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venerdì 19 Aprile 2024
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    Dopo la segnalazione di cattivi odori nel capoluogo: indagine dell’Agenzia Regionale per l’Ambiente

    BARBERINO VAL D'ELSA – Nel mese di ottobre scorso sono giunti al dipartimento Arpat di Firenze alcuni esposti di cittadini che segnalavano la presenza di cattivi odori nelle vicinanze dell’abitato di Barberino Val d’Elsa.

     

    "A seguito di tali segnalazioni – dicono da Arpat – ed in accordo con il Comune interessato, il nostro personale di vigilanza e controllo si è recato sul luogo per verificare la situazione. In primo luogo si è provveduto a verificare lo stato del borro Migliorini, che scorre nella vallata sottostante l’abitato di Barberino Val d’Elsa e che si immette più a valle nel torrente Drove".

     

    "A detta del personale del Comune – specificano – che ha preso parte al sopralluogo insieme ai nostri operatori,la qualità delle acque del fosso sono notevolmente peggiorate negli ultimi anni e spesso è avvertibile un odore riconducibile agli effluenti da allevamento. Tale odore si avverte a volte anche dall’abitato di Barberino".

     

    "Arrivati presso la confluenza tra il borro Migliorini e il borro di Tignano – continuano – quest’ultimo con portata d’acqua nulla, è stato accertato che le acque erano pressoché stagnanti, di colore marrone con bollicine in superficie, a causa probabilmente di processi fermentativi di sostanze organiche. L’acqua era fortemente maleodorante ed aveva un odore tipico di effluenti zootecnici".

     

    "Il nostro personale – continuano – ha provveduto a prelevare un campione dell’acqua nel borro Migliorini rappresentativo di quanto accertato visivamente. Nelle vicinanze del borro sono presenti alcune aziende agricole che svolgono attività di allevamento suini. In particolare durante il sopralluogo in un’azienda agricola appunto dedita all’allevamento dei suini, i nostri operatori hanno accertato che il letame prodotto dai animali presenti nella stalla (circa 5 carriole al giorno), quello dei suini all’aperto ed il raschiato dalle mangiatoie viene accumulato all’interno di una concimaia".

     

    "Questa – spiegano ancora – è costituita da muretti perimetrali su tre lati e da una platea in cemento e presenta una pendenza tale da permettere al percolato, che si produce durante la maturazione del letame, di confluire nella vasca di raccolta. Il percolato è raccolto tramite una tubazione munita di bocchetta e smaltito sui terreni tramite botte".

     

    L'indagine di Arpat è stata molto minuziosa: "Le deiezioni liquide dei capi all’interno della stalla, confluiscono in una fossa tricamerale, a monte dell’impianto di fitodepurazione, dalla fossa tricamerale i liquami vengono aspirati e smaltiti sui terreni tramite botte. La fossa tricamerale, a monte dell’impianto di fitodepurazione, è costituito da nove pozzetti, dove confluisce la rete fognaria proveniente dai servizi igienici e la rete fognaria proveniente dalla stalla. Da tali pozzetti solo i reflui provenienti dai servizi igienici confluiscono nell’impianto di fitodepurazione".

     

    "Se i reflui provenienti dalla stalla non sono allontanati in tempo – sottolinea Arpat – questi si riversano nell’impianto di fitodepurazione, che, al momento dell’ispezione, si presentava in evidente stato di abbandono e assolutamente non idoneo a svolgere la propria funzione. Tutto ciò appariva confermato dalla presenza di un’area contenente liquami".

     

    "Il nostro personale di vigilanza e controllo – specificano ancora – ha poi verificato che l’impianto scarica i propri reflui, tramite pozzetto di ispezione, nel borro Migliorini e risulta autorizzato a fare ciò con atto unico Suap dal Comune di Barberino Val d’Elsa. Lo scarico, da una verifica olfattiva, si presentava costituito da reflui zootecnici e si è provveduto ad effettuare un campionamento istantaneo dell’acqua di scarico nel pozzetto di ispezione".

     

    "Esaminando il borro a monte ed a valle dello scarico – spiegano in conclusione – si notava un differente aspetto nella colorazione dell’acqua: a monte infatti appariva più limpida rispetto che a valle dove era simile a quella riscontrata nel borro Migliorini con presenza di bolle in superficie. Gli esiti del sopralluogo sono stati inoltrati al Comune di Barberino Val d’Elsa e all’Azienda Sanitaria di Firenze per quanto di loro competenza".

    di Redazione

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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