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sabato 20 Aprile 2024
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    La storia di Bruce, il gatto “guerriero” di Greve: con una gran voglia di vivere

    Incredibile vicenda iniziata a maggio 2017. L'impegno e l'amore di un gruppo di persone che ha fatto un miracolo

    GREVE IN CHIANTI – La storia di Bruce, il gatto "guerriero" di Greve in Chianti, è una di quelle che capitano tutti i giorni a tutti gli animali sfortunati del  mondo. Ma allo stesso tempo è una storia incredibile, che ci racconta la forza stessa degli animali. Ma anche il grande cuore che possono avere le persone.

     

    Era il maggio del 2017 quando venne trovato casualmente da Sandra e sua figlia Caterina nel bosco, a Greve in Chianti: cercava di liberarsi da un cappio intorno al collo, una trappola, una tagliola, un laccio per animali selvatici.

     

    Era una palla di sangue e la testa era quasi staccata dal collo, lottava per liberarsi ed era impossibile catturarlo, mordeva, soffiava  e si divincolava.

     

     

    La mattina successiva Bruce era in coma ricoperto da insetti larve e bachi: Sandra era tornata sul posto lo aveva avvolto in una coperta e lo aveva portato dalla dottoressa Stefania Fagotti, titolare della "Clinica Veterinaria del Chianti".

     

    La dottoressa Fagotti immediatamente valutò che il caso era disperato, ma iniziò il suo lavoro, sedò il gatto e cominciò.

     

    Per Bruce fu il principio di un calvario che durerà più di un anno: per pulirlo e medicarlo tre volte al giorno, doveva essere addormentato, la sua esistenza e sofferenza erano racchiuse dentro ad una gabbia.

     

    Anche la dottoressa Roberta si occupava delle varie terapie: a lei va il merito di avere cercato le donazioni, di essersi occupata mattina e sera del gatto dei medicamenti e dei bendaggi

     

    Le donazioni ammontarono a circa 100 euro. Era soltanto lo staff della clinica Veterinaria del Chianti che si occupava di Bruce ma il gatto non poteva rimanere in gabbia per sempre e con le ferite al collo così devastate, forse la terapia Tecar avrebbe potuto aiutarlo ma era troppo costosa.

     

    Da un paio di generosi donatori arrivò la prima importante cifra e, con un po' di cuore e spargendo la voce, la somma raggiunse 1.200 euro.

     

    Bruce fu ricoverato presso lo Studio di Fisioterapia Veterinaria della dottoressa Nardelli. Seppur non addomesticato collaborava, ma  dopo  il miglioramento ritornò in gabbia; la ferita era troppo estesa, non si rimarginava. E poi Bruce si grattava, si toglieva le bende e le ferite non si chiudevano.  

     

    Per toglierlo dalla gabbia venne tentata anche la strada dell'adozione attraverso l'Associazione Verde e Cani, di cui Rossella Armetta è presidente: Rossella si adoperò instancabilmente per la ricerca di un rifugio, ma non ci fu modo.

     

    Il trapianto della pelle è infattibile, il gatto ha una malformazione cardiaca: la visita eseguita dalla cardiologa veterinaria, Carlotta Buralli, a cui è stato sottoposto Bruce ha rilevato l'impossibilità per procedere a un intervento in anestesia totale.

     

    La cura con l'apparato EmoLED consiste in una applicazione di un fascio di luce nella zona colpita della durata di un minuto alla settimana.

     

    E così, tutti i martedì per un minuto soltanto di ogni settimana, per 5 mesi, persone instancabili portano Bruce a Pisa. Dopo due mesi di irradiazioni e pendolarismo il gatto non ne vuole  più sapere di stare in gabbia e in macchina, è costretto a sopportare le code in FI/PI/LI e talvolta le attese in sala sono lunghe. Il ritorno a casa è uno sfinimento, piange e si divincola.

     

    Alla fine di maggio la cura viene interrotta, basta viaggi basta stress basta stare in gabbia. È Gloria che accoglie Bruce in casa, mette a disposizione una stanza della sua abitazione solo per il gatto e Bruce avrà tutto lo spazio che gli occorre per muoversi, per rinforzare i suoi muscoli atrofizzati da un anno chiuso in uno spazio delimitato da sbarre. E poter iniziare il suo percorso di guarigione amorevolmente assistito.

     

     

    Non sapremo mai a chi appartenesse Bruce ma oggi, dopo mesi di devozione totale a cui Gloria non si è mai sottratta neppure economicamente, rinunciando ai propri spazi, come tutti coloro che accolgono animali disabili, per Bruce è iniziato un periodo migliore. La strada è ancora molto lunga e ce la farà, intanto ha trovato un amico che gli fa compagnia.

     

    A luglio si è presentato a casa di Gloria un gatto nero: era già cieco da un occhio mentre l'altro penzolava fuori dall'orbita: era dentro un vaso di fiori e miagolava. Portato dalla dottoressa Fagotti e operato, Spigo è diventato l'amico intimo non vedente di Bruce.

     

    Ed è stato proprio Bruce che ha incoraggiato Spigo a uscire fuori dal portone di casa. Condividono il cibo gli spazi e le loro passeggiate in campagna, assieme agli altri gatti malati e al protettivo cane Kim e alla loro amatissima padrona Gloria.

     

    Alla fine di questa storia (che ci è stata raccontata da Sandra Camilleri), che sinceramente ci ha commosso, non possiamo non inserire l'elenco di coloro che si sono prodigati perché potesse concretizzarsi. Oltre tutto.

     

    Clinica Veterinaria del Chianti della Dottoressa Stefania Fagotti coadiuvata fino a dicembre dalla Dottoressa Roberta; Dottoressa Martina; Dottor Massimiliano; Allison; Gloria; Professor Iacopo Vannozzi e Dottoressa Teodora Bocci Ospedale Veterinario Mario Modenato Dipartimentoto Scienze Veterinarie Università di Pisa; Dottoressa Carlotta Buralli Università di Pisa Fisioterapia Veterinaria; Dottoressa Nardelli.

     

    Tutti i donatori; Sandra e Caterina. Un ringraziamento particolare va a Claire e alla dottoressa Francesca Serena Dirigente Veterinario USL Toscana.

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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