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martedì 23 Aprile 2024
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    Enzo Viti, 80 anni. La storia dell’uomo che… sussurra ai panni verdi dei biliardi

    L'incontro, grazie a Lorenzo Calosi e Alessandro Vannozzi, durante i suoi "interventi" fra Tavarnelle e San Donato

    TAVARNELLE (BARBERINO TAVARNELLE) – Apparentemente un biliardo è un panno delimitato dove si cozzano tre palle, proprio come una partita di calcio è sbrigativamente classificata in 22 scemi che rincorrono un pallone.

     

    Per noi filosofi e poeti, stregati e segreti (nemmeno più di tanto) amanti del panno verde, il biliardo è uno spazio sconfinato dove si rincorrono i nostri sogni e dove le molteplici dimensioni sono costituite dalla stecca e dal cuoietto, dal tipo di colpo inferto alla palla, dalla quantità di porzione colpita e dalla forza del tiro.

     

    Fin qui la farina proviene dal sacco del giocatore, ma la scorrevolezza del tavolo, la risposta delle sponde, la perfezione della geometria di un biliardo dipendono da chi lo ha costruito e da chi ne fa la manutenzione.

     

    Dipendono da Enzo Viti. 80 anni finiti, unico ed ultimo artigiano e artista del biliardo nella zona, Enzo cambia il panno a un tavolo completamente smembrato nel Circolo Culturale ricreativo La Rampa, a Tavarnelle. Poi al circolo di San Donato in Poggio e all'Mcl, sempre a Tavarnelle, completamente ristrutturato.

     

    "Ho iniziato a fare questo lavoro a 11 anni dal Mari a Siena – racconta mentre tira e imbulletta la stoffa su una sponda corta – a 17 anni ero già operaio specializzato di prima, avevo già una bella esperienza! all'epoca solo a Siena c'erano 5 ditte che fabbricavano biliardi, in ogni bar c'era un tavolo e il lavoro non mancava".

     

    Anche il fratello di Enzo lavorava nel settore da mantovani. Nel 1966 nasce la ditta individuale Viti ed Enzo in proprio costruisce tavoli, fa manutenzione e continua a collaborare col Mari.

     

     

    Da lì a qualche anno anche il fratello si metterà in proprio dando vita al marchio Vi-Ga. Dopo 53 anni la marca Viti è sopravvissuta a tutti i suoi concorrenti grazie alla grande competenza e passione di Enzo e forse grazie anche al fatto che non ha mai voluto ingrandirsi e avere dipendenti.

     

    L'altra faccia della medaglia ci consegna altresì l'ultimo custode di un'arte destinata a sparire perlomeno a questi altissimi livelli di esperienza e competenza. Enzo però non sembra aver perso l'entusiasmo né il sorriso, caratteristica di chi fa le cose con piacere… .

     

    Gli chiediamo: ha mai giocato a biliardo?: "Prima giocavo, una volta rimesso il panno prendevo le palle e provavo le sponde facendo qualche tiro, ma chi era stato lì fino a poco prima a guardarmi se ne andava evidentemente poco soddisfatto della mia bravura. Allora ho smesso!" ricorda Enzo.

     

    Adesso infatti appena finito di restaurare il tavolo, lo copre col telo d'ordinanza, proprio come fa l'artista con la sua opera, senza neppure provarlo, in attesa che il giocatore lo scopra e si pascia delle emozioni del gioco dei giochi, grazie alla maestria di chi lo ha reso, lo rende e lo renderà possibile finché il biliardo avrà vita, e Viti!

     

    Lorenzo Calosi

    (Foto di Alessandro Vannozzi)

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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