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venerdì 19 Aprile 2024
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    Castellina in Chianti: scavi archeologici per riscoprire la storia più antica

    Al via la seconda fase di indagine fra Castellina e Fonterutoli. Sulle orme di un insediamento etrusco

    CASTELLINA IN CHIANTI – Castellina in Chianti continua a riscoprire il suo passato più antico.

     

    In questi giorni, infatti, sta prendendo il via una nuova campagna di scavo nella necropoli etrusca di Casa Rosa al Taglio, tra Castellina in Chianti e Fonterutoli, che rappresenta la seconda parte dell’indagine archeologica avviata lo scorso anno su concessione del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.

     

    Gli scavi, che nella prima fase hanno portato alla scoperta di due tombe a camera d’età Arcaica risalenti al VI secolo a.C., sono sostenuti e promossi da Comune di Castellina in Chianti, Museo Archeologico del Chianti senese e Gruppo Archeologico Salingolpe.

     

    La fase in partenza coinvolgerà anche alcuni studenti dell’Università degli Studi di Siena.

     

    Le due tombe scoperte nella prima parte degli scavi con corredi funebri costituiti da ceramica d’impasto, bucchero e ceramica etrusco-corinzia testimoniano la presenza di un insediamento etrusco tra Castellina e Fonterutoli.

     

     

    La posizione era strategica per il controllo del territorio e lungo un itinerario frequentato dagli Etruschi, come conferma la distribuzione di altre necropoli arcaiche nelle località di Montecalvario, Poggino e Maciallina, molto utilizzato anche nel Medioevo, dal momento che era parte della Via Romea Sanese che collegava Firenze a Siena e alla Francigena.

     

    Lo stesso percorso è oggi pressoché ricalcato dalla Strada regionale 222 Chiantigiana. In età romana, fra la metà del I secolo a.C. e il I secolo d.C., nella zona compresa tra le due tombe scavate finora sorse probabilmente una casa, come testimoniano i materiali in ceramica e alcune monete rinvenute nella zona sotto un accumulo di terra che copriva lo strato di pietra calcarea sfruttato in epoca successiva.

     

    L’estrazione della pietra ha portato alla parziale distruzione delle pareti delle tombe a camera e della casa romana, producendo uno strato esteso di scaglie di pietra lungo il fronte di cava e di un dosso di terra immediatamente a valle.

     

    La seconda fase degli scavi archeologici punterà a portare a termine lo scavo della seconda tomba individuata e a proseguire l’indagine della stratificazione di terra e scaglie di pietra prodotta dall’escavazione della pietra.

     

    L’obiettivo primario è quello di definire la datazione di questa operazione, che potrebbe essere collegata all’imponente costruzione delle fortificazioni quattrocentesche della vicina Castellina in Chianti.

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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