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venerdì 19 Aprile 2024
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    Il popolo di San Donato è tornato dentro la chiesa di Santa Maria della Neve

    Da domenica 15 luglio il borgo ha di nuovo la "sua" chiesa dentro le mura. Emozione e commozione alla celebrazione

    SAN DONATO IN POGGIO (TAVARNELLE) – Poco prima delle 17.30 di domenica 15 luglio, le più tenaci e devote signore si erano GIà messe a sedere sulla soglia della porta della chiesa di Santa Maria della Neve, nella piazza di San Donato in Poggio.

     

    Felici di essere tra le prime che avrebbero varcato la soglia per la Santa Messa delle 18, la prima dopo che per diversi anni la chiesa era chiusa per importanti restauri.

     

    E grazie all’impegno del “Comitato della Compagnia” per la raccolta dei fondi necessari al restauro, ecco arrivato il momento tanto atteso.

     

    Così, quando poco prima delle 18 la porta è stata aperta, il popolo si è di nuovo raccolto in preghiera.

     

     

    Tra le prime una signora di 91 anni: "Finalmente posso tornare a pregare nella mia chiesa" ha esclamato rivolgendo lo sguardo alla Madonna sopra l’altare.

     

    A concelebrare la Santa Messa insieme a don Giulio Landini, presidente dell’Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero, il pievano don Luca Zanaga, parroco della Pieve di San Donato in Poggio, don Marco Nesti che per tre anni è stato a San Donato in Poggio. E padre Lorenzo Russo dell’Abbazia di San Michele Arcangelo a Passignano.

     

    Nella prima panca erano presenti il direttore dell'Istituto Diocesano di Sostentamento del Clero Enrico Viviano, il presidente del “Comitato della Compagnia" Marco Mecacci, il sindaco di Tavarnelle David Baroncelli, il consigliere comunale Roberto Fontani.

     

    Prima della Santa Messa don Giulio Landini ha detto: "Siamo qui presenti insieme ai parroci e tutti voi per ringraziare il Signore per questa circostanza. E siamo qui anche a rinnovare nei confronti del Signore la nostra fede".

     

     

    "Una chiesa serve – ha sottolineato – perché è un luogo di preghiera. E un luogo in cui possiamo sostare con il Signore, è il luogo della festa per la comunità, ma non avrebbe senso se come oggi non fosse riempita dalle persone. Ci sono circa 170 chiese, la cui metà è irrecuperabile; però ci sono delle chiese dove dobbiamo intervenire per poterle farle rivivere".

     

    "Qui – ha rimarcato – il recupero si è potuto realizzare grazie alla vivacità di una comunità, di parroci che desiderano mantenere, custodire e difendere queste chiese. Che hanno una loro storia".

     

    "Noi – ha ammonito – abbiamo una responsabilità nei confronti di chi ci ha preceduto. Quello di oggi è un momento di gioia e di comunione".

     

    Alla fine della cerimonia ha preso la parola il presidente del “Comitato”, Marco Mecacci, che oltre a ripercorrere le tappe che hanno consentito il restauro, si è dedicato ai ringraziamenti.

     

    "E’ obbligo ringraziare l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero della Diocesi di Firenze – ha esordito – nelle persone del direttore Enrico Viviano, del presidente don Giulio Landini, che visto la nostra intenzione di impegnarci seriamente nella raccolta fondi. Con lettera del 2 maggio 2016 ne condivise gli scopi e ne assecondò la realizzazione".

     

     

    "Ringraziamo l’architetto Giulio Mazzetti e Francesco Nannoni – ha continuato – e l’impresa Costruzioni Edili Fratelli Checcucci di Sambuca, la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, la Pro Loco di San Donato, la Società Sportiva e il Circolo, la Fondazione ChiantiBanca primo sponsor per l’aiuto nel realizzare una raccolta fondi cui hanno contribuito i commercianti, gli artigiani, le aziende del territorio. E tutti quelli che avevano qualcosa da mettere a disposizione".

     

    "Mi piace dire grazie anche al Coro di Castellina in Chianti – ha rimarcato Mecacci – al Coro di Tavarnelle e le suore del Morrocco. Infine un grazie alle tante persone di San Donato (e non solo), che ci hanno appoggiato, oltre allo straordinario gruppo di donne e uomini che hanno messo a lucido la chiesa. Un ultimo ringraziamento va anche a coloro, pochi in verità, che ci hanno sempre remato contro fin dal principio, perché anche loro ci hanno dato la carica necessaria per andare avanti e superare le difficoltà. Il risultato è davanti ai vostri occhi".

     

    "Adesso che la chiesa è salva – ha sospirato – torneranno a essere celebrate le sacre funzioni con regolarità come ha detto il vescovo, e vivamente desiderato da tutta la comunità di San Donato. Infine, credo che sarebbe auspicabile che la chiesa rimanesse aperta il più possibile, sia per coloro che vogliono trovarvi un luogo di preghiera, sia per ammirarne la bellezza. Grazie a tutti".

     

    Subito dopo è stata data lettura di una lettera inviata dall’arcivescovo cardinale Giuseppe Betori al pievano di San Donato don Luca Zanaga, pregando di darne comunicazione pubblica.

     

     

    La sintetizziamo: “Affido a questo scritto i sentimenti di compiacimento e di augurio con cui sento di dovere accompagnare questo momento della vita della comunità di San Donato in Poggio.

     

    Il compiacimento di restituire al culto un edificio sacro così caro alla religiosità della gente di San Donato in Poggio, si unisce alla gratitudine per quanti hanno collaborato perché questo potesse accadere.

     

    L’auspicio che accompagna questa celebrazione inaugurale è che ora la chiesa riaperta torni a essere nelle forme possibili dell’attuale contesto comunitario e pastorale, un luogo di espressione della fede, un punto di riferimento della devozione Mariana.

     

    A tutti quanti partecipano alla celebrazione di riapertura della chiesa di Santa Maria della Neve, giunga il mio paterno saluto e la mia benedizione”.

     

    Alla fine l’invito a recarsi nella piazza per un ritrovo conviviale offerto dalla Taverna di Ciccino: per festeggiare tutti insieme la fine di un percorso d’esempio per tante altre realtà.

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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