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domenica 4 Giugno 2023
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    Fiera di San Luca: e “c’è – di nuovo – polemica”…

    Come ho spiegato un paio di settimane fa qui (clicca per leggere) ad Impruneta piace fare le cose condendole con della sana e fresca polemica e per la Fiera di San Luca non poteva essere diversamente.

     

    Ogni piccola cosa è fatta passare sotto la lente d’ingrandimento per parlarne e commentare (anche se a sproposito come alcune volte): in questo caso le discussioni nascono sulle soste selvagge, sulla confusione creata specialmente in piazza Nuova con le giostre, l’ultima sullo stendardo della Fiera come ho appena letto su Facebook.

     

    Sì, tutto fa brodo pur di masticare parole spesso anche solo con il gusto di farlo tanto per dire qualcosa. Come chi ha scritto a proposito della data in numeri romani che è stata posta all’interno dello stendardo che fa riferimento alla data di costruzione della Basilica: …“Il MLD in onore della Basilica perchè? La fiera è pagata dalla Basilica? …”. C’è chi non ha gradito il colore… Insomma ce ne sono per tutti i gusti.

     

    Fa sorridere come spesso l’ideologia anticlericale di certi commentatori venga prima di una minima riflessione sul legame stretto tra la Fiera e la Basilica (che certamente non paga la fiera ma che l’ha suscitata e ha contribuito in toto a creare e tenere viva la tradizione): basta un barlume d’intelligenza per legare il nome di “San Luca” all’Icona della Madonna custodita nella Basilica.

     

    E’ proprio così, la Fiera orami famosa e millenaria è strettamente legata al Santuario. Si svolge, infatti, ogni anno alla metà di ottobre nella settimana in cui cade la festa del Santo Patrono (18 ottobre), da domenica a domenica. Se ne hanno testimonianze autorevoli fin dal 1620, anno di una celebre incisione in rame di Giacomo Callot.

     

    Le origini sono però molto più antiche e si legano indissolubilmente ai pellegrinaggi sempre più frequenti presso la Sacra Immagine fin dall’origine della Chiesa stessa. Infatti, nei giorni di massimo afflusso dei pellegrini per la ricorrenza del Santo Patrono, arrivavano anche venditori ambulanti per vendere le loro merci e per far trovare ristoro a quanti giungevano da lontano per pregare nel Santuario.

     

    In questo periodo poi passavano di qua anche pastori e mandriani che ritornavano dalla transumanza dagli appennini verso le valli e che con l’occasione si fermavano per riposarsi e pregare. In questo contesto non stupisce che siano nati fiorenti commerci che trovano ancora la loro espressione nel mercato del bestiame del martedì.

     

    Da queste poche righe di spiegazione si evince che la Basilica c’entra e parecchio con la tradizione della Fiera e senza non sarebbe mai esistita e soprattutto non avrebbe il valore storico che invece ha ormai assunto.

     

    Come tutte le cose ormai in là con gli anni, andrebbe svecchiata. Uso questo termine perchè quando si vuole criticare qualcosa di quest’evento, si fanno avanti coloro che dicono: “non c’è niente all’Impruneta, volete pure togliere questo?”.

     

    Nessuno vuole togliere niente, anzi… io sono a favore delle tradizioni e quando sono così importanti, sono dell’opinione che vadano valorizzate e non svilite come purtroppo accade oggi alla Fiera.

     

    C’è chi ci prova. Mi riferisco alla lodevole iniziativa delle mostre organizzate ogni anno dalla Società Corale, mostre di grande pregio e cura. Quest’anno è dedicata alla bicicletta ma non come la conosciamo noi, come strumento di divertimento, ma come strumento di lavoro. Presso la loro sede si possono ammirare moltissime biciclette usate dagli artigiani dei primi del ‘900.

     

    Biciclette dei mestieri ricchissime di particolari e oggetti dell’epoca che servivano ai vari artigiani per lavorare spostandosi a cavallo delle loro bici di paese in paese. Chissà quanti, faticosamente, salivano a Impruneta in questo periodo. Vi invito ad andare a visitare la mostra e sono sicuro che troverete, come è stato per me, persone disposte con passione a spiegarvi ogni minimo dettaglio. Una cosa da non perdere!

     

    Per il resto sono poche le cose che si possono salvare. Un paio di banchini: quello davanti alla porta della Chiesa che vende roba per la cucina e la casa, qualche merciaio per comprare i soliti calzini, e pochi altri. La qualità del resto è veramente bassa e i prezzi troppo alti per i prodotti che hanno una minima qualità.

     

    Altro discorso va fatto per i banchini che vendono animali. Da amante degli animali trovo scandaloso che si permetta un commercio di queste piccole creature che per una settimana (poi si sposteranno sicuramente altrove) stanno in gabbiette anguste al freddo e all’umido in mezzo al rumore e alla confusione disturbati da tutti i curiosi.

     

    Ho visto anche animali che mal sopportano le nostre temperature. Ma se un negoziante non può esporre cuccioli in vetrina com’è possibile quello che si vede in queste occasioni? Dove vengono ricoverati questi animali durante la notte? Quei piccoli cuccioli di cane non escono mai dalle gabbie per sgranchirsi le gambe? Tutto questo mi lascia per lo meno molto perplesso.

     

    L’amministrazione si difende argomentando con basi solide e vere: sono vincolati da contratti decennali che si rinnovano con tacito consenso che ogni ambulante può rivendere direttamente senza l’intervento dell’amministrazione stessa che così ha perso il controllo diretto di cosa e di chi vende.

     

    Forse la colpa è di chi, poco lungimirante, ha firmato tali contratti, ma da tutte le parti si chiede un cambiamento che sia di qualità. Anche gli spazi forse andrebbero rivisti senza paralizzare un paese per una settimana, ampliando l’area espositiva e quindi l’offerta.

     

    Ho personalmente proposto il famoso “campino del prete” (attualmente in comodato d’uso gratuito all’Associazione Barazzina e USSI che cercano di mantenerlo anche se i soldi e soprattutto gli aiuti delle persone sono scarsissimi… chiunque si faccia avanti che l’Associazione cerca persone per la propria attività) come sede del Luna Park ma ci sono problemi a portare i mezzi dentro l’area per il poco spazio dell’ingresso.

     

    La famosa Terza piazza è inutilizzabile perchè non permette la sosta di mezzi. C’è da chiedersi perchè siano stati spesi soldi pubblici e soprattutto con che finalità e se questa fosse stata proprio l’uso per mostre e fiere, come mai chi ha firmato i documenti tecnici non sia stato ritenuto responsabile di questo ennesimo spreco.

     

    Molte famiglie, poi, mi hanno fatto osservare quanto sono care le giostre del Luna Park. Mi hanno parlato di cifre superiori a quelle che si spenderebbero nei parchi giochi attrezzati più famosi. In un momento di crisi come questo, due giri in giostra, un panino e qualcosa da bere per passare una mezza giornata in fiera con i propri figli, forse incidono troppo sul bilancio familiare.

     

    Sono convinto però che, se la mia analisi risulta piuttosto negativa, (nasce dai commenti delle gente e da quello che ho potuto osservare personalmente), è perchè la Fiera debba essere ancor più valorizzata e riqualificata.

     

    Sono convinto che la nostra amministrazione abbia tutta la volontà per rivedere e migliorare quest’evento così importante. Già la sinergia con i Rioni ha creato eventi nell’evento. Chissà se nel futuro non si possano trovare soluzioni per gli spazi e per la merce venduta così da riportare agli antichi fasti la nostra bellissima e importantissima Fiera millenaria che era il culmine dei festeggiamenti al Patrono San Luca e alla Madonna dell’Impruneta.

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