SAN CASCIANO – Quando il drappo rosso è calato lentamente sull’altare maggiore della Collegiata Propositura di San Cassiano, lasciando intravedere piano piano il Crocifisso restaurato, nessuno come era ipotizzabile ha battuto le mani quando è tornato al cospetto dei fedeli, forse troppo impegnati a sorreggere i telefonini per riprendere l’evento.
Così, nella nuvola d’incenso che si stava diradando, ecco il bellissimo Crocifisso ligneo del 1500 attribuito a Baccio da Montelupo in tutto il suo splendore.
"Ogni volta che alzavo gli occhi sopra l’altare e non lo vedevo, lì dove per anni era sospeso, mi rattristavo non potendo condividere con lui le mie preghiere, quelle che per anni gli avevo affidato, ma oggi è tornato ed è una grande gioia".
Sono queste le parole che ci ha affidato un’anziana signora, non certo l’unica felice per l’evento.
Il restauro è stato interamente finanziato dall’Accademia dei Perseveranti di San Casciano, associazione fondata nel 1854, e che grazie a cinque sancascianesi ottenne il terreno per edificare il Teatro Niccolini, situato in quella che oggi è via Roma.
Oggi l’Accademia è un’associazione senza scopi di lucro che si occupa di promuovere la cultura sul territorio: negli ultimi anni ha dato un contributo importante per realizzare alcune aule dell’asilo in piazzetta Simone Martini, ha elargito vari contributi alle realtà culturali e umanitarie della zona, ma anche per la realizzazione di un pozzo in Africa.
"Questa ultima donazione per il Crocifisso – ha detto Elisabetta Ciappi, presidente dell’Accademia dei Perseveranti – è la cosa più importante. Perché rendere al suo originario splendore quest’opera d’arte penso sia la cosa che più gratifica la nostra comunità".
Dopo i ringraziamenti del proposto don Massimiliano Gori, oltre a Elisabetta Ciappi hanno preso la parola l’assessore alla cultura del comune di San Casciano Chiara Molducci, il diacono Alessandro Bicchi dell’ufficio Arte Sacra della Diocesi di Firenze, Maria Pia Zaccheddu funzionario Soprintendenza Sabap Firenze.
Per L’Atelier s.n.c. restauro di beni culturali ha parlato la sancascianese Angela Matteuzzi, a nome anche di Lucia Cioppi e Beatrice Borgognoni, ripercorrendo alcuni passi sulla storia del Crocifisso, ma soprattutto le emozionanti fasi del restauro, come le indagini scientifiche non invasive da parte del CNR-ICVBC.
Ma non solo: il Crocifisso è stato portato nei laboratori di diagnostica all’ospedale di Careggi, a Firenze, dove è stata eseguita una Tac dando un fondamentale contributo alla ricerca.
A conclusione della presentazione, la Messa Solenne presieduta da padre Lorenzo Russo abate Generale emerito di Vallombrosa, pastore della Badia a Passignano.
Al suono dell’organo e dopo la benedizione, il Crocifisso è stato scoperto: stavolta non più sospeso sulla navata centrale, ma poggiato sopra l’altare maggiore su una nuova croce, ricavata da una trave di quercia del ‘400 proveniente proprio dall’Abbazia di San Michele Arcangelo a Badia a Passignano.
Tutta la documentazione del restauro sarà presentata durante una conferenza la cui data al momento è da stabilire. E non si esclude che da tutto ciò, possa nascere anche una pubblicazione.
di Antonio Taddei
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