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sabato 10 Giugno 2023
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    Il fallimento dello stato sociale?

    La scorsa settimana mi sono recato in un grosso centro commerciale e mentre cercavo di infilare i miei acquisti in macchina, mi si è avvicinata un’anziana signora, vestita normalmente, che camminava con una stampella.

     

    All’inizio ho pensato fosse una normale signora che si recava a fare la spesa. Generalmente, in questi luoghi, si avvicinano zingari o extracomunitari per chiedere qualche spicciolo. Con mia enorme sorpresa la signora mi ha chiesto dei soldi!

     

    Lo stesso giorno, alla tv durante il telegiornale, è stato passato un servizio sull’esponenziale aumento del numero dei giovani che si prostituiscono per pagarsi gli studi universitari.

     

    Sempre più persone, anche italiane, ricorrono alla Caritas parrocchiale per farsi pagare bollette e soprattutto per il pacco di viveri come succede sempre più spesso anche nella nostra comunità parrocchiale.

     

    La crisi sta mietendo vittime (e non mi riferisco solo ai suicidi) in un numero sempre crescente e non più tollerabile. Stridono queste notizie con quelle degli sprechi milionari delle grandi opere che in Italia ogni anno s’iniziano ma che non sono mai portate a termine.

     

    Progetti faraonici, anche indispensabili, che costano ai contribuenti fior di soldi ma che non vedono mai la fine e servono solo per arricchire i soliti personaggi.

     

    Le tasse aumentano ma diminuiscono i servizi al cittadino. Le infrastrutture sono sempre più fatiscenti ma le tasse comunali e sulle case sono ormai insostenibili per la maggior parte dei cittadini e non sono commisurate agli introiti che questi hanno.

     

    La povertà dilagante fa da pendant alla capacità di arricchirsi di politici e imprenditori corrotti. Ricordo che al crollo della prima Repubblica si disse che mai più ci sarebbe stata una tangentopoli… adesso quella stessa piaga è aumentata in maniera esponenziale e per di più senza la minima crescita per il Paese, anzi con il suo crollo definitivo.

     

    Se prima i giovani meno abbienti potevano contare su dei lavori part-time per pagarsi le rette universitarie e i libri, adesso devono prostituirsi, perchè quegli stessi lavori sono ambiti da capi famiglia che non sanno come portare avanti i propri cari.

     

    I pensionati, dopo anni di lavoro, potevano godersi la propria vecchiaia facendo anche qualche piccolo viaggetto che ora gli è completamente precluso nel migliore dei casi, se non devono stare attenti agli spiccioli per arrivare a fine mese mangiando poco per pagarsi le medicine.

     

    Sono deluso, preoccupato, allarmato per la situazione che si prospetta davanti ai nostri occhi. Gli unici a non rendersene conto sono i politici che giocano a farsi sgambetto per la poltrona.

     

    A parole sono tutti molto preoccupati per gli italiani e promettono mari e monti ma all’atto pratico, anche e soprattutto per i loro sbagli, pagano sempre i cittadini.

     

    L’unica via d’uscita che vedo è l’aumentare della solidarietà di chi ancora può donare qualcosa del proprio tempo e del proprio denaro. Noi italiani siamo i migliori in fatto di volontariato e aiuto reciproco: lo testimoniano le migliaia di associazioni cattoliche a laiche per l’aiuto fraterno.

     

    Forse dobbiamo aprirci al prossimo, visto non come antagonista ma come fratello da aiutare e con cui fare un bel pezzo di viaggio insieme. Dobbiamo favorire la coesione familiare più che la sua disgregazione, tornare alle famiglie composte da più nuclei sotto lo stesso tetto (perchè come si dice… dove si mangia in tre si mangia in quattro), così da diminuire e suddividere le bollette, le tasse… .

     

    Difficile questa inversione di tendenza ma di necessità si fa virtù.

     

    Se continuiamo a sperare che le cose cambieranno per mano di chi ci governa, forse non andremo da nessuna parte se non alla posta a pagare i sempre più numerosi bollettini delle tasse!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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