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giovedì 25 Aprile 2024
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    Infertilità, nasce la rete regionale per prevenzione, diagnosi e cura

    La Regione in aiuto alle coppie in difficoltà: "Molti pazienti vengono in Toscana per sottoporsi alle nuove terapie"

    FIRENZE – L'infertilità di coppia è in aumento, con percentuali tra il 10 e il 20% a livello mondiale e intorno al 14% in Europa. Riconosciuta dall'Oms (Organizzazione mondiale della sanità) come malattia, l'infertilità, le cui cause sono tante e di diversa natura, è un fenomeno sociale di dimensioni rilevanti, che richiede soluzioni adeguate per assicurare efficacia ed equità di accesso agli interventi di prevenzione, diagnosi e cura.

     

    Per questo la Toscana, con una delibera presentata dall'assessore al diritto alla salute Stefania Saccardi e approvata dalla giunta nel corso dell'ultima seduta, ha istituito la Rete regionale per la prevenzione e cura dell'infertilità: una rete clinica dedicata, per adeguare l'offerta di servizi per l'infertilità ai migliori standard qualitativi nazionali e internazionali e garantire uniformità di risposte e percorsi in tutta la regione.

    "Abbiamo già applicato il modello delle reti in altri campi del nostri sistema sanitario, per esempio le reti regionali tempo dipendenti – dice l'assessore Stefania Saccardi – Con la Rete per la prevenzione e la cura dell'infertilità, vogliamo assicurare alle persone una gestione consapevole della fertilità e anticipare la diagnosi di infertilità, consentendo di adottare terapie efficaci nelle strutture adeguate. Non è un caso che ora la maggior parte dei pazienti vengano da fuori regione In Toscana per sottoporsi a queste tecniche".

    La Rete consente di fornire risposte qualificate inserite all'interno del percorso complessivo per la 'difesa' della fertilità, mediante interventi di prevenzione e diagnosi precoce, al fine di curare le malattie dell'apparato riproduttivo e intervenire, quando possibile, per ripristinare la fertilità naturale o adottare l'approccio corretto per poter ottenere la gravidanza, a seconda della situazione soggettiva.

    Per questo, la rete individua gli ambulatori specialistici, i consultori e i Centri di PMA (Procreazione medicalmente assistita) di I livello che assicurano risposte appropriate di tipo informativo e di screening sulla capacità riproduttiva e che indirizzano, mediante specifici percorsi codificati all'interno della rete, le persone con un problema di infertilità ai Centri di expertise per l'infertilità maschile o ai Centri di PMA di I livello o di II/III livello a seconda delle necessità, sulla base di specifici protocolli. Vengono inoltre identificati i tre Centri pubblici per l'Oncofertilità presso la AOU Careggi, la AOU Pisana e la AUSL SE (Ospedale La Fratta).

    La Rete assicura un maggiore coordinamento tra i vari specialisti che concorrono al processo di prevenzione e cura dell'infertilità: ginecologi, andrologi, genetisti, infettivologi, oncologi, ecc., con l'obiettivo di rendere più omogeneo e appropriato l'intero percorso.

     

    Un aspetto di grande valore etico è costituito dalla preservazione della fertilità. In Italia il cancro colpisce 8.000 cittadini sotto i 40 anni all'anno (5.000 donne e 3.000 uomini), si tratta di soggetti che potrebbero avere ancora figli ma che, ad oggi, solo in parte vengono avviati ad un percorso di preservazione della fertilità.

     

    In Toscana sono presenti attualmente 22 centri di Procreazione medicalmente assistita (8 dei quali pubblici), distinti in 7 centri di I livello (3 pubblici) e 15 di II e III livello (5 pubblici e 5 convenzionati) che, in base ai dati 2015 del Registro nazionale della Procreazione Medicalmente Assistita, hanno erogato prestazioni rivolte a circa 800 pazienti (nel 65% circa dei casi provenienti da fuori regione), con un numero di cicli iniziali pari a 11.311, a cui sono seguite 2.113 gravidanze.

     

    Nell'arco degli ultimi dieci anni, in Toscana il ricorso alla PMA ha registrato una crescita costante, passando dalle 3.000 pazienti (e 4.500 cicli iniziati) del 2006 alle 8.000 pazienti (e 11.000 cicli iniziati) del 2015. Ed è andato aumentando in maniera esponenziale il numero di pazienti provenienti da altre regioni: 500 sul totale di 3.000 nel 2006, 4.500 sul totale di 8.000 nel 2015.
    Vai alle pagine dedicate alla PMA sul sito della Regione
     

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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