BARBERINO VAL D'ELSA – Dopo il no della giunta regionale della Toscana al progetto per la perforazione dei due pozzi esplorativi per la CO2 a Certaldo, anche il gruppo di opposizione barberinese Obiettivo Comune, che da tempo è in prima fila sulla questione, fa le sue riflessioni.
"Dopo che la conferenza tecnica della Regione aveva espresso parere favorevole – ricorda il capogruppo in consiglio comunale e presidente della lista civica Paolo Tacconi – la giunta ha deliberato per il no a fronte della precedente decisione di privilegiare il recupero della CO2 dalle emissioni della geotermia invece che estrarla dal sottosuolo. Una decisione di buon senso oltre che rispettosa della volontà dei cittadini di tutte le zone interessate".
Poi, ecco le riflessioni. La prima: "Dopo aver seguito da vicino tutti i passi della vicenda – sottolinea Tacconi – siamo sempre convinti dei molti e pericolosi rischi che questa attività presenta soprattutto in una zona come quella. Siamo quindi ansiosi di vedere le motivazioni del parere favorevole dei tecnici e continueremo ad approfondire queste tematiche".
"Riteniamo infatti – ammonisce – che si debba imparare da tutto questo ed adeguare gli strumenti di pianificazione comunali, provinciali e regionali per renderli adatti a valutare tutti questi aspetti. Dobbiamo anche vigilare, questa volta sul piano politico, che la Regione o magari lo Stato, presi dalla febbre di accentramento ed accorpamento che sembra affliggere le nostre istituzioni, non porti queste competenze ancora più lontano dai territori interessati".
Poi la seconda riflessione "di carattere più locale – dice Tacconi – Oggi la maggioranza politica che governa i tre comuni interessati rivendica il merito di aver utilizzato tutti i mezzi a sua disposizione, sia tecnici che politici, per impedire le perforazioni. Bilancio: in tre anni di battaglie siamo passati da un permesso di ricerca concesso, a minacce di ricorsi legali fino ad un parere tecnico regionale positivo ed uno stop politico”.
"Più di 10 anni fa – rimarca Tacconi – un’altra grande azienda, la SOL, aveva provato a sfruttare lo stesso giacimento di CO2, ma sul territorio di Barberino Val d’Elsa. In quel momento la lista civica Obiettivo Comune era al governo del Comune. Amministrazione e cittadini fecero “muro”, anche nel senso quasi letterale del termine, e la SOL se ne andò senza neanche arrivare alla fase preliminare del permesso di ricerca".
"Evidentemente – conclude – qualche piccola differenza di approccio ci fu e ci poteva essere anche questa volta. Continueremo quindi a mantenere alta la guardia ed a lavorare per riaffermare il diritto dei cittadini a decidere per il proprio territorio".
di Redazione
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