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giovedì 28 Marzo 2024
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    Giocondo Fagioli: il cestaio di Panzano che intreccia la nostra memoria

    PANZANO (GREVE IN CHIANTI) – La prima impressione che si avverte varcando la soglia della casa di Giocondo Fagioli a Panzano in Chianti è quella di un salto indietro nel tempo, all’epoca in cui contadini e artigiani vivevano di alcune professioni allora diffuse delle quali ormai resta solo uno sbiadito ricordo.

    Giocondo, nato nel 1938, porta avanti da ormai sessant’anni la passione del “cestaio”, un lavoro di grande abilità con il quale quotidianamente confeziona ceste intrecciate a mano con pazienza. Infatti, nonostante l’inevitabile progresso delle tecniche di realizzazione delle ceste, Giocondo opera ancora interamente a mano.

    “All’età di soli 11 anni feci il primo panierino, poi decisi di iniziare a fare anche altri oggetti come cestini, sotto pentole e alveari; finii i miei primi oggetti grazie a mio zio, ma poi cominciai questa professione per passatempo e del tutto autonomo” racconta.

    “Iniziai a utilizzare il vimine – prosegue – perchè all’epoca non si utilizzava la plastica come adesso. Per questo dovevo arrangiarmi con quello che avevo e che potevo procurarmi con quel poco che guadagnavo lavorando nei campi”.

    Questa sua passione, e anche il lavoro nei campi, non sempre portò da mangiare a casa; per questo dovette iniziare a lavorare altrove.

    Lavorò infatti all’azienda Fornace Manetti al Ferrone per 35 anni, ma dopo aver preso la pensione si concentrò totalmente sulla sua passione: la produzione degli oggetti in vimine.

    Grazie a questo suo passatempo, diventato ormai un lavoro, venne chiamato anche ad alcune trasmissioni televisive e citato nel libro: “La cucina dei mercanti in Toscana” di Giulia Scarpaleggia.

    Giocondo, un po’ commosso, ci dice: “Tra i giovani nessuno vuole imparare questo mestiere, che per me ha sempre rappresentato una professione e una passione che porto avanti ancora oggi, pur essendo pensionato da tempo. Tutti i colleghi che conoscevo se ne sono andati, lasciandomi per ultimo a reggere il testimone di questo mestiere sempre più dimenticato”.

    “I miei figli hanno il loro lavoro – conclude – e anche i miei nipoti, ho cercato di insegnare loro il mio mestiere, ma ognuno di noi ha la propria passione. E a malincuore devo dire che sono e sarò l’ultimo cestaio di Panzano in Chianti”.

    Articolo di Hiba Sekkou, Zuzzanna Musielak, Allegra Sardiello

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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