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sabato 20 Aprile 2024
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    Polemiche-urbanistica: durissima replica del segretario comunale del Pd Paolo Saturnini

    GREVE IN CHIANTI – "Molto raramente, in questi dieci anni che sono passati  dalla conclusione della mia esperienza di sindaco,  sono intervenuto nel dibattito politico. L’ho fatto solo quando sono stato costretto. E le dichiarazioni dell’ex sindaco Alberto Bencistà (clicca qui per leggere l'articolo) sono troppo gravi per essere sottaciute".

     

    E' a dire poco arrabbiato Paolo Saturnini, sindaco di Greve in Chianti dal 1990 al 2004, oggi segretario comunale del Pd: "Mi riferisco alla vicenda della lottizzazione di Palaia a Chiocchio – dice – E’ bene ricordare che Bencistà è stato sindaco di Greve non solo nell’ultimo quinquennio, ma per ben 12 anni consecutivi dal 1978 al 1990. La  previsione della lottizzazione di Palaia risale ai primi anni ’70 ed era contenuta nel Piano di Fabbricazione vigente in quel periodo".

     

    "Come mai – domanda pubblicamente – non è  venuto in mente a Bencistà di cancellare quella previsione? Avrebbe potuto farlo tranquillamente, ha avuto 12 anni di tempo di farlo, ma non lo ha fatto".

     

    "Il sottoscritto – prosegue – diventato sindaco nel 1990, si rende ben presto conto che le previsioni contenute nello strumento urbanistico vigente sono ridondanti e, soprattutto, sono foriere di scempi ambientali e paesaggistici. Così, con una variante che si chiamerà appunto “di tutela e salvaguardia”, nel 1994, cancella la gran parte di quelle previsioni,  evitando, per sempre, l’edificazione di oltre 250.000 metri cubi di nuove edificazioni sul territorio del Comune di Greve".

     

    "In pratica – evidenzia Saturnini – con quella variante si cancellano tutte le previsioni di aree abitative e produttive “satelliti” rispetto ai centri abitati esistenti e si riconduce lo sviluppo edilizio, ai centri abitati medesimi ed alle loro adiacenze. Un bel salto, anche dal punto di vista culturale, oltre che ambientale e paesaggistico (oggi che tutti si sciacquano la bocca con il Pit)".

     

    "Purtroppo – ricorda – non tutti accettano supinamente la cancellazione di diritti acquisiti e i proprietari dei terreni di Palaia fanno ricorso al Tar e lo vincono. Ciononostante il sottoscritto tenta ugualmente di limitare il danno e si fa promotore di una mediazione al ribasso: da 40.000 metri cubi le volumetrie previste scendono  a 29.000 metri cubi. Non è un risultato da poco, ma era l’unica strada possibile, quella della mediazione".

     

    "Non bisogna dimenticarci mai – dice ancora Saturnini – che viviamo, fortunatamente, in uno stato di diritto e che nessuno, nemmeno la pubblica amministrazione, può azzerare i diritti acquisiti. Ma l’ex sindaco Bencistà ha avuto un’altra chance: è stato sindaco per altri 5 anni, dal 2009 al 2014. Se era così semplice come dice, perché non ha cancellato allora quella previsione? Perché non l’ha azzerata?".

     

    "Troppo facile venire fuori oggi – accusa il segretario comunale del Pd – evidentemente quella previsione non si poteva azzerare! Evidentemente anche lo stuolo di avvocati che lui  ha assoldato e lautamente pagato nei suoi ultimi cinque anni da sindaco, gli hanno spiegato che non si possono cancellare i diritti acquisiti e ribaditi da un tribunale della Repubblica".

     

    "E’ del tutto evidente – dice Saturnini – che il sindaco in carica non ha altra scelta se non quella di dare il via libera a questa  previsione urbanistica".

     

    "A meno che – conclude sibillino – non voglia correre il rischio di esporre il Comune a rivalse milionarie, come quelle che si profilano per il Ferrone. O come quelle che, alla fine degli  anni ’90 il Comune di Greve in Chianti ha dovuto pagare al Castello di Uzzano (1,8 miliardi delle vecchie lire) per l’incauto esproprio, operato  dai  "Robin Hood degli anni ’70", della vigna in favore della realizzazione della prima zona Peep".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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