GREVE IN CHIANTI – Le porte del carcere di Sollicciano si sono chiuse alle spalle del macellaio grevigiano Giovambattista Fabiani nel pomeriggio di ieri, martedì 22 gennaio.
No, non pensate male. Fabiani è entrato in carcere come volontario, per una giornata di formazione di dieci detenuti nell'ambito di un progetto finanziato da fondi europei (coordinato dalla Regione Toscana).
Dieci detenuti dicevamo, cinque italiani e cinque stranieri, tutti con pene molto lunghe da scontare: accanto a Fabiani, che ha insegnato tutti i segreti dell'arte del "beccaio", Gianni Campagna dell'Associazione Cuochi Fiorentini (nella foto in alto sono insieme), più il tutor di aula, Eduardo Sassoli, di IAL (Innovazione Apprendimento Lavoro) Toscana.
"Tutti i giorni fanno qualcosa di diverso – ci racconta Fabiani al rientro a Greve in Chianti – Ieri ad esempio abbiamo iniziato disossando interamente un pollo, facendo le varie parti per poi cucinarle in modi diversi. Dalla fettina impanata alle cosce e le ali in forno".
"Poi – prosegue Fabiani – abbiamo preso una frusta di pane, l'abbiamo farcita con un impasto a base di macinato di carne; poi tagliato delle girelline che sono state cotte in padella".
"Questo progetto – rimarca il macellaio grevigiano – serve per insegnare loro un mestiere. Alla fine faranno un esame e lavoreranno in carcere. Oltre a me come macellaio, hanno partecipato Maria Campagna, Nicola Schiroppo e Antonio Petrucci (fanno tutti parte dell'Associazione Cuochi Fiorentini)".
"Devo dire – conclude Fabiani – che mi sono emozionato quando sono venuto via. E' stata un'esperienza davvero toccante in tutti i sensi: per quello che ho visto, per quello che ho sentito. Loro mi hanno fatto tantissime domande sulla carne, sui tagli, sull'allevamento, sulla macellazione. E quello che hanno cucinato lo abbiamo mangiato tutti insieme".
di Matteo Pucci
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