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mercoledì 17 Aprile 2024
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    Chiude il Girarrosto a Radda, un’istituzione per raddesi e non solo

    Orazio e Duilia raccontano la storia dell'attività nata nel '27: "I tempi sono cambiati, si era fatta troppo dura"

    RADDA IN CHIANTI – A Radda in Chianti ha chiuso un’istituzione, il Girarrosto. Per decenni, gestito dalla famiglia Semplici, ha rappresentato un punto di riferimento per i raddesi e non solo.

    “Ma negli ultimi tempi si era fatta più dura” ci dicono Orazio e Duilia, i volti storici dell’attività, “e sinceramente dover attingere alla pensione per poter pagare le tasse non ci sembrava affatto la soluzione. A malincuore, abbiamo preso questa decisione”.

    Con dispiacere, certo, ma senza farne una tragedia. “Io sono nato in quello stabile, figuriamoci se non mi dispiace, ma il mondo cambia e le cose vanno avanti. Io per esempio una casina così” prosegue Orazio davanti al crepitio del fuoco del suo camino “non ce l’ho mai avuta, sicché a questa età va più che bene”.

    La storia dell’attività infatti parte da lontano, da quando nel ’27 il nonno di Orazio, Natale, compra tutto lo stabile.

    Nel ’60 Orazio e il babbo Pietro, ma da tutti conosciuto come Piero, gestiscono il panificio, il ristorante e l’albergo. Nel ’65, anno del loro matrimonio, entra a far parte dell’azienda anche Duila regina incontrastata dei fornelli fino ad ora.

    “Quelli erano altri tempi –  ci dice ancora Orazio – ho sempre la tabella dei giochi proibiti che tenevamo al bar. PerchĂ© il nostro è stato il primo bar di Radda, e ho ancora in testa personaggi del paese giocare a carte col mezzo litro di vino in tavola”.

    “Oggi le cose si sono fatte più difficili” aggiunge Duilia “ci sono molte più attività che servono cibo in paese, e mantenere prezzi onesti per gli operai e le famiglie non è più fattibile con quanto si deve pagare”.

    E allora alla fine la decisione di vendere. “Si è presentata questa occasione, abbiamo trovato un buon accordo e siamo soddisfatti, anche perché sappiamo con certezza che è in buone mani”.

    “Insomma” dice infine Orazio “parliamoci chiaro: noi, come si dice, palazzi non ne abbiamo fatti”.

    “Ma siamo sempre stati onesti e corretti – dice orgoglioso – e questo per noi è quello che conta. Figuratevi che ci è capitato di incontrare gente in Autogrill lontano da casa riconoscerci e farci i complimenti per il nostro locale. L’attivitĂ  di panettiere è portata avanti da mio figlio Luigi in uno stabile tutto nuovo e efficiente ormai da qualche anno, per cui siamo tranquilli”.

    Tranquilli e in meritato riposo, aggiungiamo noi. Che non è comunque mai troppo, visto che Orazio ogni mattina continua come sempre a portare il pane casa per casa col suo furgone strombazzante.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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