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giovedì 25 Aprile 2024
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    Il ricordo degli ebrei deportati da San Casciano adesso è incastonato in via Roma

    Grande partecipazione alla posa delle pietre di inciampo in memoria di Giacomo Modigliani e Paolo Sternfeld

    SAN CASCIANO – Da mercoledì 10 gennaio San Casciano ricorda con le pietre d’inciampo la deportazione ebraica che colpì anche persone che vivevano in paese.

    Giacomo Modigliani, nato nel 1891, arrestato in via Roma dove era sfollato da Firenze il 17 ottobre 1943 e deportato prima a Fossoli e successivamente ucciso nel 1944 ad Auschwitz.

    Così come Paolo Sternfeld, nato nel 1888, arrestato in via Roma il 17 ottobre 1943, deportato a Fossoli e ucciso nel 1944 ad Auschwitz.

    La commemorazione è avvenuta davanti al civico 34, in quello che un tempo si chiamava “Palazzo Del Bravo”. Dove oltre alla famiglia di ebrei si era successivamente insediato anche il comando tedesco.

     

    La cerimonia ha visto la posa di due pietre d’inciampo, sampietrini ricoperti da una lamina in ottone con incisi i nomi dei deportati, realizzate dall’artista tedesco Gunter Demning e incastonate lungo il marciapiede.

    Della storia della famiglia Modigliani Il Gazzettino del Chianti si era già occupato, poiché dalla deportazione si salvò la piccola Letizia Modigliani, che oggi vive a Firenze, mentre il resto dei familiari fu ucciso ad Auschwitz.

    Alla cerimonia era presente il figlio di Letizia, Francesco Salesia, che si è reso disponibile alla ricostruzione delle vicende della sua famiglia dopo l’interessamento dell’amministrazione comunale di San Casciano, insieme con Marta Baiardi dell’Istituto Storico della Resistenza in Toscana e la con la Comunità ebraica di Firenze.

    Dopo le 16 via Roma si è riempita di tante persone che hanno voluto rendere omaggio alle famiglie di ebrei deportate: presenti giovani studenti delle scuole elementari e medie delle classi quinte di San Casciano, Mercatale e Cerbaia.

    Tanti gli interventi, a partire dall’assessore alla cultura Chiara Molducci, il sindaco di San Casciano Massimiliano Pescini, Marta Baiardi, Gunter Demningo, Daniela Misul della Comunità ebraica di Firenze, Daniel  Vogelman presidente Aned Firenze, il vice prefetto Nelly Ippolito, Francesco Salesia, Ada Chiara Zemi, il rappresentante della sezione Anpi di Mercatale Paolo Marini.

    Anche il sindaco metropolitano Dario Nardella ha inviato un breve messaggio. Erano presenti anche i membri del consiglio comunale sancascianese, Matteo Mazzoni direttore dell’Istituto Storico della Resistenza di Firenze, i sindacati Cgil e Cisl, l’Arci, l’Acli, l’associazione Sgabuzzini Storici, La Porticciola, il Progetto Irene, Il Teatro dei Passi.

    “Un grazie, oltre che a tutti i presenti, va a tutti quelli che hanno contribuito alla riuscita di questo evento – ha detto il sindaco Massimiliano Pescini – Viviamo in una regione che del ricordo, della memoria, dell’approfondimento su questi temi, ha fatto un percorso fondamentale della sua azione culturale. Che ogni anno vede ottomila ragazzi al “Mandela Forum” di Firenze ad ascoltare la testimonianza degli ex deportati, per riflettere tutti assieme sul Giorno della Memoria. Seimila gli studenti e mille gli insegnanti e le insegnanti che in treno si sono recati ad Auschwitz”.

    “Dobbiamo essere consapevoli – ha proseguito – che ciascuno dei delitti perpetrati porta ai sei milioni di persone uccise. Dobbiamo sapere che dappertutto in Europa e in Italia questo è successo. E qui, in questa via storica di San Casciano, via dell’Olio poi via Roma, su uno dei corsi principali del nostro comune, due uomini furono catturati e deportati con le loro famiglie”.

    Gunter Demning

    “Abbiamo ricostruito questa vicenda – ha evidenziato Marta Baiardi dell’Istituto Storico della Resistenza – anche se alcuni dettagli e contorni ci sfuggono. Ci sfuggono anche perché la luce della storia non è mai omogenea e raggiante, lascia sempre zone d’ombra. Spesso il passato non è del tutto ricostruibile, non tutto può affiorare, ci sono vuoti, occultamenti volontari e perdite”.

    “Anche di questa microstoria sancascianese – ha ammesso – non sappiamo ancora tutto e forse non sapremo mai tutto nemmeno in futuro. Come noi umani, la storia può essere imperfetta, lacunosa, ma è tutto quello che abbiamo per capire il passato. Le pietre d’inciampo appena collocate aiuteranno gli storici a proseguire le loro ricerche, ma anche tutti noi cittadini a cercare di capire”.

    “E’ difficile dire in questo contesto sono contento – ha continuato  – Gunter Demning – ma lo voglio dire, sono contento. Perché siamo qui in tanti. All’inizio non pensavo di riuscire a concretizzare la mia idea. Fu un parroco a Colonia quando esponendogli la mia intenzione, mi ha detto: Guarda non ce la farai mai, sono milioni le persone sterminate. Ma da un’idea che doveva essere solo simbolica, oggi sono sessantaquattromila le pietre d’inciampo che ho già installato in ventuno Paesi europei. Per me l’aspetto importante è questo: le pietre d’inciampo sono nel terreno e se vuoi leggere il testo devi inchinarti davanti a loro”.

    “Ringrazio il sindaco, l’assessore e tutti coloro che hanno partecipato per questa grande iniziativa – ha tenuto a dire Daniela Misul presidente della Comunità ebraica di Firenze – Ancora a Firenze noi non siamo riusciti a portarla avanti e questo sarà il monito domani. Vi ringrazio veramente tanto e mi rivolgo agli studenti: siete voi che quando passerete da questa strada dovrete spiegare il significato di queste pietre, sarete nel futuro gli educatori dei vostri ragazzi”.

    “Stasera doveva essere presente mia mamma – ha continuato Francesco Salesia figlio di Letizia Modigliani –  figlia di Giacomo Modigliani, però non si è sentita di intervenire. Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito a questo atto di memoria. Tra l’altro sono rimasto impressionato che l’autore delle pietre d’inciampo sia un tedesco. Come legale mi è capitato di studiare delle recenti sentenze del tribunale di Firenze e di altri tribunali italiani dove, per i fatti della Shoah, c’è stata la condanna dello Stato tedesco, ma il quale poi ha opposto una strenua resistenza ai fini del risarcimento, per cui alla fine le sentenze non hanno trovato una soddisfazione”.

    “Oggi – ha detto ancora – che un tedesco è riuscito in questa impresa installando così tante pietre d’inciampo in Europa: è una cosa molto importante, perché ci ricorda la nostra fratellanza europea. Ci ricorda che alla fine questi fatti sono riconducibili agli anni di totalitarismi, rispetto ai quali bisogna sempre mantenere gli anticorpi. E che quindi, ovviamente, la memoria storica è qualcosa che riguarda anche il futuro. Per cui dobbiamo munirci, noi e soprattutto le più giovani generazioni, di quegli anticorpi necessari affinché episodi del genere non si ripetano più”.

    Hanno fatto seguito anche altri interventi. E in chiusura gli studenti delle quinte elementari e medie di San Casciano, Mercatale e Cerbaia hanno letto alcuni brani di Primo Levi, oltre a esporre dei cartelli frutto di lavori di riflessione fatti nelle classi insieme alle insegnanti. Mentre i ragazzi di Mercatale hanno intonato un canto.

    Il silenzio, suonato da un membro della Banda “Oreste Carlini” in mezzo agli stendardi della Comunità ebraica e il Gonfalone del Comune di San Casciano, è stato l’atto finale di una cerimonia entrata a far parte della storia.  

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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