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venerdì 29 Marzo 2024
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    Quirina Cantini e il M5S che non si candida: “Rammarico per un MoVimento stravolto”

    Le parole di colei che nel 2014 fu candidata sindaco: "Il gruppo di Bagno a Ripoli fra i più onesti e rigorosi"

    BAGNO A RIPOLI – E' una lunga riflessione. Affidata ai canali social. Con la quale Quirina Cantini, candidato sindaco del MoVimento 5 Stelle nel 2014 a Bagno a Ripoli, sostituita poi (nella logica dell'alternanza) da Paolo Sartoni durante la legislatura, commenta la mancata candidatura alle amministrative 2019 del M5S.

     

    "Scrivo a titolo del tutto personale – premette – Per una forma di rispetto nei confronti del percorso politico fatto, intendevo esprimere il mio parere dopo le elezioni per non dare indiretto sostegno alle altre forze politiche, di governo o meno, i cui programmi e la cui condotta non condivido".

     

    "La mancata certificazione della lista a Bagno a Ripoli – rimarca – mi obbliga tuttavia a manifestare il mio rammarico nei confronti di un movimento stravolto ma anche a ringraziare gli amici che si sono impegnati in questi anni ed in questi mesi. Sicuramente la poca esperienza ha condotto ad errori, ma gli errori non sono stati risolti equamente dai vertici".

     

    "Come in uno dei migliori romanzi orwelliani – accusa – ognuno è stato giudicato secondo la convenienza. Senza considerare la superficialità con cui lo "staff" ha gestito in questi anni il territorio".

     

    "Il gruppo di Bagno a Ripoli – rivendica – è stato tra i più onesti, corretti, rigorosi, attenti, di tutti i Meetup toscani. Grazie a tutti i volontari che hanno contribuito affinché l'amministrazione Pd di Bagno a Ripoli avesse – quanto meno – una voce fuori dal coro, un nuovo modo di fare politica, un tentativo di alternativa".

     

    "Grazie a chi ha speso tempo – sostiene – soldi, studio, per una comunità che non percepisce il ruolo fondamentale delle opposizioni nell'ambito di una discussione sul territorio e che preferisce creare una rete di amicizie e conoscenze consolidate, trovare i canali preferenziali e risolvere i problemi individualmente".

     

    "Grazie ai pochi che hanno trascorso le serate in circoli che li hanno accolti a fatica – dice ancora – per riunioni fiume dove si studiavano strategie di difesa dei principi di ecologia, risparmio di spese, democrazia, che hanno avuto rare manifestazioni di consenso da parte dei cittadini".

     

    "Grazie a chi ha creduto veramente alla Carta di Firenze – sono ancora le sue parole – ai punti del programma, al lavoro disinteressato, alla restituzione dei benefici, alla "democrazia diretta": tutti specchietti per le allodole di una truffa colossale. Grazie a tutte le allodole come me".

     

    "L'impegno sociale e comunitario – conclude – almeno per me, non si fermerà, finché le regole di questo Paese lo permetteranno (e anche dopo). Abbiamo avuto una grande, grandissima occasione. Peccato, davvero peccato che sia andata sprecata per mano degli stessi italiani che ne avrebbero beneficiato".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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