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domenica 4 Giugno 2023
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    “La grande bellezza”: un film che davvero ci rappresenta?

    Alla recente edizione dei premi Oscar, l’Italia ha vinto per il miglior film straniero con “La grande bellezza” del regista Paolo Sorrentino.

     

    Prima del premio, avevo letto delle recensioni piuttosto negative che, poi magicamente, si sono trasformate in un tripudio di complimenti, sprecando una quantità incredibile di parole, fine ad arrivare a definirlo un capolavoro.

     

    I commenti degli spettatori però sono stati molto diversi. Soprattutto dopo la “prima visione” televisiva, il giorno successivo alla notte degli Oscar, che ha registrato il record di ascolti, ho chiesto a molti cosa ne pensavano e ho letto con attenzione i commenti postati sui social network.

     

    Sinceramente non ho trovato nessuno che l’abbia apprezzato. Alcuni, addirittura, non sono riusciti ad arrivare al termine del film. Personalmente, ho faticato non poco ad arrivare alla fine e l’ho guardato in ben 5 volte tanto l’ho trovato noioso e lento.

     

    Sono voluto ostinatamente arrivare alla fine perchè non volevo arrendermi difronte a un film che sembrava suscitare tanta ammirazione da ricevere molti premi internazionali ma che non riuscivo assolutamente a guardare.

     

    Come sempre mi succede, ho incominciato a pormi delle domande cercando di capire come mai ci fosse una frattura così netta tra il pubblico e coloro che assegnano i premi nel giudicare questa pellicola.

     

    Prima di tutto, ciò che colpisce in tutto il film sono le location in cui è girato: posti bellissimi della nostra penisola ricchissimi di fascino, ben fotografati, che spesso lasciano senza fiato per il loro incanto.

     

    Sorrentino riesce a carpire angoli peculiari, soprattutto di Roma, in momenti caratteristici così da creare un’atmosfera particolare che centra l’occhio dello spettatore. L’effetto è decisamente voluto per creare un forte contrasto con l’immagine decadente della società che il regista vuole descrivere.

     

    Forse è questo il punto, il nocciolo della questione: Sorrentino si lascia prendere la mano quando dipinge l’Italia come un paese bellissimo, con una grandissima ricchezza passata storico-artistica-spirituale ma che adesso, secondo lui, è ridotta a una maceria decadente e superficiale.

     

    Forse può essere vero per quanto riguarda una buona fetta di politici, religiosi, intellettuali, ecc… ma non per la maggiorparte degli italiani, anzi…!

     

    Se il nostro Paese, così descritto, piace tanto all’estero e soprattutto all’America, è sicuramente perchè l’Italia storica detenendo la maggior parte del patrimonio storico-artistico-culturale fa paura perchè appare ai loro occhi come un vecchio colto e  saggio che ha molto da raccontare del passato ma poco, ahimè, da dire del presente e sul futuro.

     

    I premi Oscar sono, infatti, l’autocompiacimento americano della propria cultura mostrata attraverso i propri film, un evento mondiale di autoesaltazione di se stessi come promozione culturale ed economica (sono bravissimi a fare soldi) per vendere i propri prodotti: infatti tutti i premi sono assegnati a pellicole americane e sono uno è destinato a film del resto del mondo.

     

    La vecchia storia “dell’Italietta”, con i soliti stereotipi che ci identificano all’estero, piacciono ancora molto negli altri paesi e soprattutto in America.

     

    Io però ho un’idea molto diversa. Non condivido una visione che consideri solo la punta dell’iceberg. Il nostro Paese non è solo ed esclusivamente, corruzione, lassismo, superficialità, delinquenza, ecc… non è un paese decadente costituito in toto dai personaggi del film intrisi di un forte senso di decadimento, nostalgia e fallimento. E’ molto di più, anche se spesso viene mostrato solo questo.

     

    Il protagonista, nel suo attico romano con vista sul Colosseo ospita nobili decaduti, ricchi commercianti, intellettuali di partito, ricche ereditiere, e anche mondani cardinali, tutto avvolto in un manto d’insincera superficialità di una vita sociale effimera che sembra però essere l’apice di ciò che è più desiderabile.

     

    Così, se da un lato si mostra una Roma che rapisce in estasi per la sua bellezza monumentale, dall’altro se ne tratteggia con forza il suo volto nascosto di una Babilonia volgare, superficiale ed effimera.

     

    Se tutto questo sembra inevitabile e consapevole (come vorrebbero suggerirci molti per schiacciarci in un senso di frustrazione e abbrutimento derivante dalla crisi attuale), c’è un momento di reazione e ribellione nell’istante, in cui la solita intellettuale politicamente schierata, si vanta ancora una volta del suo impegno civile e della sua integrità e superiorità morale (che troppo spesso caratterizza certi salotti politici, che ormai hanno stancato i più).

     

    Vi confesso che ho goduto quando il protagonista smaschera il suo atteggiamento saccente, superbo e moralista svelando la sua menzogna, umiliandola davanti a tutti i presenti ricordandole che la sua passione civile è nata e vissuta solo dietro il suo amante segretario di partito, che suo marito è segretamente omosessuale, che i suoi figli sono costantemente affidati a babysitter, autisti e istitutrici private.

     

    Si mostra così quella piccola fetta dell’Italia che conta, innamorata di se stessa ma profondamente falsa e che mente autocompiacendosi e autoconvincendosi della propria menzogna e quella del resto degli ospiti che fanno parte di quel “circo” ma consapevoli della loro meschinità.

     

    Io credo però nel resto dell’iceberg, quello sommerso mai rappresentato che è la parte vera del nostro Paese, quello bello, quello che funziona, quello vero.

     

    Credo nelle tante famiglie che fanno tanti sacrifici per la casa, per i figli. Nei nonni che hanno risparmiato una vita e che con la pensione riescono ad aiutare i figli e i nipoti.

     

    Credo nei tantissimi giovani che s’inventano un lavoro onesto e accettano tutto quello che trovano nonostante siano anche laureati e qualificati e si vedono spesso soffiare il posto dai soliti raccomandati.

     

    Credo nelle tante associazioni di volontariato che aiutano i malati, gli anziani, i bambini, gli extracomunitari, le persone in difficoltà. Avete presente la massiccia mobilitazione delle associazioni in caso di calamità? Pensate alla Protezione Civile, alle Misericordie, le tante Caritas parrocchiali, ai milioni d’italiani che si muovono verso i loro confratelli in catene di solidarietà incredibili.

     

    Credo in quelle persone che rinunciano alle proprie vacanze per spenderle nei villaggi nel terzo mondo per aiutare a costruire un futuro migliore a quelle persone lasciate sole dai loro governi.

     

    Credo nelle forze dell’ordine che vigilano sui cittadini nonostante il dilagare della delinquenza.

     

    Credo nei medici, negli infermieri e in tutti gli operatori sociosanitari che nonostante la crisi e i tagli del settore lavorano ancora con grande amore verso i malati.

     

    Credo nelle piccole aziende di famiglia che portano avanti la miriadi di varietà dei prodotti tipici delle varie zone della nostra penisola. Avete presente quelle trasmissioni televisive nel fine settimana, in cui, scorrazzando in lungo e largo, mostrano tutte quelle piccole realtà che fanno grande il nostro paese dal punto di vista dell’agricoltura, dell’allevamento, della produzione di particolari alimenti o prodotti dell’artigianato?

     

    Credo nella scuola dove ci sono ancora insegnanti (che nonostante le strutture fatiscenti e i pochi mezzi) sanno far crescere e maturare i nostri ragazzi creando in loro la capacità di riflettere, ragionare e valutare le cose importanti della vita.

     

    Credo nelle tantissime persone che pagano le tasse (la maggior parte lo fa), che nonostante le tante ruberie, tengono in piedi ancora questo paese.

     

    Credo anche nei preti che sanno ancora ascoltare le persone, consolarle e rispondere alle tante domande sul senso della vita che scaturiscono dalle difficoltà e dalle sofferenze di ogni giorno.

     

    In fondo, credo che questa sia la vera Italia, che questa sia la “Grande bellezza” dell’Italia, che questa sia veramente un paese fatto di persone che si meritano un Oscar!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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