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giovedì 25 Aprile 2024
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    Estremismo di destra a Siena e provincia, Potere al Popolo: “Sconvolti, non sorpresi”

    "Da anni registriamo e ci scontriamo con un crescendo di violenza verbale e fisica che viene da quelle parti"

    SIENA – Si risveglia sotto choc la provincia senese, dopo l'operazione della polizia di Firenze e Siena coordinata dalla Dda che ieri, martedì 12 novembre, ha riguardato 12 persone appartenenti agli ambienti dell'estremismo di destra. Indagati per detenzione abusiva di armi correlata alla costituzione di un'associazione con finalità eversiva.

     

    Due indagati dell'inchiesta sono stati arrestati in flagranza per detenzione illecita di esplosivo e di parte di ordigni bellici: Andrea Chesi, 60 anni, bancario, e il figlio Yuri, 22 anni.

     

     

    Eseguite numerose perquisizioni a abitazioni e uffici in provincia di Siena. I destinatari del decreto di perquisizione nell'inchiesta della Dda di Firenze su un gruppo di estrema destra operante nel Senese sono tutti incensurati e tra loro figurano anche tre dipendenti della banca Monte dei Paschi di Siena.

     

    Fra i dettagli più inquietanti, quello relativo al fatto che il gruppo avrebbe progettato, salvo poi rinunciare, di far esplodere la moschea di Colle Val d'Elsa.

     

    "Quanto sta avvenendo in queste ore nel nostro territorio – dice il giorno dopo Potere al Popolo della provincia di Siena – è sconvolgente ma non sorprendente. Dodici indagati a Siena e provincia nell’ambito di un’inchiesta coordinata dalla direzione distrettuale antimafia di Firenze, accusati di eversione e detenzione di armi illegali. L'operazione è stata resa possibile grazie ad intercettazioni nei confronti di appartenenti agli ambienti dell’estremismo di destra".

     

    "Ma sono anni – rilanciano – che registriamo e ci scontriamo con un crescendo di violenza verbale e fisica che viene da quelle parti. Spesso ci troviamo a dover fronteggiare aggressioni in strada da parte di giovani di estrema destra che evidentemente si sentono le spalle coperte".

     

     

    "Quindi – dice ancora PaP – quanto accaduto è un promemoria per quelli che sottovalutano il problema e credono che si tratti (solo) di un manipolo di revisionisti ignoranti e anche un po' folkloristici. Si tratta invece di soggetti criminali, portatori insani di odio ed intolleranza, inclini alla violenza on ogni sua sfaccettatura. Anche i soggetti più fragili che si avvicinano a causa del deserto sociale e della lontananza della pseudosinistra dal popolo, rischiano di finire in spirali da cui è difficile uscire".

     

    "Suggeriamo – rilanciano – di monitorare anche i covi neri in Salicotto e in Santa Caterina, frequentati non solo da individui fuori dal mondo ma da soggetti dannosi per la comunità. È evidente che la battaglia culturale al revisionismo non è l'unica strada che si può perseguire".

     

    "Non basta conservare la memoria storica – concludono – Non bastano le battaglie sul piano elettorale. Si devono chiudere le sedi, arrestare i criminali e rieducare i più giovani che sono stati plagiati. Ma soprattutto devono essere rioccupati i vuoti sociali e culturali lasciati da una sinistra istituzionale e istituzionalizzata che lavora a sua insaputa per la destra. Queste sono, per noi, le soluzioni".

    di REDAZIONE

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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