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giovedì 1 Giugno 2023
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    Grande Fratello? Anche no!

    Lunedì 3 marzo dovrebbe iniziare (perchè si spera sempre che non accada) la tredicesima edizione di questo tormentone televisivo che rientra nella fattispecie del “Reality” ma che di reale ha veramente poco.

     

    Speravamo di non doverlo vedere più, neppure nelle pubblicità televisive, ma invece, dopo due anni di stop è ritornato con tutta la sua carica di inutile egocentrismo.

     

    Neppure un incendio, che ha distrutto poco tempo fa tutta la casa già quasi terminata per questa edizione, ha fermato la produzione decisa a tutto per ripartire con questo indigesto polpettone televisivo.

     

    Per la tredicesima volta saranno rinchiusi 18 poveri egocentrici desiderosi di popolarità a basso costo che delizieranno il pubblico con amenità di ogni genere. 

     

    Per circa tre mesi dovranno resistere a tutte le selezioni possibili per uscirne vincitori di una somma di denaro (sembra che quest’anno saranno 250 mila euro) ma soprattutto con la speranza di essere notati e trovare fortuna nello “star system italiano”.

     

    Uscendo da quella casa, la prospettiva sarà necessariamente legata alle comparsate televisive, alle serate nei locali o ad essere abbandonati nell’oblio del dimenticatoio.

     

    Ma una domanda nasce spontanea? Avevamo bisogno di un’altra edizione del Grande Fratello?

     

    Secondo me no! Soprattutto dopo due anni che non era stato fatto si poteva passare ad altro, produrre nuove forme di intrattenimento magari più intelligenti.

     

    Se la prima edizione (dell’anno 2000) poteva suscitare un certo interesse perchè era una novità assoluta, la seconda poteva essere usata come confronto, dalla terza in poi la curiosità e l’interesse avrebbero dovuto scemare notevolmente e invece lo share è sceso al 17,40% solo nella dodicesima edizione e rimane un mistero incredibile come abbia fatto a rimanere così popolare per tutti questi anni.

     

    Possibile che la semplice curiosità morbosa di vedere 18 persone chiuse in una casa a giocherellare fra di loro sia più forte della noia mortale che suscitano i loro discorsi? Gli unici che hanno saputo dare un po’ di brio alla trasmissione sono stati quelli della Gialappa’s Band che con una satira graffiante hanno ironizzato sui vari personaggi presenti nella casa.

     

    Questo format televisivo, che è il padre di tutti i reality, ha stancato le persone con un minimo d’intelligenza perchè abbiamo già compreso che di realtà lì non c’è niente.

     

    Ha stancato la stupidità delle situazioni e dei personaggi in gioco: gli unici colpi di scena sono le litigate o le coppie che si formano… ma anche questo ormai è superato.

     

    Quello che mi spaventa di più è il grado di emulazione che certe trasmissioni possono generare nei giovani, che arrivano a pensare che l’unico obbiettivo della loro vita è diventare famosi facilmente. I giovani sono facilmente preda di stili di vita che li possono forviare dall’impegni veri, costruttivi e importanti.

     

    E’ di oggi la notizia di due adolescenti di soli 15 anni che si sono prostituite per un mese per emulazione delle Baby prostitute salite alla ribalta qualche mese fa.

     

    Se da un lato è vero che i concorrenti vengono scelti perchè “persone normali e sconosciute” dall’altro sappiamo benissimo che un team di autori, produttori e psicologi creano il gruppo in base alle dinamiche che sperano scattino all’interno della casa per aumentare l’audience e far parlare della trasmissione.

     

    Generalmente si assiste al “riscatto della mediocrità” dove chi non ha niente da dire o non ha nessuna capacità interessante (almeno dal punto di vista televisivo, culturale, ecc…) riesce ad emergere rispetto agli altri ma in un contesto che è decisamente discutibile.

     

    Un altro aspetto, ormai diventato intollerabile, è l’alibi usato dai concorrenti per giustificare i propri comportamenti al limite della decenza e dell’educazione: “essere se stessi”.

     

    Questo che è diventato ormai un tormentone, che vorrebbe far intendere che quello che si è visto è la realtà della persona, la sua capacità di essere vera, ha purtroppo sdoganato, in maniera subdola e inconscia, l’idea che si può fare tutto e il contrario di tutto ma soprattutto che nessuno si deve sforzare di essere più educato, intelligente, acculturato, rispettoso del prossimo, in nome di una “verità dell’essere” che è solo l’abito sdrucito di un’ambizione sfrenata di chi, mediocre, vuole prevalere sugli altri.

     

    Questo modus operandi, purtroppo, è entrato nel modo di pensare e comportarsi di molti, che non si sforzano più di migliorarsi ma che credono ormai che “essere se stessi” non rappresenti più un limite ma un traguardo ambizioso da raggiungere a tutti i costi.

     

    La persona è così preda della sua emotività, del proprio carattere e della propria natura che in modo quasi animalesco (con tutto il rispetto per gli animali che amo) risponde agli stimoli della vita in modo impulsivo e istintivo assecondando i propri desideri del momento:

     

    “Io sono così, prendere o lasciare!”. Ho sempre ritenuto che un uomo si distingua da un animale perchè sa superare sempre se stesso mettendosi in gioco nella propria vita con carattere e capacità, che lo spinge a dare il meglio di sè senza essere deriso perchè incapace di relazioni sociali educate e rispettose, di un minimo di cultura,… .

     

    Essere se stessi, secondo me, significa saper valorizzare i doni che abbiamo superando i propri limiti, crescendo e maturando, dandosi da fare nella vita, studiando e lavorando e non pensando di poter andare avanti nella vacuità dell’apparenza di una notorietà basata sul nulla.

     

    La Marcuzzi, intervistata, ha detto che il Grande Fratello, che non andava in onda da due anni, gli mancava e che si sentiva emozionata come fosse la prima volta. Noi non ne sentivamo assolutamente la mancanza e ci sentiamo atterriti per questa ennesima scempiaggine televisiva! Grande Fratello? Anche no!

     

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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