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venerdì 19 Aprile 2024
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    A lui è intitolata una delle vie storiche di San Casciano: alla sua scoperta con il professor Otello Pampaloni

    SAN CASCIANO – Un’altra opera andrà ad arricchire la comunità di San Casciano: è il libro, fresco di stampa, scritto dal professor Otello Pampaloni “Giuseppe Sarchiani. Nel panorama storico-culturale della Toscana Leopoldina e Napoleonica”, edito dal Gruppo La Porticciola con il patrocinio del Comune: sarà presentato sabato 25 ottobre alle 17.30 nella sala della biblioteca comunale, in via Roma 37.

     

    Tanti abitanti del paese conoscono molto bene via Borgo Sarchiani: una tra le più antiche strade, animata un tempo da tante botteghe e da antichi mestieri scomparsi. La via dalla quale si accedeva alle Officine Tipografiche Stianti.

     

    Ma forse in pochi oggi sanno chi era… Sarchiani: proprio qui, al civico 52, nacque appunto Giuseppe Sarchiani.

     

    A testimonianza sulla facciata vi è una lapide con scritto: "A Giuseppe Sarchiani Letterato economista insigne Degno della fiducia di Pietro Leopoldo E dell’elogio del sommo Niccolini il Municipio di S. Casciano li 6 giugno 1896".

     

    Abbiamo incontrato l’autore pochi giorni prima della presentazione del libro.

     

    Professor Pampaloni, chi era Giuseppe Sarchiani?

    "Praticamente sarebbe l’ultimo di quei sei sancascianesi illustri che abbiamo individuato: il primo don Tebaldo Pellizzari, poi il colonnello Torello Bartalesi, l’attore Antonio Morrocchesi, il fondatore del monastero delle Benedettine Lucardesi, il pittore Tito Chelazzi. E, appunto, Giuseppe Sarchiani".

     

    Come è nata la ricerca?

    "Grazie al professor Paolo Nanni mi furono fornite delle fotocopie di una parte degli atti raccolti in cinque volumi custoditi nell’Accademia dei Georgofili a Firenze, atti firmati da Sarchiani quando era segretario negli anni che vanno dal 1791 fino al 1817. Questi mi servirono in un primo momento per un piccolo profilo biografico su una pubblicazione, poi li misi da una parte".

     

    Fino a quando ha deciso di scrivere il libro…

    "E’ stata un’idea condivisa assieme a Fabrizio Fornera e Antonio Zecchi del Gruppo La Porticciola. Dopo avere riletto questi atti è nata l’idea di far conoscere ai sancascianesi chi fosse Giuseppe Sarchiani. La prima parte della pubblicazione riguarda la sua attività come membro dell’Accademia della Crusca. Fu nominato da Napoleone Bonaparte in quanto l’Accademia fu fusa da Pietro Leopoldo con tre altre accademie, quella dei Georgofili, degli Apatisti e della Crusca, chiamandola Accademia Fiorentina".

     

    E poi…?

    "Quando Napoleone Bonaparte venne in Italia, volle ripristinare l’Accademia della Crusca in quanto gli interessava fosse ripubblicato il famoso Vocabolario, la cui prima edizione risale 1612. Così il 2 settembre del 1808 nominò sette dirigenti, tra questi Giuseppe Sarchiani, che diventò Segretario con decreto napoleonico: "Monsieur Sarchiani, qui remplira les fonctions de Sécretaire…"".

     

    Una storia affascinante…

    "Sarchiani dunque lavorò alla quinta edizione del Vocabolario della Crusca, un processo difficile e complicato: arrivato alla lettera “O” infatti non fu mai terminato. Interessante un suo discorso fatto all’Accademia sulla preminenza della lingua Toscana rispetto a tutti gli altri dialetti italiani".

     

    Cosa si sa della vita di Sarchiani passata a San Casciano?

    "I primi studi li fece a San Casciano sotto la guida di Francesco Guarducci; poi si trasferì a Pisa, dove si laureò in legge esercitando l’avvocatura per circa sei anni. Dopodiché fu chiamato a Firenze dal Granduca Pietro Leopoldo per dargli una mano nelle riforme di carattere giuridico amministrativo, per poi entrare a fare parte dell’Accademia dei Georgofili".

     

    Quando morì?

    "Nel 1821, fu sepolto in Santa Croce a Firenze, dove Giovan Battista Niccolini compilò l’orazione funebre".

     

    Per scoprire tanto altro su questo illustre sancascianese quindi, l'appuntamento è fissato per sabato 25 ottobre alle 17.30 nella sala della biblioteca comunale, in via Roma, 37.       

     

    di Antonio Taddei

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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