anni una delle figure centrali del legame umano e storico che dagli anni del secondo conflitto mondiale tiene profondamente unite due terre vicine e lontane.

     

    Il Chianti e la Nuova Zelanda, la comunità di Tavarnelle e i soldati neozelandesi, “bianchi” e maori.

     

    Quegli uomini valorosi che, giunti con coraggio e determinazione dall’altro capo del mondo, non si risparmiarono, sacrificarono se stessi in nome dei propri valori ed ideali in favore della vita di migliaia di civili, giovani, bambini, adulti stretti nella morsa dell’oppressione nazifascista.

     

    Jack Cummins è stato uno di quei soldati e testimoni di guerra che ha combattuto per la libertà e la democrazia delle famiglie chiantigiane, ha aiutato l’Italia a ricomporre la propria storia, a riscrivere un capitolo che in molti ignoravano.

     

    ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO – Con Sestilio Dirindelli e Stefano Fusi

     

    Le terre del Chianti non sono state liberate dagli americani, convinzione diffusa tra le persone fino a circa un decennio fa, ma dalle truppe neozelandesi. Cummins ha partecipato alla Liberazione del territorio, avvenuta nel luglio del ’44, ed è stato uno dei testimoni diretti della battaglia della Romola e dell’esplosione della casa nel centro del paese, minata dai tedeschi a causa della quale quale morirono dieci soldati neozelandesi.

     

    E’ quanto lui stesso racconta nella testimonianza riportata nel volume “21 luglio – 4 agosto 1944, I Giorni della Liberazione – le truppe neozelandesi da San Donato alle porte di Firenze”. Ha ricoperto anche l’incarico di Presidente della sezione di Chistchurch dell'Associazione Italy Star.

     

    “Grazie a Jack – dichiara Stefano Fusi, ex sindaco di Tavarnelle e curatore del libro sulla Liberazione del Chianti – abbiamo fatto un notevole salto di qualità nella ricerca storica e nelle relazioni con la Nuova Zelanda. Ricordo con molto piacere il nostro primo incontro e la calorosa accoglienza nel 2008 a Chistchurch, il meeting con l'Associazione Italy Star, con tutti i veterani, i familiari, fu bellissimo. La sua straordinaria partecipazione alle cerimonie della Liberazione qui nel Chianti nel 2009 ed infine la presentazione del libro in lingua inglese in Nuova Zelanda nel 2011. Se ne è andato un amico, un compagno di viaggio, una bella persona”.  

     

    “Vogliamo ricordare il valore e l’impegno civile e militare di un uomo che ci ha insegnato a leggere e a cercare nella storia le radici del nostro legame – dichiara l'attuale primo cittadino tavarnellino David Baroncelli – l’identità di due popoli che hanno continuato a costruire ponti di amicizia, di conoscenza, di rispetto reciproco anche dopo la morte, dopo la tragedia della guerra, quasi a dimostrare che, oltre i confini geografici e temporali ci rendono affini due qualità: il desiderio di conoscenza e il senso di responsabilità verso la vita e le nuove generazioni, un uomo profondamente legato al nostro territorio grazie al quale ci siamo messi in cammino insieme, uniti dal destino del conflitto, abbiamo sviluppato una fitta rete di relazioni e contatti con i veterani ed i loro familiari, contribuendo alla ricerca di materiale documentale e fotografico”.

     

    VETERANI – Con l'ex sindaco di Tavarnelle Stefano Fusi

     

    Tanti gli incontri istituzionali e pubblici, legati anche alle scuole e alla presentazione del volume storico, cui Cummins nel corso degli anni, dal 2008, ha partecipato insieme alla moglie, alla delegazione di veterani e storici venuti nel Chianti.

     

    “Con Jack Cummins è nato un rapporto speciale – aggiunge un altro ex sindaco di Tavarnelle, Sestilio Dirindelli – attraverso la collaborazione preziosa del veterano neozelandese abbiamo compiuto importanti passi nella ricostruzione della storia del nostro paese, i suoi ricordi e le sue testimonianze ci hanno permesso di conoscere i passaggi centrali nel percorso di conquista della libertà del nostro territorio”.

     

    “I soldati Maori – rimarca Simone Neri Serneri, presidente dell'Istituto Storico della Resistenza in Toscana – scelsero volontariamente di andare a combattere per la propria patria, di percorrere distanze lunghissime e condividere la nostra stessa causa lontani dalle terre di origine. Con loro abbiamo vinto la guerra due volte, per la conquista del diritto alla vita e alla cittadinanza. Da un lato c’erano i Maori che volevano affermare la loro identità e l’appartenenza alla Nuova Zelanda, dall’altro gli italiani, oppressi, terrorizzati, che volevano uscire dal tunnel della ferocia nazifascista. I Maori ci hanno insegnato ad essere cittadini nell’accezione più ampia del termine e a dare valore al tema della memoria attraverso la riscoperta di alcune delle pagine più significative della nostra storia”.

     

    Settantatrè anni fa proprio il 21 luglio i soldati neozelandesi arrivarono in Chianti, combatterono durissime battaglie per ben due settimane per liberare questo territorio, 250 morirono e circa 1000 rimasero feriti. Jack Cummins era uno di questi.

     

    "E a tutti loro  – concludono il sindaco Baroncelli, gli ex sindaci Fusi e Dirindelli e Simone Neri Serneri – va ancora il nostro pensiero, il nostro rispetto la nostra sincera e profonda riconoscenza".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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