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giovedì 28 Marzo 2024
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    Restauro chiesa della Madonna della Neve: l’ultimo “sigillo” è un libro

    Le origini, la storia, il recupero: di Francesco Nannoni. Una comunità che ha compiuto un'opera eccezionale

    SAN DONATO IN POGGIO (BARBERINO TAVARNELLE) – L’ultimo “sigillo” nel percorso intrapreso per il restauro della chiesa di Santa Maria della Neve, nel centro storico di San Donato in Poggio, è stato posto con un libro.

    “La Chiesa di Santa Maria della Neve a Son Donato in Poggio le origini, la storia, il restauro” a cura di Francesco Nannoni, presentato giovedì 5 dicembre nella stessa chiesa dove, grazie all’impegno di persone che si sono costituite in un comitato per il restauro della chiesa, si è arrivati a centrare un obiettivo che sembrava impossibile.

    Ovvero il restauro e la riapertura alle funzioni religiose di questo splendido gioiello incastonato tra antiche mura.

    Erano presenti il presidente del Comitato Marco Mecacci, l’autore del libro Francesco Nannoni, don Giuliano Landini presidente IDSC (Istituto Diocesano Sostentamento del Clero), e Simone Ninci.

    Ad aprire la serata Marco Mecacci, nato e cresciuto in piazza Malaspina: la chiesa di Santa Maria della Neve l’ha visto come chierichetto a servire le prime Messe insieme ad altri coetanei, compagni anche di vita.

    “Questo ricordo è particolarmente dolce – ha detto Mecacci – perchĂ© la domenica all’uscita della Messa mio nonno mi comprava una pasta, la pesca con l’Alchermes, al vicino forno”.

    Trasferitosi a Firenze, non ha smesso mai di amare il suo paese, la sua chiesa, tanto che quando venne a sapere della chiusura e della possibilità che la chiesa poteva essere venduta, ecco che anche con parte degli amici dell’adolescenza, ha dato vita al Comitato portando a termine il restauro e la riapertura della chiesa.

    Francesco Nannoni ha voluto poi imprimere su carta non solo la descrizione del restauro, ma anche una documentazione storica divisa in tre capitoli, corredati di foto e disegni.

    “Ho iniziato a lavorarci nel settembre 2018 – ha detto ai presenti Nannoni – dopo la riapertura della chiesa avvenuta nel luglio dello stesso anno, ed è il mio primo libro. A tale proposito devo ringraziare per l’aiuto Alessandro Ninci, con il quale ho condiviso la stesura di alcuni testi storici, Joanna Mallin Davies e Miranda Sorbi, per la traduzione in inglese, Elvio Pierattini, per gli scatti fotografici che mettono in risalto cose che a occhio nudo non sarebbero rilevabili. Angela Consaldini per il prezioso aiuto nella correzione delle bozze e Laura Cubattoli per aver sopportato i miei tormentoni in tutto questo periodo”.

    “Un grazie – ha detto ancora Nannoni – va anche alla proprietĂ  della chiesa, l’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero, nella persona di don Giuliano Landini e del direttore Enrico Viviano, la Fondazione Cassa di Risparmio di Firenze, l’architetto Giulio Mazzetti e l’ingegner Corti, l’architetto Michele Cornieti della Soprintendenza di Firenze, l’impresa Edile Massimo Checcucci, la ditta di restauri Marco Bacci e le assistenti, le imbiancature di Giuseppe Gazziano e Gino Giannini, Paolo Agresti per l’impianto elettrico e illuminotecnico, le donne e gli uomini di buona volontĂ  che si sono rimboccati le maniche ed hanno realizzato le rifiniture finali”.

    “Un grande grazie – ha concluso – anche a chi mi ha dato una mano nella realizzazione e documentazione del libro, a Mariano Nencini della Grafiche Nencini, Riccardo Nuti della Fattoria di Montecchio e ChiantiBanca per aver sponsorizzato il libro”.

    Così don Giulio Landini presidente IDSC di Firenze: “La motivazione che ha coinvolto l’Istituto di Sostentamento del Clero nell’assecondare l’ardito progetto del comitato, risiede nella decisa volontĂ  di quest’ultimo di restituire all’antico borgo un edificio che, ne costituisce memoria d’identitĂ . Ma, soprattutto, ciò che ho potuto ammirare è stata la decisione di diversi soggetti istituzionali che hanno accompagnato la rinascita di questa chiesa, uniti agli abitanti di San Donato”.

    “Purtroppo – ha proseguito don Landini – per tante chiese non sarĂ  possibile un recupero come questo. La diversa distribuzione delle persone nelle campagne, le trasformazioni culturali, la diminuzione numerica dei sacerdoti, fanno sì che si potranno salvare solo quelle circondate dalla presenza fisica di persone. Sono 50 le chiese che prossimamente saranno ridotte allo stato profano, e questo davvero ci addolora. Ecco allora che grazie anche a questo comitato che la chiesa di Santa Maria della Neve ha nuova vita”.

    Alessandro Ninci ha ringraziato tutti i presenti, non nascondendo l’emozione di avere avuto la possibilità di tenere tra le mani antichi documenti della Compagnia.

    Il saluto finale è stato portato dal sindaco di Barberino Tavarnelle David Baroncelli, che ha evidenziato l’importanza di vedere una comunità che, intorno a un progetto e a varie difficoltà, si raccoglie e si riunisce. E costruisce una via diversa alla fine di questa importante chiesa.

    Terminiamo con la dedica che Francesco Nannoni ha scritto nel suo libro, dovrebbe mancare in nessuna casa sandonatina: “Al popolo di San Donato in Poggio”.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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