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giovedì 18 Aprile 2024
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    Le fototrappole: vi sveliamo i segreti del… grande fratello dei boschi

    Le fototrappole sono strumenti molto utilizzati da ricercatori, professionisti e appassionati di fauna selvatica per studiare le varie specie animali.

     

    Il loro utilizzo risulta fondamentale per segnalare la presenza di una specie in una determinata area, valutare il comportamento, studiare la dinamica di popolazione (per esempio se sono avvenute delle nascite), capire il comportamento alimentare (utilizzando degli attrattivi o delle esche), distinguere un singolo animale da altri e, infine, per ammirarli nel loro ambiente naturale.

     

     

    La loro funzione però può essere applicata, oltre che al monitoraggio e allo studio, anche alla tutela degli animali, ma, purtroppo, possono essere usate anche per scopi di bracconaggio.

     

    La loro attività è dovuta a degli appositi sensori che, al movimento di un corpo all’interno del raggio di azione dei sensori stessi, attivano la fotocamera/videocamera che registra per un determinato intervallo di tempo.

     

    Le riprese (semplici fotografie e/o video) possono essere realizzate nelle ore diurne e notturne: le diurne sono come una normale fotografia o un classico video a colori, mentre le notturne ci appaiono in “scala di grigi”, grazie alla visione a infrarossi di cui è dotato lo strumento.

     

     

    Esistono inoltre fototrappole in grado di scattare o registrare video a colori in notturna, avvalendosi dei flash (come quelli delle macchine fotografiche) ottenendo così, anche di notte, immagini a colori.

     

    Alcune possono anche registrare suoni, altre ancora, più sofisticate e costose, possono inviare messaggi (servendosi di schede telefoniche).

     

    Quest’ultima tipologia è indicata per professionisti e ricercatori che possono utilizzare le fototrappole quando, per scopi scientifici, catturano degli animali selvatici per cui è richiesto un intervento tempestivo.

     

     

    La scelta dello strumento dipende da due fattori: finalità e costi.

     

    L’utilizzo di questi apparecchi è consigliato a persone esperte o a chi, deciso a intraprendere questa attività, abbia prima studiato gli aspetti tecnici e legali di questi strumenti.

     

     

    Il loro impiego infatti risulta “rischioso” per diversi fattori: il primo, il terrore di molti ricercatori e professionisti, è il furto o il danneggiamento degli strumenti (che in certi casi possono costare centinaia di Euro), il secondo riguarda legalità e privacy poichè, con il loro utilizzo, si “cattura” qualsiasi cosa passi davanti alla nostra fototrappola… come per esempio l’uomo!

     

    Inoltre, in alcune aree come quelle protette (parchi, oasi e simili), attività come questa sono esclusive del personale dell’ente gestore o dei ricercatori.

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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