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giovedì 25 Aprile 2024
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    Montefiridolfi: appello per “salvare” un meraviglioso fucile di metà Ottocento

    Costruito dall'armaiolo Antonio Bagnoli: il proprietario l'ha messo in vendita per alcune migliaia di euro

    MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – A.A.A.  Appassionato cercasi. A metà dell’Ottocento, a Montefiridolfi, operava un fine armaiolo capace di costruire degli straordinari  fucili. Questi erano anche così belli, che definirli opere d’arte risulta il minimo. Uno di questi fucili è giunto fino a noi.

     

    Un suo compaesano, quando  tre anni fa è venuto a conoscenza della cosa,  si è appassionato alla storia.  Partendo dal fondamentale studio sull’arma, nell’opera “Antiche armi da fuoco italiane” dell’oplologo (studioso di armi) Paolo Pinti, ha  approfondito le ricerche su questo straordinario artigiano.

     

    Antonio Bagnoli nacque nel 1817. Cominciò come fabbro (allora si diceva magnano) e lavorava all’inizio di via dell’Olmo, in quella che viene chiamata La Piazzetta.  

     

    IL FUCILE – Nella custodia

     

    Altre testimonianze della creatività dell’artigiano riguardano un girarrosto e un congegno d’arma a retrocarica rivoluzionario per l’epoca. Del grande girarrosto, mosso da un peso, si ritiene che ne siano stati prodotti pochi esemplari.

     

    Uno di questi, anch’esso bellissimo, è stato tramandato fino al pronipote ed è ancora funzionante. Ancora più evoluto lo studio e la realizzazione del modello di meccanismo che trasformava la doppietta ad avancarica in una a cartucce (ancora avveniristiche all’epoca).

     

    L’idea fu messa in produzione da una fabbrica bresciana, che fu molto riconoscente formalmente, ma altrettanto irriconoscente finanziariamente.

     

    Un amico collezionista di libri antichi ha ulteriormente arricchito le conoscenze scoprendo un catalogo del 1854 dove si specifica, non solo che il Bagnoli ha partecipato ad un’esposizione a Firenze, capitale del Granducato, ma ha anche ricevuto un premio “per la montatura di canna di fucile eseguita con rara perfezione di lavoro”. Forse ci si riferisce proprio alla doppietta in questione.

     

    L’armaiolo morì nel 1867. Ricostruire la complessa genealogia, che parte dal ‘700 fino ai giorni nostri, non è stato semplice. Comunque lo studio ha raggiunto un sufficiente grado di precisione per inquadrare la situazione familiare e le discendenze.

     

    IL FUCILE – Un particolare della canna

     

    Altri documenti che lo riguardano provengono anche dall’Archivio Parrocchiale di Montefiridolfi e dall’Archivio Corsini de’ “Le Corti” (fondo Buondelmonti – fattoria di Fabbrica).

     

    Per quanto ad oggi conosciuto, capolavoro dell’armaiolo montigiano, rimane la splendida doppietta a luminello, canne in damasco, con il suo astuccio ed accessori perfettamente conservati.

     

    L’attuale proprietario ha messo l’arma in vendita.  Chi ha ricostruito parte della storia di questo capolavoro teme che interessi ad acquirenti di nazioni lontane o comunque “sparisca”.

     

    Pertanto cerca un appassionato che possa custodire, questo fucile non troppo lontano dalla piazzetta  dove è stato realizzato e, magari, consenta l’approfondimento delle conoscenze su quel manufatto.

     

    Con poche migliaia di euro il compratore fa un investimento su un’opera d’arte, ma paga solo la bellezza artistica delle fattezze del manufatto. La storia che c’è dietro e la copia dei documenti  che la provano, sono  in regalo al “custode”.

     

    Chi fosse interessato all’acquisto può chiedere informazioni a Franco 3333913768, bartaposta@gmail.com.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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