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domenica 4 Giugno 2023
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    “La viaccia”: la Cardinale, Belmondo e… Bagno a Ripoli

    Quando Mario Pratesi, che fu segretario di Niccolò Tommaseo, nel 1885, scrive il suo romanzo "contadino" L'eredità, pensa a un'ambientazione senese.

     

    Quando, invece, nel 1961, il regista Mario Bolognini ne realizza la trasposizione cinematografica, orienta la bussola verso Firenze e, per le scene rurali del film, verso le colline di Bagno a Ripoli, puntando l'obiettivo su via Bigallo e Apparita e quindi sull'Antico Spedale del Bigallo.

     

    È una delle magie del cinema piegare i luoghi alle sue esigenze, una magia che qui si rinnova, un po' arditamente (il Senese alle porte di Firenze!), in salsa tutta toscana e lascia ai posteri forse le primissime immagini filmate dello splendido edificio fondato nel ‘200 dal facoltoso fiorentino Dioticidiede di Bonaguida del Dado, capostipite dell’antica famiglia ghibellina dei Lamberti, famoso per la filantropica tendenza a donare molte sue ricchezze ai bisognosi, che lo condusse pure a erigere questo complesso destinato ad accogliere poveri e pellegrini, uno spedale appunto.

     

    Chi scrive ha già segnalato la location della pellicola di Bolognini, interpretata da Jean-Paul Belmondo, Claudia Cardinale, Pietro Germi, Romolo Valli, Paul Frankeur, Gianna Giachetti e Paola Pitagora, in un saggio pubblicato nel primo volume degli Scritti Ripolesi (Pagnini Editore). È il 2011 e questo è il racconto della presenza ripolese ne "La Viaccia".

     

    Nella prima parte del film, la stradina di campagna in cui Dante (Romolo Valli) chiede un passaggio sul calesse, non accordato, a Stefano (Pietro Germi) e la successiva discesa è via del Bigallo, con l'imponente sagoma dello Spedale che si staglia per alcuni secondi sullo sfondo.

     

    È uno degli abitanti storici del Bigallo, Andrea Tucci, che ci conferma la segnalazione: "Andavo a scuola a Firenze, ma, dalla Fonte al Bigallo, si faceva a piedi. In quel tratto di strada, un giorno vidi i carabinieri che fermavano il traffico. Pensai a un incidente. I pedoni però, specie quelli che stavano tornando a casa, li facevano passare, con la raccomandazione di stare attenti perchè si stava girando il film La viaccia. Lungo la via vidi molti addetti alle riprese. Arrivato al “cancello delle Svizzere”, dove si scollinava, sulla salita, vidi proprio la scena dal cancello verso il Bigallo: avevano montato una pedana su cui Claudia Cardinale e un altro attore salivano a braccetto; poi ricordo anche un cavallino con un calesse che, a tutta velocità, scendeva dal cancello delle Svizzere verso la Fonte. Il che era molto pericoloso, perchè la strada era sterrata. Una scena provata più volte, con noi curiosi a guardare questo animale giù per la discesa, cosa che non si era mai vista. Mi ricordo tutte le attrezzature del film. Poco dopo il cancello delle Svizzere, mi misi a sedere a vedere la lavorazione. Mi si mise accanto un signore, il quale, appoggiandomi la mano sul ginocchio, mi chiese: “Ragazzo, che piante sono queste?”. E io, meravigliato, risposi: “Ulivi!”. Seppi poi che era Jean-Paul Belmondo, in attesa di andare sul set'”.

     

    E c'è dell'altro. Sempre dagli Scritti Ripolesi: “La Cardinale a Bagno a Ripoli nel film non si vede, ma la sceneggiatura contiene alcune battute che fanno riferimento esplicito alla località. Quando Dante dice ad Amerigo/Ghigo (Jean-Paul Belmondo): Ce l'hai libera un'ora? Bisognerebbe tu arrivassi fin sopra il Bagno. E poi spiega: Sopra il Bagno, sotto l'Arco del Camicia, ci sono quattro persone. Se nessuno li avverte, non saprebbero dove andare. La scena 52 della sceneggiatura di Vasco Pratolini, Pasquale Festa Campanile e Massimo Franciosa riporta addirittura questa nota: Scorciatoia tra i campi sopra Bagno a Ripoli. Esterno notte”.

     

    Bello il film, con ogni ingrediente sapientemente amalgamato dal pistoiese Bolognini, il quale, da bravo toscano, ben conosce, per averli respirati, umori e sentimenti della sua regione e del testo dell'amiatino Pratesi.

     

    Tuttavia, ciò che resta ad accarezzare il nostro cuore sono quelle dolci immagini dello Spedale del Bigallo di oltre mezzo secolo fa, romantico ricordo in bianco e nero.

     

    Chi volesse vedere o rivedere "La viaccia", potrà farlo venerdì 25 settembre alle 21, al Museo del Novecento di piazza Santa Maria Novella, a Firenze.

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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