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giovedì 28 Marzo 2024
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    L’appello: “Consiglieri comunali dite no alla lottizzazione nell’area Fornaci”

    Lo lancia il presidente di Italia Nostra Leonardo Rombai: "Conflitti di interesse e nessun vantaggio pubblico"

    IMPRUNETA –  "Un fermo invito al consiglio comunale di Impruneta perché non venga approvato il piano attuativo del Consorzio "Le Fornaci" per la realizzazione di una mega-lottizzazione sul versante a ripida pendenza della collina imprunetina in prossimità del centro abitato, previa la demolizione delle due vecchie fornaci “Cotto REF” e “Pesci” e la trasformazione di tali volumi, per la stragrande parte, in abitazioni residenziali e con realizzazione altresì di una nuova strada di accesso da via Cappello a via Fornaci e di altre opere pubbliche (strade di lottizzazione, parcheggi e giardini)".

     

    Lo esprime l'assocazione Italia Nostra (sezione di Firenze) con il suo presidente Leonardo Rombai: "Come è emerso nell'assemblea pubblica tenutasi il 29 giugno presso l'ex Fornace Agresti e nelle osservazioni presentate da Maurizio Masi, Emma Simoncini e altri 73 cittadini, Italia Nostra, Maria Teresa Lombardini e Roberto Viti, è assai diffusa una forte preoccupazione circa l’impatto macroscopico di una simile lottizzazione. Ben 42.871,63 metri cubi per 14.288 metri quadri di fabbricati residenziali ovvero almeno 130 alloggi, per un’edificazione artigianale di 3.000 mq di SUL".

     

    Una lottizzazione che, secondo Rombai, "anziché contribuire al rilancio della produzione del cotto e dell’occupazione del comparto, come si legge nel Piano e negli atti amministrativi che lo preparano e lo approvano, obiettivi che appaiono sempre più aleatori va, invece, interamente a vantaggio della speculazione privata; per di più, compromettendo i delicati equilibri idrogeologici dell’ambiente, anni fa già gravemente lesi per quanto riguarda le vicine aree edificate di via Fornaci, Presura e Ho Chi Minh".

     

    "A maggior ragione – prosegue – Italia Nostra rinnova la propria opposizione al detto Piano per il fatto che l'area collinare individuata per la lottizzazione è soggetta a diversi vincoli urbanistici: a partire da quello paesaggistico (D.L.vo 42/2004: per il territorio boschivo e per quello contermine ai corsi d’acqua e ai laghi), e da quello idrogeologico ai sensi del R.D. 3267/23 e L.R. 39/2000, e per essere l’area attraversata dal metanodotto e investita da frana stabilizzata artificialmente-progetto generale per il piano di bonifica consolidamento della Presuria ai sensi della L. 21.11.1985 n. 662 (porzione a nord di via Fornaci)".

     

    "La sistematica bocciatura delle osservazioni sull'impatto ambientale – continua – proposta dal dirigente dell'ufficio urbanistica del Comune di Impruneta, si basa esclusivamente sul parere fornito dal geologo fiorentino libero professionista abitualmente utilizzato dal Comune come tecnico di fiducia. Che, forte di un monitoraggio svolto per un quinquennio, garantisce con estrema sicurezza l'idoneità della collina interessata alla lottizzazione, essendo essa fatta di terreni “di natura coesiva” (e quindi con “condizioni di stabilità del versante”) che, sostiene, non debbano essere paragonati a quelli delle altre aree contermini gravemente dissestate anni or sono; arrivando anche a sostenere che il problema dei sistemi lesivi presenti negli edifici esistenti nelle aree disastrate (e soltanto lì) non sono dovuti a movimenti di versante, ma alla presenza nel sottosuolo di argille smectiche, rigonfianti per assunzione d'acqua nei periodi di maggiore alimentazione meteorica”.

     

    Al riguardo, Italia Nostra esprime "perplessità sull'interpretazione data, anche alla luce di quanto osservato dal consigliere comunale Roberto Viti nell'Osservazione 9 – elusa da con la motivazione di non essere essa “pertinente” – che, cioè, possa esservi un conflitto di interessi posto chi ha redatto, su incarico del Comune, l'indagine geologica del PS e del RU, e, su incarico del Consorzio, ha redatto l'indagine geologica, geotecnica e sismica e di fattibilità del Piano Attuativo (su incarico del Comune ma a carico del Consorzio)".

     

    "E chiede – conclude Rombai – quindi, un monitoraggio da svolgere da geologi indipendenti rispetto ai ragguardevoli interessi in gioco (magari investendo del problema il Dipartimento di Scienze della Terra dell'Università di Firenze), e ciò per rassicurare adeguatamente la popolazione interessata sul futuro delle loro residenze e della loro esistenza".

     

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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