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giovedì 28 Marzo 2024
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    ChiantiBanca e il “ribaltone” Iccrea: capovolte tutte le motivazioni pro-Trento

    Incontro del presidente Iacopozzi con i dipendenti. Messe in discussione anche le precedenti votazioni su Cassa Centrale

    SAN CASCIANO – Una decisione presa dopo cinque mesi dall'insediamento, e quindi non prevenuta o "di pancia", ma meditata e basata sui numeri. Filtra questo dal quartier generale di ChiantiBanca in piazza Arti e Mestieri 1 a San Casciano.

     

    Al di là delle comunicazioni contenute nella nota ufficiale, le motivazioni che hanno portato il Cda guidato dal presidente Cristiano Iacopozzi a sbattere la porta in faccia a Cassa Centrale e scegliere come holding di appartenenza Iccrea (decisione adesso da sottoporre all'assemblea dei soci) sono state evidenziate nel pomeriggio di lunedì 16 ottobre ai dipendenti.

     

     

     

    Per informarli ma anche in vista della "campagna elettorale" che sta per iniziare. E che potrebbe vedere (ovviamente molto dipenderà dalle motivazioni dell'ex presidente Lorenzo Bini Smaghi e dei soci pro-Trento) due schieramenti contrapposti in una sorta di resa dei conti finale.

     

    Una sfida che arriverebbe a pochi mesi da quella che Iacopozzi ha definito una folle compagna elettorale (ovvero quella che portò all'assemblea del 14 maggio all'Obihall), che secondo il presidente avrebbe visto raccontare "fischi per fiaschi". Presidente che peraltro ha rispedito ancora una volta al mittente le valutazioni circa una vicinanza della sua lista con il passato.

     

    Un passato, si sa, ingombrante, con il suo carico di risultanze dell'ispezione di Banca d'Italia e le ipotesi di falso in bilancio e ostacolo alla vigilanza (per l'ex dg, ex amministratori, ex sindaci revisori) attualemente al vaglio della Procura della Repubblica di Firenze.

     

    UNA "INVERSIONE A U" CON MOTIVAZIONI OPPOSTE

     

    Iacopozzi e Cda attuale hanno completamente ribaltato le motivazioni che avevano portato il precedente consiglio d'amministrazione a scegliere come holding Cassa Centrale. Cda precedente che peraltro vedeva al suo interno anche tre consiglieri attualmente in carica, ovvero Alberto Marini, Fabrizio Pagliai e Marco Giusti.

     

    Una vera e propria "inversione a U" con motivazioni diametralemente opposte: dove si vedeva un pregio di Cassa Centrale nell'essere struttura più snella e in grado, ad esempio, di andare ad acquistare sul mercato i servizi necessari, oggi si vede un difetto. Dove si vedevano inefficienze e costi, ovvero nella struttura pesante di Iccrea, oggi si vede invece un valore, una maggiore stabilità.

     

    C'è bisogno, dice il Cda attuale, di una capogruppo che abbia al proprio interno delle funzioni che poi vengono messe a disposizione delle singole banche: secondo gli amministratori di ChiantiBanca, Cassa Centrale è più fornitore di servizi che una vera capogruppo, mentre Iccrea è in grado di fornire supporti oltre che servizi.

     

    Un tema anche valoriale secondo la governance di ChiantiBanca, perché le potenziali partnership con grandi player bancari, unite a una probabile quotazione in borsa di CCB, potrebbero togliere "sapore cooperativo" alla banca.

     

    Insomma, dove il precedente Cda vedeva costi e inefficienze, il Cda attuale vede solidità e virtù: sarebbe quindi importante, per la maggiore consapevolezza e informazione degli oltre 27mila soci che verranno chiamati a decidere, che ognuno sviscerasse (pubblicamente) al meglio le rispettive idee.

     

    CRISTIANO IACOPOZZI – Presidente di ChiantiBanca

     

    CAPITOLO OCCUPAZIONE

     

    Capitolo occupazione. Anche qui visione diametralmente opposta a quella che aveva portato a individuare in Cassa Centrale la holding di riferimento. Ovvero il fatto di essere l'unica (in realtà insieme a quella di Castagneto Carducci) banca della holding trentina in Toscana avrebbe dato grande capacità competitiva e quindi minori problematiche dal punto di vista occupazionale.

     

    Iacopozzi invece, ribadendo a più riprese ai dipendenti che non ci sono e non ci saranno problemi dal punto di vista occupazionale (su cui ci sarebbero le massime garanzie e, anzi, la possiblità di rafforzarsi e consolidarsi sui territori di pertinenza), la pensa in modo molto diverso: ovvero che essendo unica (come detto insieme a Castagneto Carducci, che è più o meno un quarto di ChiantiBanca) banca in Toscana, nel caso di esuberi o chiusure dove verrebbero spostati i dipendenti? In altre regioni si chiede il presidente?

     

    Secondo la visione del Cda attuale invece, fare parte di un corposo gruppo di banche toscane dentro Iccrea darebbe delle garanzie anche in questo senso. Ovvero di possibili ri-collocazioni nelle vicinanze nel caso di eventuali esuberi.

     

    Inoltre, per i dipendenti più preoccupati dal possibile cambio di sistema operativo (uno dei cuori pulsanti della banca), è stato garantito che si potrà fare parte dello stesso gruppo anche utilizzando sistemi diversi: e quindi ChiantiBanca potrà rimanere con quello "dei trentini", ovvero Phoenix, diverso dalla maggioranza delle banche-Iccrea.

     

    Anche su questo siamo davvero agli estremi opposti rispetto a chi sostiene CCB. E dice che ogni gruppo dovrà avere un sistema operativo unico per funzionare meglio. In linea con i parametri europei.

     

    L'ASSEMBLEA DEI SOCI

     

    Adesso manca solo la data dell'assemblea dei soci, per la cui comunicazione pare si stia aspettando di aver definito alcuni aspetti logistici. Una "normale" assemblea ordinaria, visto che lo stesso Iacopozzi ha ribadito davanti ai dipendenti che le assemblee di dicembre 2016 e del maggio scorso, per motivi diversi, sarebbero "inquinate" da vizi.

     

    La prima dal fatto che non ci fossero decisioni su holding all'ordine del giorno, ma vi si arrivò dal punto che prevedeva l'avvio del progetto di Spa. Abortito e trasformato in un mandato a negoziare con Cassa Centrale le migliori condizioni di adesione alla holding, dopo una lunga presentazione assembleare a cura dell'allora dg Andrea Bianchi.

     

    Inoltre, sostiene sempre Iacopozzi, si decise nel momento in cui le holding non erano ancora costituite.

     

    La seconda che vede, proprio sulla votazione su Cassa Centrale, l'ormai "famoso" ricorso al giudice da parte di nove soci che lamentano le modalità con cui quella votazione venne gestita.

     

    Insomma, adesso manca solo la comunicazione ufficiale della data dell'assemblea. Ma anche di capire se all'interno del corpo sociale di ChiantiBanca ci sia chi rimane dell'idea che la soluzione trentina sia la migliore, oppure se si sposa in toto l'"inversione a U" su Roma.

     

    Un'assemblea molto importante, alla quale è auspicabile una grande partecipazione e consapevolezza da parte di tutti. Perché qui si discute del futuro di una delle Bcc più importanti del nostro Paese: con oltre 27mila soci, oltre 100mila clienti, 46 sportelli in sei province della Toscana.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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