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giovedì 1 Giugno 2023
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    Vi spieghiamo cosa è il biogas

    Il biogas è un combustibile ottenuto da fonti rinnovabili di energia, composto da una miscela di: metano, in percentuali variabili dal 50 all'80% tale  e quale a quello estratto da giacimenti anidride carbonica (le bollicine dell’acqua gassata!), altri gas in tracce di tipo e percentuale variabile in funzione delle matrici utilizzate.

     

    Prodotti in seguito ad un processo di digestione anaerobica del materiale organico. Per arrivare a questo prodotto con alto potere calorifico (5.000-6.000 Kcal/m³), i microrganismi implicati nella digestione necessitano di ambienti riscaldati e ben coibentati, i cosiddetti digestori, che favoriscono le varie fasi di idrolisi, fermentazione e metanogenesi in cui si articola il processo di produzione di biogas.

     

    Per far lavorare i nostri batteri, si possono combinare svariati “ingredienti”; qualche esempio?

     

    Liquami e letami di ogni genere, insilati di colture dedicate, residui colturali e di trasformazioni agroalimentari, come sansa, vinaccia, bucce di pomodoro, residui dell’industria casearia, deiezioni avicole, persino la frazione umida dei rifiuti domestici, o i tanti prodotti sequestrati dai Nas nelle operazioni anticontraffazione.

     

    Combinando questi substrati si ottiene così il biogas, combustibile naturale con diverse applicazioni.

     

    Produzione di calore per combustione diretta in caldaia. L'energia termica prodotta andrà a scaldare locali o zone che necessitano di riscaldamento.

     

    Produzione di energia per combustione in motori azionanti gruppi elettrogeni. L'energia elettrica può essere utilizzata dal produttore oppure immessa in rete e contribuire a soddisfare i consumi del paese.

     

    Si può produrre calore e energia elettrica tramite  la combustione in cogeneratori,

     

    Si può produrre calore, energia elettrica e energia frigorifera quindi acqua refrigerata per il condizionamento con l’utilizzo di trigeneratori.

     

    Si può poi raffinare il biogas estraendone l’anidri de carbonica ( che può essere utilizzata per vari scopi, fra i quali la gassatura delle bibite, la conservazione degli alimenti, la carica di estintori antincendio) e gli altri gas in tracce per ottenere un combustibile per autotrazione assolutamente pulito oppure per l’immissione nella rete nazionale di distribuzione del metano.

     

    Perchè il biogas?

    Il processo di digestione anaerobica è uno dei migliori sistemi di depurazione degli scarti organici. Contestualmente e senza nessuna controindicazione è in grado di produrre metano. In questo modo si ottengono due risultati: la depurazione di prodotti altrimenti inquinanti come tutti gli scarichi organici, e la creazione di energia. Ovvero trasformare un rifiuto in una risorsa.

     

    A differenza della combustione diretta degli scarti, che essendo una reazione chimica imperfetta, data la variegata composizione degli scarti stessi, la combustione del biogas non emette ceneri, ne polveri sottili.

     

    L’emissione di CO2 è equivalente a quella che quei prodotti avrebbero emesso decomponendosi in natura (ebbene sì, le vecchie “conciaie” dei nostri nonni contadini erano fonte di emissione della tanto vituperata CO2) e l’altro residuo della combustione è vapore acqueo.

     

    Il prodotto in uscita dalla digestione anaerobica è un fertilizzante di origine naturale, riutilizzabile nelle filiere di agricoltura biologica, ma non solo.

     

    Ha valori nutrizionali dei terreni paragonabili a quelli dei concimi di origine fossile, che tanta energia e tanto inquinamento richiedono per la loro produzione, con un costo assolutamente competitivo ( si può ipotizzare circa la metà del valore dei chimici).

     

    Esistono tantissimi tipi di impianti per la produzione di biogas, che variano a seconda delle dimensioni, della potenza, della “ricetta”; possono essere consortili, o privati o potrebbero essere gestiti dal comune di residenza. Impianti più grandi diminuiscono i costi di realizzazione, ma aumentano il costo energetico di trasporto delle matrici organiche.

     

    Quindi non esiste l’impianto ideale in assoluto, ma un impianto ideale per ogni esigenza. Da dati del ministero dello sviluppo economico in Italia nel 2011 sono stati consumato circa 78 miliardi di metri cubi di metano.

     

    Ebbene, se utilizzassimo tutti gli scarti prodotti dalla nostra agricoltura, e dai nostri allevamenti, i liquami dei depuratori e la raccolta differenziata potremo produrre fra i 7 e i 10 miliardi di mc metano ogni anno.

     

    Ovvero fra il 10 e il 15% del fabbisogno della nazione. Facendo lavorare le nostre imprese e i nostri concittadini, non dovendo acquistare dollari per pagare i fornitori esteri e risolvendo problemi ambientali in molte zone d’Italia.

     

    Una più ampia diffusione di tali tecnologie apporterebbe quindi benefici effetti sotto molteplici aspetti, e non ci darebbero controindicazioni reali.

     

    Spesso, come paese, spendiamo cifre ingenti per la ricerca di un nuovo giacimento di metano, magari nei mari del nord, o in chissà quale regione asiatica. Ed invece il nostro giacimento migliore lo abbiamo nel cassonetto!

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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