CASTELLINA IN CHIANTI – Continua il nostro “viaggio” nei vignaioli del Chianti Classico senese alla Collection 2019 grazie alle foto e alle parole di Andrea Pagliantini. Stavolta siamo a Castellina in Chianti.
“Nel tempo di caccia, la sveglia suonava presto, una colazione veloce, cartuccera, fucile, cane da penna nel bagagliaio della Renault 4 bianca e poi via da Poggibonsi verso Staggia, tutta una volata in quelle piane brinatose, fino al tratto di salita con il bivio a sinistra che conduce verso Bibbiano e Lilliano.
Un giro per i boschi con lo sguardo al cielo e sensi allertati al frullare di volatile per non farsi trovare impreparato. Spesso pigliava, poche le padelle.
Poi Giulio Gambelli rimetteva l’armamentario caccia in macchina, cane compreso, e le botti delle cantine erano passate in rassegna con il suo bicchierino, con lo spruzzo a raggiera e le sue erano appassionate e pertinenti sentenze sull’affinamento, sulle qualità e sul giusto momento di passare all’imbottigliamento.
Solido contrafforte fisico nei confronti della Val d’Elsa e della Val di Pesa, centro abitato etrusco di una notevole consistenza, della cui storia rimangono le necropoli del Poggino e il tumulo di Monte Calvario.
Campi infiniti di lavanda ed erbe officinali per la distillazione, il carro etrusco al Museo Archeologico, poco distante dalla rocca, buoni insaccati e locali, attenzione a non entrare nella ztl che al comune, in multe rende, una Raspi che fa vino, che è già parte d’uva nel cognome, sorseggiare i grandi vini di Castellina con la musica anarchica di Leo Ferrè”.
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