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sabato 20 Aprile 2024
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    ChiantiBanca “sposa” Iccrea: la cronaca dell’assemblea decisiva al Mandela Forum

    Dalle parole del presidente Iacopozzi all'intervento di Bini Smaghi. La sensazione? A vincere è la Federazione toscana

    FIRENZE – La sensazione è che non sia finita qui, e che l'adesione di ChiantiBanca alla holding di riferimento finirà nelle aule di tribunale.

     

    E che il percorso verso l'assemblea straordinaria del maggio prossimo, che al pari di quelle di tutte le Bcc italiane dovrà votare le modifiche di Statuto e mettere il sigillo finale sui percorsi verso il nuovo corso delle banche di credito cooperativo italiane, avrà ancora qualche turbolenza.

     

    Ma lo vedremo, nel caso, nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. Di sicuro c'è che oggi, domenica 10 dicembre, a distanza di un anno dall'assemblea che il 18 dicembre 2016 sotto al tendone nello stadio comunale di San Casciano indicò in Cassa Centrale la strada da percorrere (3.822 voti favorevoli, 2 astenuti, 2 contrari), i soci della più grande Bcc toscana hanno sterzato nella direzione indicata dal Cda in carica dal 16 maggio scorso.

     

    A stragrande maggioranza hanno infatti deciso di dire sì a Iccrea, sposando la linea indicata dal consiglio d'amministrazione guidato dal presidente Cristiano Iacopozzi. In quello che dai più è stato definito come un "ritorno a casa".

     

    In quella che è, soprattutto, una grande vittoria della Federazione toscana delle banche di credito cooperativo, presente oggi al Mandela Forum con il vice presidente Gianfranco Donato.

     

    Che per anni ha avuto ChiantiBanca come oppositrice interna, spina nel fianco e voce fuori dal coro. Pesante, pesantissima. E che oggi invece la vede tornare "all'ovile" con alcuni dei protagonisti di quel tempo di opposizione migrati sulla stessa lunghezza d'onda della Federazione stessa. Portandola in dote a Roma.

     

    Per chi ha conosciuto negli anni scorsi ChiantiBanca e il suo rapporto burrascoso (fino agli estremi) con l'Ftbcc, un mezzo capolavoro. Tattico, politico, di rapporti e di sfruttamento delle contingenze.

     

     

    Un'assemblea, quella di oggi, con minori tensioni di quella che il 14 maggio scorso vide la sconfitta dell'allora presidente Lorenzo Bini Smaghi, con urla, contestazioni, anche una mezza scazzottata.

     

    Oggi invece, con le previsioni della vigilia che parlavano di una vittoria ampia e sicura da parte del sì a Iccrea, il clima è stato più soft.

     

    Tensioni esmerse solo al momento in cui la presidenza ha chiamato, in mezzo agli interventi dei soci, il direttore generale di Iccrea Leonardo Rubattu, a presentare (con tanto di slide) la holding romana: fischi, applausi ironici e una richiesta. "Perché – hanno detto alcuni soci, anche durante la fila in attesa del voto – non è stato invitato nessuno di Cassa Centrale a presentare l'altra opzione?".

     

    L'INTERVENTO – Del direttore generale Mauro Focardi Olmi

     

    LA PANORAMICA DEL DG MAURO FOCARDI OLMI

     

    Prima delle indicazioni sul punto all'ordine del giorno, e al successivo dibattito con gli interventi di oltre trenta soci, il direttore generale di ChiantiBanca Mauro Focardi Olmi ha fatto il punto sull'andamento della banca.

     

    "Gli eventi che da quasi un anno si sono abbattuti su ChiantiBanca – ha tenuto a dire – amplificati da un riscontro mediatico anche eccessivo, ci hanno rinforzato. I risultati non mostrano nessuna deriva ma, anzi, si dimostra che la banca è ripartita, forte e più consapevole. Avendo sviluppato quegli anticorpi che permetteranno di affrontare con fiducia le prossime sfide. Il tutto grazie, soprattutto, al lavoro svolto dai dipendenti".

     

    "Dopo un bilancio 2016 molto difficile (con oltre 90 milioni di perdita, n.d.r.) – ha spiegato il dg – la nostra attività si è rivolta in primo luogo al contenimento dei rischi e a una politica commerciale meno incentrata sull'aumento dei volumi. Abbiamo cambiato politica erogazione del credito, concentrandoci su privati e piccole e medie imprese. Più affidamenti alle famiglie, più clienti affidati, meno crediti al settore immobiliare (quello che porta maggiori sofferenze)".

     

    "Minori rischi – ha concluso – e maggiore solidità patrimoniale, con impatti positivi sulla redditività aziendale con un utile netto al 31 dicembre superiore a quello previsto, e che possiamo prevedere attestarsi a 2 milioni e mezzo".

     

    IL PRESIDENTE IACOPOZZI: SULLE ASSEMBLEE PRO CCB E… PERCHE' ICCREA

     

    "ChiantiBanca – ha esordito il presidente Cristiano Iacopozzi nel suo lungo intervento introduttivo – si posiziona tuttora al quinto posto nazionale per il totale dell'attivo, prima in Toscana con il 24,6% sul totale della raccolta e il 25,3% sugli impieghi fra le Bcc aderenti alla Federazione. Il Cet1 Ratio passato dal 10% di fine 2016 al 10,9% del settembre scorso. Il Total Capital Ratio al 12,3% rispetto 11,4% di partenza".

     

    Poi ha spiegato perché il Cda attuale contesta le due votazioni pro-CCB. Come base di questa richiesta di cambio di rotta: "A dicembre l'assemblea dette solo un mandato esplorativo; a maggio è mancato il conteggio dei voti favorevoli, è mancata la proclamazione dei risultati, gli assenti sono stati considerati favorevoli, non a caso la deliberazione è stata impugnata e ci sono pareri legali che indicano che è annullabile".

     

    "Da qui – ha proseguito – il Cda si è rivolto a due legali come l'avvocato Lorenzo Stanghellini e l'avvocato Fabio Pisillo, per avere parere in merito alla fondatezza dell'impugnazione. Entrambi hanno affermato che il tribunale, verosimilmente, annullerà la deliberazione impugnata, non essendo conforme alle norme di legge. Da qui la nuova convocazione dei soci, per una nuova delibera che, quale che sia il risultato della votazione, renderà improcedibile l'impugnazione".

     

    Quindi è passato a spiegare perché il "suo" Cda ha deciso per questa inversione di rotta: "Non è una scelta contro qualcuno o contro qualcosa, ma una scelta a vantaggio della banca, dei soci, dei dipendenti e del movimento del credito cooperativo. Iccrea garantisce 20 milioni di intervento, a sostegno combinato fra due tipologie di prestiti subordinati. Ed è disponibile a sostenere la banca anche qualora venissero a mancare i prestiti subordinati emessi da CCB".

     

    Sul sistema informatico: "L'adesione a Iccrea non vuol dire cambiare sistema informatico, già oggi Iccrea, utilizzando infrastrutture che permettono il dialogo, può consentire alle banche di onorare gli impegni in essere. Il tutto nell'ottica di un processo di omogeneizzazione, con tempi di cambiamento a livello informatico dilazionati nel tempo".

     

    Ha evidenziato la "maggiore esperienza di Iccrea nella gestione delle logiche di gruppo e di rapporto con la vigilanza europea, essendo vigilata Bce da anni. È posizionata fra i primi quattro gruppi bancari nazionali; appartiene a un network dotato di maggiore peso istituzionale, anche in ambito internazionale. Offre anche notevole supporto commerciale in prodotti e servizi alla clientela. A imprese, famiglie e Bcc stesse".  

     

    Sull'occupazione: "Abbiamo la garanzia che non sarà dato luogo a politiche di chiusura automatica di sportelli. Inoltre Iccrea non prevede ipotesi di quotazione in borsa mentre CCB non esclude in futuro la presenza nel suo capitale di soggetti non cooperativi".

     

    Infine, una chiusura "rombante": "Abbiamo ricevuto nei giorni scorsi le lettere di diffida di CCB e dei suoi legali. Si diffida di aderire a Iccrea, e si annuncia che verranno chiesti danni. Come Cda abbiamo chiesto pareri di carattere legale per capire se c'era ancora libertà di scelta. Se qualcuno potesse chiedere danni. Le conclusioni raggiunte e di cui il Cda ha preso atto dicono che non esistono vincoli giuridici che impongono all'assemblea di ChiantiBanca di prendere una decisione. E, inoltre, una aspirante capogruppo che si presenta con minacce e avvertimenti, nella nostra Toscana, parte con il piede sbagliato".

     

    Prima della votazione numerosi interventi da parte dei soci, pro o contro la scelta indicata dal Cda. Fra questi Elisabetta Montanaro, Luciano Borri, Paolo Gradi, Paolo Bandinelli, Ritano Baragli, Simone Brogialdi, Claudio Pini, Ferdinando Berti, Alessandro Moretti, Giulio Ghellini, Carmelina Rotundo, Oliviero Roggi, Marco Carraresi, Stefano Sivieri, Alessandro Martini, Andrea Amorosi, Maria Lucetta Russotto, Valter Gioffrè, Federico Marini, Alberto Marini, Serena Pucci, Aldo Paoli, Eugenio Giani.

     

    L'INTERVENTO – Dell'ex presidente di ChiantiBanca Lorenzo Bini Smaghi

     

    BINI SMAGHI: "SENZA SVILUPPO LE NOSTRE QUOTE SOCIALI VALGONO ZERO"

     

    Molto atteso era, ovviamente, l'intervento di colui che dal 14 maggio è tornato ad essere un socio della banca al pari di tutti gli altri (quasi) 27mila. Ovvero l'ex presidente Lorenzo Bini Smaghi.

     

    Un Bini Smaghi che ha sforato di poco i tre minuti concessi a tutti, che ha esordito dicendo che "non è importanza oggi parlare di argomenti legali e di sostanza, su cui ci sono pareri opposti". 

     

    "Quello di oggi – ha proseguito facendo una promessa – è l'ultimo tempo, a maggio se non si adotta lo statuto il rischio è di perdere la licenza. Se oggi passa il sì io a maggio vengo e voto per la banca".

     

    "Sulla sostanza – ha tenuto a dire – rimango alla presentazione dell'ex dg Andrea Bianchi di dicembre 2016, quando mostrò che CCB garantisce sviluppo e, allo stesso tempo, cooperazione, mentre Iccrea avrebbe sì garantito cooperazione ma non lo sviluppo necessario a ChiantiBanca".

     

    Perché parlare di sviluppo in una assemblea in cui molti hanno usato termini come mantenimento delle posizioni, basso profilo? "Sapete – ha detto Bini Smaghi rivolto ai soci – quale è oggi il valore delle vostre azioni della banca? Sappiamo che purtroppo nei prossimi anni non ci saranno dividendi: e che quindi non saranno remunerative. Inoltre non si possono chiedere indietro perché il fondo per ricomprarle è esaurito".

     

    "L'unica possibilità – ha concluso – è che entrino nuovi soci che portino liquidità. E per far entrare nuovi soci servono soluzioni che facciano crescere la banca. E l'unica holding a dare questa opportunità è Cassa Centrale Banca. Altrimenti il valore delle nostre quote sociali è zero".

     

    Poi, a interventi in corso, l'apertura delle urne. Con schede nominali e un risultato finale che parla chiaro: 1.712 voti favorevoli e 376 contrari (37 gli astenuti, 7 schede bianche e 1 scheda nulla).

     

    E ChiantiBanca che "sposa" Iccrea. Rimane da vedere se tutti vivranno felici e contenti.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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