TAVARNELLE-BARBERINO VAL D'ELSA – Una fusione, quella fra i Comuni di Tavarnelle e Barberino Val d'Elsa, che secondo la Lega Spi-Cgil di Barberino e Tavarnelle vede un dibattito a livello politico e amministrativo che "viaggia ancora con toni bassi".
Insomma, sono i pensionati a dire alle amministrazioni comunali guidate da David Baroncelli e Giacomo Trentanovi di darsi… una mossa.
"Sono passati quasi tre anni – dicono quelli del Spi-Cgil tavarnellino-barberinese – dalla pubblicazione del nostro documento sulla situazione gestionale dei servizi socio-assistenziali e sull’ipotesi di fusione dei due Comuni".
Mandano un avviso… ai naviganti, ricordando che "le due amministrazioni comunali si sono impegnate, durante l’ultima campagna elettorale, ad avviare il processo democratico che porti alla fusione entro la fine di questa legislatura. Volontà sottoscritta anche nelle firma del verbale di incontro delle amministrazioni comunali e le organizzazioni sindacali dell'1 luglio scorso".
"A questi impegni generici – rimarcano – manca ancora l’avvio del percorso istituzionale ed informativo con i cittadini e con le associazioni, propedeutico al “Referendum”, così come previsto dalla Legge".
Lo Spi-Cgil torna quindi a ribadire, ancora oggi, "tutte le motivazioni e le opportunità che una fusione può portare ai cittadini dei due Comuni".
"Il superamento dei vincoli del Patto di Stabilità – spiegano – con conseguente ulteriori capacità di investimenti strutturali ed infrastrutturali; la riorganizzazione e il potenziamento dei servizi, con benefici in particolare alle frazioni decentrate".
E ancora, "maggiori disponibilità economiche per avviare politiche di riduzione fiscale econtributiva, e/o interventi finalizzati all’abbattimento delle liste d’attesa nei servizi sociali ed educativi (ricoveri Rsa, assistenza domiciliare, asili nido), riduzione dei costi amministrativi ed istituzionali. Avremmo un solo sindaco e solo quattro assessori, potremmo avere un minor numero di dirigenti amministrativi). Si potrebbero riorganizzare i servizi scolastici e socio-sanitari".
E inoltre, politicamante, "avere maggior peso nell’ambito territoriale chiantigiano e nell’area Metropolitana".
"Per raggiungere l’obiettivo – rilancia lo Spi-Cgil – è necessario che le due amministrazioni comunali presentino insieme un progetto complessivo per la realizzazione del Comune Unico (vedi Scarperia-San Piero a Sieve) e lo sottoponga al confronto con la cittadinanza e le associazioni del territorio".
Perché, alla fine, si corre il rischio di essere partiti primi (con l'Unione Comunale) e di arrivare… ultimi: "Oggi – ricordano dallo Spi-Cgil – si dibatte su ipotesi di un grande Comune Metropolitano tra Firenze ed alcuni grossi comuni limitrofi; si incomincia a parlare di formazione di macro Regioni".
"Scendendo nella nostra piu semplice realtà territoriale – dicono a questo proposito – ricordiamo che i nostri due Comuni da più di 10 anni gestiscono insieme, in forma associata, buona parte dei servizi ed altri, per Legge dovranno passare presto ad uno solo; e poi non dimentichiamoci che circa 120 anni fa esisteva un Comune solo".
La via, insomma, secondo lo Spi-Cgil di Barberino-Tavarnelle, è quella di "rilanciare il dibattito sul tema dell’unificazione dei due Comuni, anche favorendo la costituzione di un coordinamento tra le associazioni culturali, sportive e ricreative, presenti nel territorio. Per essere stimolo, confronto e verifica con le amministrazioni comunali sul reale avviodel dibattito pubblico, articolato. diffuso e democratico; indispensabile per il raggiungimento dell’obbiettivo con il consenso più ampio possibile".
di Matteo Pucci
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