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giovedì 25 Aprile 2024
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    “Dando”, non ci sei più da due settimane. Ecco come sei ancora nei cuori di tutti

    La mamma Elvira, la fidanzata Bianca, l'amico Andrea: il ricordo di un ragazzo davvero speciale

    MARCIALLA (BARBERINO VAL D'ELSA) – Venuto a mancare due settimane fa (il 5 ottobre) a soli 32 anni, Alessandro Parrini era uno come ce ne sono pochi.

     

    Allegro, testardo, dinamico, generoso, determinato. Una faccia gioviale e solare, che metteva di buon umore. Sempre curato e in ordine, lo scrigno esterno racchiudeva un tesoro dentro. Un vulcano di idee, energia e passioni: era tutto questo e molto altro.

     

    Rasato, sigaretta in bocca, i tatuaggi. Un selfie sui social che lo immortalava con i suoi amici e la fidanzata in una delle mille attività che ha provato e lo hanno divertito: quad, rafting, equitazione.

     

    O magari con la moto parcheggiata davanti e un panorama mozzafiato alle spalle: aveva una sensibilità particolare per le foto e una tecnica davvero buona.

     

    SORRIDENTE – In montagna, al lago di Braies

     

    Conosciuto come “Dando”, Alessandro ha sempre vissuto in piazza Brandi a Marcialla. Da piccolo si affacciava alla terrazza di camera per “fare il papa” (così diceva lui, scherzando).

     

    Era un bambino paffutello: amoroso e agitato al tempo stesso. In paese lo chiamavano “la sirena di Marcialla”, perché quando giocava, correva o andava in bici, cadeva sempre e cominciava a piangere.

     

    Studiare non faceva per lui. Ma in compenso aveva una manualità innata. Ed era un lavoratore instancabile. Da giovanissimo trovò il suo primo impiego dal Bacci, nell’officina che produce particolari per auto da corsa.

     

    Poi, dal 2007, è stato assunto alla S.a.i.m., una piccola azienda di Marcialla che per lui era una seconda famiglia. Qui, con dedizione e impegno, svolgeva un mestiere d’altri tempi: il falegname.

     

    “Gli faceva filo tutto – a parlare è Andrea Ruffoli, il suo miglior amico: sul polso la scritta appena tatuata “Voglio pensare che ancora mi ascolti e allora sorridi”, la stessa che aveva Alessandro in ricordo del nonno – Gli sci, la moto, la corsa, il gommone, il calcio”.

     

    “Quando si metteva in testa una cosa – prosegue – era difficile dissuaderlo. Più di dieci anni fa ha cominciato ad andare in palestra a Tavarnelle e a seguire una certa alimentazione: da allora non ha mai smesso”. 

     

    CON GLI AMICI – Alessandro e Bianca (a centro) con Andrea e Guendalina

     

    “Il week end per noi era sacro – racconta Andrea – Il venerdì sera in inverno andavamo a ballare a Firenze: o Otel o serata “undergound” al Tenax. Da lì, in piena notte, partivamo per il Corno alle Scale. Dove prendevamo una casa per sciare il sabato e la domenica”.   

     

    “Viaggiare non lo entusiasmava particolarmente – aggiunge la fidanzata, Bianca Naldini – Gli piaceva la montagna e in estate andava volentieri al mare. Ma lui stava bene anche qui, a casa”.  

     

    “Salutava tutti – ricordano sorridendo – Ogni tre per due si fermava a chiacchierare con qualcuno. E, quando attaccava bottone, non finiva più”.

     

    “Alessandro la vita la mordeva – dice la mamma Elvira, a cui era molto legato – Non rimandava mai a domani. Aveva i suoi hobby e ci investiva: l’unica cosa per cui qualche volta si bisticciava era perché era spendaccione. Ma era anche tanto disponibile: in casa ci dava un grande aiuto”.

     

    “Ultimamente era felice come non mai – si commuove Elvira, una donna dolce e forte al contempo, da ammirare – Scoppiettante come un fuoco d’artificio, traboccava d’amore per Bianca. Era in paradiso anche in terra”.

    di Noemi Bartalesi

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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