Il film “Anunnaki”, del fiorentino Lorenzo Andreaggi, descrive una Toscana e un Chianti decisamente alternativi alle immagini ufficiali e alle nostre consuetudini di abitanti e visitatori, essendo ispirato ai best-seller dello scrittore azero-statunitense Zecharia Sitchin e alla sua nota teoria degli antichi astronauti, uno dei cavalli di battaglia dell'archeologia non ufficiale.
“Girare questo film – spiega il regista – non è stata un'impresa semplice. La maggiore difficoltà è stata ricreare scenografie e luoghi ben precisi che erano descritti nelle scritture cuneiformi delle tavolette sumere. Il laboratorio bio-genetico, detto "Casa della vita", è stato ricostruito appositamente in un set interno”.
E le location esterne? “Sono tante! Monteroni d'Arbia, Deserto di Accona (Crete senesi), Colle Val d'Elsa, San Casciano, Casole d'Elsa, San Quirico d'Orcia, Bagni San Filippo (Terme naturali), Roste di Boccheggiano, Campagnatico (Grosseto), Grotta del Bandino (Villa del Bandino – Firenze Sud – Gavinana), Cave di Maiano, Monsummano Terme (cava bianca) e i cunicoli sotterranei di Firenze".
"La Toscana e il Chianti – spiega – come ho sempre detto, sono terre magiche. Ci sono luoghi nascosti, ambientazioni lunari e canyon da paura! A volte basta guardarsi intorno e hai già fatto il giro del mondo. Io, fiorentino doc dalla nascita, non avrei mai pensato di trovare delle location ideali per il film qui a Firenze, dato che la storia è ambientata nella vecchia Mesopotamia, nel giardino dell'E-din, a Sumer. Mi hanno definito 'il regista visionario' paragonandomi al cinema pasoliniano e di questo vado molto fiero!”.
“In Toscana possiamo trovare ogni tipo di scenografia” – precisa Andreaggi – “dal deserto afoso di Accona (Siena) alle bianche terme di San Filippo, dal villaggio primitivo di Campagnatico (Grosseto), costruito da Riccardo Chessa, alla Grotta della Villa del Bandino e ai cunicoli sotterranei di Firenze, nonchè alle balze del Valdarno”.
Sulla base di questi meravigliosi paesaggi primordiali, si snoda la storia degli antichi Dei della Mesopotamia, di Sumer, di Eridu, del giardino dell’E.DIN: gli Anunnaki.
Sul pianeta Nibiru (il dodicesimo del sistema solare), l’oro inizia a scarseggiare e l’atmosfera diventa irrespirabile. Alalu, re degli Anunnaki, spodestato dal nuovo re Anu (al quale vengono strappati gli attributi), fugge con la propria astronave per non incorrere all’esilio. Nell’universo, trova il pianeta Terra. Prima di morire, manda un messaggio a Nibiru sulla strabiliante scoperta.
Anu, decide insieme a suo figlio Enki e ai suoi consiglieri, di costruire un lavoratore primitivo che fatichi al posto loro per continuare ad estrarre l’oro sul pianeta Terra. Nasce così, ad immagine e somiglianza, in un laboratorio bio-genetico detto “Casa della Vita”, l’essere umano, ovvero Adamu e Ti-Amat (Eva)…
L’apporto di attori professionisti già collaudati da lunghi anni di esperienze teatrali, cinematografiche e televisive come Adelaide Foti (nella sua ultima interpretazione per il grande schermo), Andrea Nannelli e Roberto Faggi (interpreti, assieme a Sergio Castellitto, anche della fiction Rai “Don Milani”) ha contribuito ad innalzare il livello qualitativo già alto, garantito da alcuni attori emergenti provenienti dal teatro fiorentino e dalla scuola di cinema “Immagina” di Giuseppe Ferlito, come Walter Nestola.
I costumi sono del regista e attore del “Mese Mediceo” Alessandro Riccio, mentre il trucco e il make-up sono di Stefania Ciaccheri. Il fotografo di scena e ideatore di alcuni oggetti scenografici è Fabio Mandosio.
“Questo è il primo film sugli Anunnaki che viene prodotto al mondo – conclude il regista – Molti mi chiedono di Jon Gress. Chi? Rispondo io. Ah sì, quella bufala mediatica di attori e registi scomparsi… internet nelle menti suscita questo ed altro”.
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