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domenica 4 Giugno 2023
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    Fuori dalla porta di “Barinco”… l’autunno in piazza Vecchia

    Mentre guardo fuori dalla porta il vento trascina lentamente un gruppetto di foglie gialle cadute da chissà quale albero; realizzo solo adesso che l’autunno sta lentamente avanzando e che un estate a dir poco atipica sta cedendo il passo.

     

    Le scuole sono iniziate da pochi giorni e subito si può notare che qualcosa manca nell’aria; non ci sono più le urla dei bambini che fino ad ora accompagnavano le giornate di piazza Vecchia dalla mattina presto, per interrompersi durante le calde ore del pranzo e riprendere nel pomeriggio.

     

    Urla di spensieratezza, racconti  di improbabili avventure intorno al mondo, finali dei mondiali di calcio, appassionanti gare di Formula Uno e interminabili sessioni di Nascondino che prendono vita nel teatro della Vecchia Piazza, tra le gocce di sudore, le ginocchia sbucciate e qualche pallonata sulle finestre, che non guasta mai.

     

    Iniziano le lunghe file davanti alla cartoleria, con i bambini decisamente meno felici e i genitori rassegnati ad una paziente attesa per assicurarsi in tempo tutti i libri dell’anno scolastico che verrà.

     

    Ricomincia dunque la vita normale, quella che per molti è la semplice routine ma per altri è il ritorno alle rassicuranti consuetudini dell’inverno che arriva; gli allenamenti dei ragazzi, che nel pomeriggio sfilano in gruppo con le borse appollaiate sulle spalle, diretti verso il campo sportivo o le rispettive palestre; le sale prove della scuola di musica che tornano a riempirsi di note, studenti ed insegnanti; le mani e gli indumenti dei lavoratori che tornano a sporcarsi dopo il meritato riposo estivo.

     

    Mani polverose di calcina, felpe cariche di trucioli di legno e scarponi fangosi che si avvicendano davanti al bancone, ognuno con i suoi racconti, le sue arrabbiature, i suoi timori.

     

    Così nel pomeriggio può capitare di mettere la testa fuori e sentire gli adolescenti, sbracati sulle selle dei motorini, che discutono della nuova professoressa di Inglese e di quanto questa sia molto lontana dall’essere una santa donna; però gira voce che ai compiti in classe si riesca a copiare e questo gioca nettamente a suo favore.

     

    L’inizio dell’autunno da queste parti può voler dire una cosa sola: prepararsi per la vendemmia e finire il raccolto sperando in un tempo clemente.

     

    Ad un tratto le strade del paese iniziano ad affollarsi con grandi carrelli stracolmi di grappoli di Sangiovese, Trebbiano e Canaiolo raccolti di fresco e destinati ad un orribile quanto deliziosa fine nella diraspatrice o su una meravigliosa teglia di schiacciata con l’uva.

     

    Vivere in un paese di campagna fa apprezzare maggiormente l’assecondarsi delle stagioni e i piccoli cambiamenti che tutti i giorni la natura provoca nei nostri stili di vita, semplicemente fermarsi e assaporare gli odori della campagna che in questo momento dell’anno brulica di vita e si popola di persone, trattori e panieri appiccicosi, a rinnovare ogni anno una tradizione vecchia come il mondo.

     

    Lo so, sono andato troppo sul poetico, ma l’autunno fa uno strano effetto. Per me questo è il vero Capodanno; il punto da cui si riparte a pensare alle cose concrete, organizzate e decise durante l’estate che ha portato determinazione e voglia di fare.

     

    Ed infine giunti a questo punto dell’anno non so voi, ma io non vedo l’ora di accendere il camino!

     

    Grazie e… arrivederci alla prossima!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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