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domenica 4 Giugno 2023
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    Come sfruttare il legno per creare energia elettrica

    Buongiorno caro lettore.

     

    Questa settimana parleremo di legna, il più vecchio dei combustibili,  ma la utilizzeremo in un modo… avveniristico!

     

    La Toscana, forse non lo ricordiamo mai abbastanza, è la regione con più estensione di boschi di tutta Italia.

     

    Tutti pensiamo al Trentino come patria delle foreste, ma da un lato la ridotta estensione della regione, dall’altro l’elevata percentuale di zone situate ad un altitudine sopra la quale non cresce vegetazione di alto fusto, ci regala a noi il primato assoluto.

     

    Ma, a differenza di altre regioni, utilizziamo pochissimo questa risorsa, che è rinnovabile, naturale, economica e assolutamente rispettosa dell’ambiente. Specie se utilizzata in maniera intelligente.

     

    Quindi, se disponi, o puoi reperire scarti legnosi, che possano essere “cippati” ovvero ridotti in scaglie di medie dimensioni, potresti produrti calore ed energia elettrica con costi contenutissimi.

     

    Per ottenere tale risultato ci sono due strade: la combustione e l’utilizzo del calore per far funzionare una turbina, o la pirogassificazione. In questo articolo vi parleremo della seconda soluzione.

     

    Il Pirogassificatore è un apparecchio che sfrutta i principi della pirolisi e della gassificazione del legno per estrarre dal legno stesso dei gas combustibili (in prevalenza metano e idrogeno).

     

    Tale processi in pratica sottopongono il legno ad elevatissime temperature, però in assenza di ossigeno, e questo crea la scissione delle molecole in molecole più semplici (particolare che forse a qualcuno sfugge: legno, zuccheri e combustibili sono composti dai due stessi atomi, idrogeno e carbonio, solo combinati in maniera diversa).

     

    Una volta ottenuti tali gas, si immettono in un cogeneratore che produce energia elettrica e calore. Il calore può essere utilizzato sia per il riscaldamento degli ambienti che per a produzione di acqua calda sanitaria, o per calore di processo in molte lavorazioni.

     

    L’energia elettrica può essere immessa in rete e viene remunerata con una tariffa incentivante molto conveniente.

     

    Con questo sistema, ideale per aziende agricole o agriturismo, ma anche per altre imprese che consumano calore, si ottengono risparmi notevolissimi nella bolletta energetica, oltretutto utilizzando un combustibile le cui emissioni di CO2 sono compensate perchè di origine vegetale.

     

    E contribuendo a quel concetto di filiera corta, che tende a far restare sul territorio gli investimenti e la spesa corrente delle aziende locali.

     

    L’impianto più piccolo necessità di un quantitativo di legna annuo pari a circa 210 tonnellate, ed un impegno di un operatore di non più di 4 ore a settimana. In cambio produce oltre 50.000 euro di energia elettrica e calore sufficiente a scaldare un piccolo agriturismo.

     

    Sono in corso di sviluppo sistemi ancora più piccoli che possono essere la taglia giusta per una casa colonica.

     

    Tornando al Trentino, dove utilizzare legna per produrre energia è la norma, molte delle aziende che producono e vendono legna o cippato utilizzano questo sistema. Con il calore essiccano il prodotto che poi vanno a vendere, l’energia elettrica è un'altra fonte di reddito. Cosi facendo riescono a fornire un prodotto migliore ai loro clienti, con un costo contenuto, ed utilizzando a loro volta solo i loro prodotti.

     

    Impianti più grandi possono essere utilizzati per riscaldare centri sportivi, piscine, complessi scolastici o ospedalieri, fino ad arrivare ad interi quartieri, se viene realizzata una rete di teleriscaldamento.

     

    In un prossimo articolo vedremo quali altri usi si può fare di questo poco valutato combustibile.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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