BARBERINO TAVARNELLE – Il bentornato della comunitĂ di Barberino Tavarnelle rivolto a Margherita Cioppi, di ritorno dalla complessa missione umanitaria della Global Sumud Flotilla, che si è conclusa con il fermo da parte dell’esercito israeliano, è iniziato questa mattina.
Con uno striscione che riporta un “grazie” a caratteri cubitali, vestito dei colori della bandiera italiana, appeso dall’amministrazione comunale sul terrazzo della biblioteca comunale “Ernesto Balducci” di Tavarnelle, fulcro culturale di piazza Matteotti.
Ed è proseguito con un abbraccio fisico, emozionante, che ha sancito il rimpatrio della volontaria nel suo paese di origine, accolta in forma istituzionale dal sindaco David Baroncelli negli uffici del palazzo comunale, al fianco della mamma Donatella.
All’incontro hanno preso parte il sindaco, l’assessora alla pace Anna Grassi e il presidente del consiglio comunale Alberto Marini e il capogruppo di opposizione Fabrizio Marilli.
La trentatreenne Margherita Cioppi, partita a bordo dell’imbarcazione Karma, una barca di 44 piedi, diretta in Palestina per portare aiuti umanitari, è rientrata in Italia dopo essere stata intercettata nelle acque internazionali, insieme ai compagni di viaggio, nonchĂ© membri di equipaggio, a 60 miglia dalla costa palestinese, arrestata e conseguentemente espulsa dal governo israeliano.
Una spedizione umanitaria che l’attivista marinaia ha descritto nei suoi momenti salienti ai rappresentanti istituzionali.
Il sindaco ha espresso un profondo ringraziamento a Margherita Cioppi, tenendo ad evidenziare che “tutta la comunitĂ di Barberino Tavarnelle è orgogliosa della scelta che Margherita ha intrapreso e testimoniato”.
“Non solo con le parole ma con le azioni – ha aggiunto Baroncelli – Una missione rischiosa, che ha avuto un importantissimo valore umanitario”.
“Salutarla con un abbraccio pieno di affetto e stima – ha concluso – è stato il modo migliore per dirle grazie, unirsi ai suoi valori e ad una battaglia di diritti e civiltĂ che fortunatamente sta diventando sempre piĂą collettiva, una causa comune alla quale ci uniamo con profonda e ferma convinzione”.
“Io rifarei tutto quello che ho fatto – ha rimarcato Margherita – sono felice di essere qui e di aver rivisto i miei genitori, i miei familiari, gli amici, la mia comunitĂ ”.
“Ho avuto paura certamente – ha ammesso – ma io da sempre nutro timori quando navigo, perchĂ© il mare è una forza imprevedibile. Quanto al resto è stata un’esperienza importantissima, una delle piĂą rilevanti della mia vita: e pur sapendo di rischiare la vita, ho sentito il dovere e la responsabilitĂ di attivarsi concretamente”.
“Un dato positivo di tutta questa vicenda è l’annullamento del bisogno individuale – ha sottolineato – dell’identitĂ singola per realizzare un pensiero plurale, una mobilitazione solidale, il sentimento nobile, forte, consapevole, deciso ad unire le forze, gli ideali per sostenere i piĂą deboli”.
“La popolazione di Gaza – ha concluso – occupata, martoriata, che vive o meglio sopravvive sotto la continua minaccia di morte. La volontĂ di costruire la pace si esprime con i fatti e gli atti concreti. Io rifarei tutto”.
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