MONTEFIRIDOLFI (SAN CASCIANO) – Emozioni. Ricordi. Passione, memoria e grande affetto. Il rispetto dovuto a chi non c’è più, ma che va ricordato e onorato.
Si è respirato tutto questo venerdì 22 e lunedì 25 aprile nei locali del circolo Acli di Montefiridolfi.
Dove, quattro anni dopo la “prima”, è tornato sul palco “Babbino, babbino un ci lasciare”.
La guerra, il passaggio del fronte da queste zone nell’estate del 1944, con particolare attenzione all’eccidio nel bosco di Pratale: per un dramma scritto, diretto e interpretato da Gabriele Sani.
Due atti, tratti dalle testimonianze di persone che hanno vissuto il passaggio del fronte nel 1944 in questa parte di Chianti fiorentino: e come non ricordare, in particolare, l’eccidio di Pratale, avvenuto a pochi chilometri di distanza dal palcoscenico sul quale è stata messa in scena l’opera.
Oppure il ritorno a casa di chi era rimasto disperso in un’Europa diventata un inferno.
“Babbino, babbino un ci lasciare” è quindi torna sul palco del circolo Acli montigiano in due appuntamenti.
Al secondo, quello di lunedì 25 aprile, erano presenti (fra gli altri) anche il sindaco di San Casciano, Roberto Ciappi.
E Mirella Lotti, che all’epoca dei fatti di Pratale era una bambina (aveva 8 anni) e che in quell’eccidio (furono 12 i contadini uccisi dai nazisti) perse il padre e il nonno. Omaggiata da un grande applauso e con un mazzo di fiori.
Il muratore Gigi è stato interpretato dallo stesso Gabriele Sani; Andrea da Andrea Giannozzi; Agata da Agata Sani; Margherita da Margherita Calosi.
Scenografie di Manuela Galli e Paolo Ermini; suggeritrice Michela Marchiani; luci di Adriano Fusi ed Elia Bacci; parte tecnica di Paolo Ermini; regia di Gabriele Sani.
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