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mercoledì 7 Giugno 2023
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    Stavolta vi parlo… di “Star Wars”

    Ci sono alcuni film che entrano nell’immaginario collettivo e che hanno accompagnato intere generazioni. Uno di questi è sicuramente identificabile con la triologia (soprattutto la più vecchia e classica) di "Star Wars".

     

    Avevo solo 7 anni quando uscì e la mia amica Simona mi invitò ad andare a vederlo insieme: da allora siamo fans irriducibili della saga tanto da usare le espressioni del film e coltivare una vera e propria passione.

     

    Perchè in quest’articolo voglio parlare di questo film? Per tre ragioni in particolare: primo, come ho scritto, è una mia passione che voglio condividere con i lettori; secondo, credo sia un film dai contenuti interessanti, attuali che ci possono dare degli spunti di riflessione; terzo, sono a un campo scuola con ragazzi di circa 18 anni che non l’hanno mai visto e ai quali, per motivo di svago, farò vedere tutta la triologia classica.

     

    Questa saga cinematografica non appassiona solamente me ma milioni di persone di tante fasce di età diverse che rimangono coinvolte nella storia raccontata nei film: un’avventura nuova e fantascientifica che però contiene le caratteristiche più classiche delle fiabe, appassionando così grandi e piccini.

     

    Ci sono fiere dedicate, un enorme giro di merchandising e addirittura una linea dedicata di giocattoli Lego che riproducono fedelmente le astronavi, le ambientazioni e i personaggi che trovano il grande favore dei collezionisti adulti (che così uniscono la passione infantile del film con quella dei mattoncini Lego).

     

    Ieri sera i ragazzi del campo scuola hanno visto il primo film del ‘77 (Episodio IV: "Una nuova speranza") e nonostante fossero scettici (mi dicevano che era un film che sapeva di vecchio… dandomi non tanto velatamente del vecchio anche a me) sono rimasti colpiti positivamente e non vedono l’ora di poter guardare il seguito.

     

    Per quanto riguarda i temi che ci possono far riflettere, voglio per primo considerare il meno evidente rapporto tra la “Forza”, vista come realtà quasi mistica e lo strapotere della tecnologia. Infatti, uno dei temi ricorrenti in tutta la saga è il confronto tra la cieca fiducia nella tecnologia e l’abbandono fideistico alla spiritualità e alle risorse umane, destinate a trionfare sempre contro ogni previsione (nel momento precedente alla prima distruzione della “Morte Nera” il capitano della base, avvertito di un pericolo evidenziato dall’analisi della modalità di attacco delle forze ribelli portato con piccolissimi caccia monoposto, gli X-Wing e gli Y-Wing, risponde: “Abbandonare tutto? Nel momento del trionfo? Credo che lei sopravvaluti le loro forze!”).

     

    Nonostante l’epopea di George Lucas sia figlia della tecnologia non potrebbe essere più lontana dal celebrarla. Nel momento in cui Luke Skywalker percorre il canale della base imperiale per raggiungere il condotto in cui dovrà riuscire a far entrare due siluri ai protoni, disattiva il computer d’attacco e si fida completamente della Forza, così come suggerito dal “maestro spirituale” Obi Wan Kenobi (“Usa la forza Luke! Segui l’istinto Luke!").

     

    Darth Vader, che lo sta inseguendo per distruggerlo e impedirli la sua missione, percepisce la svolta interiore di Luke e individua così in lui un Jedi: “La forza è potente in quest’uomo”, dirà sentendo la scelta di Luke di fidarsi del lato spirituale invece della tecnologia. Darth Vader, che si capirà successivamente essere ormai più un cyborg che sostiene in vita quel che rimane di Anakin Skywalker (dopo che si è convertito al lato oscuro della forza), è lo stesso personaggio che precedentemente nel film, riprende aspramente il progettista della Morte Nera, troppo orgoglioso, sicuro e quindi presuntuoso della sua creatura tecnologica (“Qualsiasi attacco portato dai ribelli a questa stazione sarebbe una prodezza inutile!

     

    Qualunque siano i dati tecnici che hanno ottenuto. Questa stazione, adesso, è l’estrema potenza dell’Universo), dice: “Non essere troppo fiero di questo terrore tecnologico che hai costruito: l’abilità di distruggere un pianeta è insignificante in confronto alla potenza della Forza”. 

     

    Anche noi dovremmo fare meno affidamento in una tecnologia che non potrà salvarci se non riusciremo a controllarla. Spesso, invece è proprio questa che ci fa cambiare le nostre abitudini di vita stravolgendole e non migliorandole, rendendoci spesso schiavi della nostra creatura. I computer, per quanto sofisticati e utili, da soli non potranno bastare a farci progredire ma dovremo quindi basarci sulle nostre intuizioni, sul nostro vero essere, che è poi una delle qualità che ci contraddistingue da tutti gli altri esseri viventi.

     

    La spiritualità che è insita nell’animo umano, non può essere soffocata dietro un’apparente superiorità e utilità della tecnologia ma deve sempre trovare un luogo e un tempo preminente anche nell’uomo di oggi.

     

    Un altro spunto di riflessione, però più evidente, è la lotta eterna tra bene e male. Anaking Skywalker sedotto dal lato oscuro diviene Darth Vader, stravolgendo completamente se stesso e i principi per cui lottava e credeva. Cerca di sedurre Luke e di portarlo anche lui dalla parte dell’imperatore. In questa lotta tra bene e male appare quanto mai evidente la volontà della scelta personale, il discernimento, l’esercizio del libero arbitrio per la realizzazione di se stessi nell’opzione fondamentale tra bene e male, tra una via rapida e seducente (il lato oscuro della forza) e una via lunga e difficile.

     

    Se ci si riflette bene, questo è il discernimento cristiano della vita, in cui si può dare risposta all’eterno interrogativo ascoltando la forza della Grazia di Dio (la “forza” del film), solo però dopo aver risposto con fede (“Trovo insopportabile la tua mancanza di fede”, dice Darth Vader concludendo l’alterco con il progettista della Morte Nera che mette in discussione la vecchia dottrina Jedi paragonandola a “una teoria da stregone, di un deprecabile attaccamento a un’antica religione”) compiendo una specie di salto nel buio affidandosi al Signore.

     

    Ci sono tutti gli elementi che possono farci riflettere sul nostro modo di affrontare la vita, nelle scelte che operiamo quotidianamente e anche sullo scetticismo che la fede, in particolare quella cristiana cattolica, deve affrontare nel mondo di oggi, che purtroppo spesso, la ritiene “una teoria di un deprecabile attaccamento a una passata e antica religione”. Gesù ci ha detto che la fede può spostare le montagne e Lucas, nel film, lo rappresenta magnificamente attraverso il potere della forza (Yoda, nell’Episodio V – L’Impero colpisce ancora, mostra a Luke, impaziente durante il suo addestramento, che la Forza solleva e sposta il suo X-Wing).

     

    Non manca neppure l’importanza delle opere, perchè la Forza va usata per il bene del prossimo o si trasforma in uno strumento di perdizione (l’idea che nella fede ci sia un Lato Oscuro non è senza fondamento: la forza che ci viene dalla fede in Dio può essere usata male; così come i doni di Dio possono essere usati per il male).

     

    Altro e ultimo elemento che voglio sottoporvi, è quello della redenzione considerata dal punto di vista della conversione. La saga di Anakin Skywalker per come apparirà alla fine, nel 2005, nei sei episodi complessivi (George Lukas in un’intervista dice infatti che l’epopea nel suo sviluppo ha preso questa direzione), sarà la parabola di una “persona speciale”, un eroe mitico dotato di doni eccezionali che compie grandi imprese, dà sfogo alla superbia, alla rabbia e al rancore, sceglie la via rapida e facile, si danna, compie a lungo imprese nefaste e alla fine, grazie allo spirito di sacrificio dei figli di cui non conosceva l’esistenza, giunge al riscatto finale, il ritorno-in-sè, il riaprire gli occhi alla verità, con un sacrificio estremo che coincide con la ribellione al Signore del Male, l’Imperatore.

     

    A noi, che siamo così inclini e facili ad etichettare le persone senza via di ritorno, ci ricorda come Cristo fino all’ultimo ci offre la possibilità della conversione e del perdono e che c’è sempre una speranza come per il ladrone pentito sulla croce.

     

    Per una saga cinematografica non mi sembrano cose da poco, e vi chiedo di indicarmi un’epopea che abbia raccontato tutto questo così bene, consigliando a chi non l’ha ancora vista e gustata di dedicargli e divertirsi qualche ora!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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