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venerdì 19 Aprile 2024
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    Il lupo, avviso ai lettori: questo è “solo” un articolo per conoscerlo

    Prima di affrontare l’argomento lupo, molto delicato, è opportuno fare una brevissima premessa: questo non vuole essere un articolo sensazionalistico. La questione verrà trattata in modo critico e scientifico con il tentativo di diffondere più scienza e conoscenza e meno credenze!

     

    Negli ultimi tempi sta facendo ritorno nei territori del Chianti un animale tanto bello quanto oggetto di discussione: il lupo.

     

    Il suo ritorno ha creato una serie di controversie che spesso non affrontano il problema in modo tecnico ed oggettivo, bensì rischiano solo di creare tensioni nella comunità, cosa, questa, che può sfociare in un aumento delle problematiche gestionali della specie.

     

    In Italia, nonostante il lupo sia una specie selvatica di estrema difficoltà gestionale, sembrerebbe che possano occuparsene principalmente politici, animalisti, cacciatori e giornalisti, tutti, forse, non sempre preparati. Soprattutto il tema della comunicazione diventa di cruciale importanza con questa specie così emblematica, difatti può suscitare nella comunità inutili sensazionalismi quando invece sarebbe necessario diffondere un interesse esclusivamente scientifico verso questo animale sempre più popoloso.

     

    Dunque proviamo a conoscerlo.

     

    In Italia è presente il lupo appenninico o italico. La sua tassonomia è oggetto di discussione nella comunità scientifica alla luce dei recenti studi genetici per cui, se in passato era riconosciuto come sottospecie del lupo europeo, oggi viene considerato un suo ecotipo. Fatto sta che, in ogni caso, questo animale rappresenta una delle molte rarità naturalistiche presenti sul nostro territorio.

     

    Il lupo, carnivoro appartenete alla famiglia dei canidi, è il progenitore del nostro fedele compagno, il cane. Può raggiungere importanti dimensioni, ma generalmente quello appenninico risulta, come dimensioni, fra i più piccoli lupi europei, basti pensare che il suo peso da adulto varia dai 24 ai 40 kg.

     

    Dagli anni ’70 questa specie sta ripopolando il territorio italiano. L’incremento della popolazione non è dovuto solo alla tutela, iniziata nel 1971, ma anche all’aumento degli ungulati selvatici (sua principale fonte alimentare) e dal progressivo abbandono delle zone rurali da parte dell’uomo.

     

    Da sempre il lupo nella cultura popolare ha suscitato timore e pericolo ma, al contempo, bellezza e suggestione, tantochè da qualche anno questo predatore si trova al centro di una vera e propria bufera mediatica: da un lato gli “anti-lupo” sostengono che sia una presenza scomoda e pericolosa, dall’altra i “pro-lupo” affermano che sia un animale da proteggere, a prescindere dalle problematiche che potrebbero presentarsi.

     

    Come sempre la verità… sta nel mezzo.

     

    La sua gestione sta diventando una tematica di rilievo nazionale, ma soprattutto locale. In particolar modo tale specie, come altre, si sta avvicinando sempre più a contesti urbani e agricoli causando in certe situazioni ingenti danni. Questo fenomeno non è da considerarsi del tutto anomalo, bensì un adattamento all’ambiente che cambia: se in passato questa specie meno numerosa di oggi, aveva a disposizione un territorio meno antropizzato, adesso si trova a convivere per forza di cose con l’uomo, essendo gli spazi a disposizione per entrambi sempre più “stretti”.

     

    Non esistono dati certi, la consistenza attuale del lupo in Italia risulta oggetto di continui dibattiti: le stime più recenti oscillano intorno ai 1.500-2.000 individui, ma potrebbero essere stime conservative.

     

    Nonostante le problematiche che può creare, predazione del bestiame, “concorrenza” con i cacciatori e allarmismi nella popolazione, la sua presenza è sicuramente da preservare, ma con criterio. Il lupo infatti costituisce una specie problematica nella sua gestione ma allo stesso tempo possiede un elevato e unico valore ecologico, economico, turistico, culturale e di esistenza che non deve assolutamente andare perduto. Quindi, se vorremo gestire al meglio questa specie, sarà necessario conoscere al meglio le sue caratteristiche.

     

    Il modo migliore, o più immediato, è provare a porci quelle domande, che, almeno una volta, ognuno di noi si è fatto.

     

    Il lupo è pericoloso? No, ma come ogni animale selvatico ha molta paura ed è diffidente verso l’uomo per cui in caso di pericolo tenderebbe a scappare, ma, se costretto, potrebbe attaccare. Peraltro non è mai stato registrato un attacco certo di lupi ad un essere umano almeno negli ultimi 200 anni.

     

    Il lupo è stato introdotto? No il lupo è un animale autoctono che, come l’ambiente, si è evoluto nel corso della storia e costituisce una specie unica al mondo, il Canis lupus italicus! Il suo ritorno è dovuto ad un aumento delle aree boscose, degli ungulati e dai provvedimenti comunitari in termini di tutela e difesa di questa specie.

     

    Il lupo può causare dei danni? Sì, infatti è una specie opportunista e in caso di scelta attaccherà prede per lui più facili da catturare, per esempio una pecora. È da evidenziare comunque che la maggior parte della dieta di questo animale si basa su ungulati selvatici.

     

    Il lupo è un competitore dei cacciatori? Sì e no perchè come i cacciatori le sue prede preferite sono gli ungulati ma non per questo deve essere considerato un problema: le risorse esistono, vanno sapute gestire. Il lupo, come tutti i predatori, rappresenta un importante anello nella catena alimentare e nell’equilibrio dell’ecosistema. Inoltre il vero cacciatore sa perfettamente che, per essere definito tale, deve sapersi integrare con tutti gli animali che compongono l’ambiente.

     

    Il lupo è pericoloso per i cani? Sì lo è soprattutto per cani di piccola e media taglia incustoditi nel bosco che posso diventare sue prede, ma al contempo lo diventano per il lupo cani di grossa taglia e cani da guardia non selezionati per questa mansione. I cani, oltretutto, possono accoppiarsi con il lupo, portando così al fenomeno dell’ibridazione. Riguardo questo tema bisogna evidenziare la bassa probabilità di incontro in natura fra cane e lupo, ancor di più, le complesse barriere comportamentali diventano generalmente sufficienti ad impedirne l’incrocio. Tuttavia esistono in Italia alcune zone nelle quali il fenomeno risulta particolarmente accentuato a causa dell’elevata presenza di cani da guardiania non selezionati e dell’elevato tasso di randagismo. Solitamente in tali aree, sono più frequenti atti illegali come il bracconaggio che, invece di risolvere il problema gestionale di questa specie, lo aggravano creando inutili tensioni sociali.

     

    Il lupo si può cacciare e/o controllare numericamente? Momentaneamente no: applicare un controllo numerico su tale specie risulta molto complesso. In tal senso numerose pubblicazioni scientifiche hanno dimostrato che usando tale metodo si potrebbero smembrare i branchi e di conseguenza modificare oltre che la struttura sociale (complessa ed evoluta) anche il comportamento predatorio. Il lupo infatti caccia in gruppo ottenendo la massima resa con il minimo sforzo. “Spezzare” l’equilibrio di un branco comporterebbe la diffusione dei singoli animali sul territorio e quindi, essendo soli, andrebbero a caccia di prede facili da catturare, per esempio animali domestici come gli ovini. Ciò comporterebbe inevitabilmente seri problemi agli allevatori. Oltre questo, applicare un prelievo numerico sul lupo sarebbe complicato in termini tecnici: la specie è molto elusiva e, in certi casi, difficile se non impossibile distinguerla da un semplice cane randagio, inselvatichito o da un cosiddetto ibrido.

     

    Cosa devo fare se vedo un lupo? Innanzitutto mantenere una distanza di sicurezza, non nutrirlo nè fargli del male, comportamento da tenere, oltretutto, con qualsiasi animale selvatico.

     

    Una cosa certa da fare … ammirarlo!

     

    Per approfondire le conoscenze su questa specie contattatemi, inoltre vi consiglio la visione breve ma esaustiva del video “DIECI COSE DA SAPERE SUL LUPO” realizzato dal Centro Tutela e Ricerca Fauna Esotica e Selvatica del Monte Adone

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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