BAGNO A RIPOLI – Leggerà una breve comunicazione (che lui stesso definisce "dolorosa") questa sera, prima del consiglio comunale monotematico in cui si parlerà dei lavori della Terza corsia dell'A1 e delle ricadute sul territorio ripolese.
Alberto Briccolani dà seguito alla "diaspora" nelle file ripolesi di Forza Italia, e abbandona il gruppo consiliare.
Dopo l'addio del coordinatore comunale Daniele Locardi, che oltre a sbattere la porta sta fondando anche una lista civica che lo candiderà a sindaco, un altro "pezzo da Novanta" del partito lo abbandona.
"Come molti di voi ricorderanno – dice Briccolani – per due legislature ho avuto l’onore di rappresentare in quest’aula Alleanza Nazionale; alla fine di quella esperienza due congressi nazionali convocati a norma degli statuti vigenti ed un voto che ne sanciva il progetto, Alleanza Nazionale e Forza Italia ponevano fine al loro percorso per dar vita, sempre attraverso un congresso ed un progetto al percorso del Popolo delle Libertà".
"Non è superfluo ricordare – prosegue – che successivamente vi fu un congresso provinciale dibattuto ed a momenti aspro che, attraverso un voto ed una maggioranza, portò alla legittimazione anche locale di assetti e persone. Sotto tale simbolo ed in aderenza a quel progetto, abbiamo chiesto ed ottenuto il mandato di molti concittadini a rappresentarli in questo consiglio".
Non a caso proprio Briccolani nel 2009 fu il candidato sindaco del Popolo delle Libertà: "In questi anni – ammette – ho cercato, nei limiti delle mie capacità ma con la massima onestà intellettuale, di rappresentare al meglio le loro istanze, spero con poca demagogia e sufficiente senso delle cose".
Poi si arriva agli ultimi sviluppi: "Le vicissitudini nazionali che tutti conoscono hanno portato, con una decisione verticistica e senza alcun riscontro nazionale e tantomeno locale, a dichiarare “motu proprio” la fine di quell’esperienza e la rinascita della defunta Forza Italia. Nonostante le tante perplessità che tali passaggi mi suscitarono e mi suscitano, ho cercato di mettere davanti ai miei sentimenti il “dovere di rappresentanza” e la lealtà nei confronti dei colleghi con i quali ritengo aver fatto un buon lavoro sul territorio ed in favore di tutti".
Ma non c'è stato niente da fare: "Purtroppo ho dovuto toccare con mano che l’autoreferenzialità, la legge del più forte, non erano demandate alla sola rinascita del simbolo Forza Italia ma era assurta a metodo di governo del partito; nell’ordine azzeramento di tutte le cariche fossero o meno, determinate nei congressi , segretari nazionali che vanno vengono, primarie sì, primarie no sino alle larghe intese sì e no".
"Il prossimo 31 marzo – dice ancora Briccolani – scade il diktat per iscriversi tra i quadri e gli eletti di Forza Italia, altra trovata calata sul monte Sinai a qualche novello profeta. Non bastasse, l’avvicinarsi della prossima tornata amministrativa ha scatenato una guerra del tutti contro tutti, con totale disprezzo del lavoro svolto dell’integrità dei gruppi territoriali; tante bandierine tante vittorie; non importa se si lasciano sul terreno solo macerie e si vanificano lustri di impegno comune. Sembrare è infinitamente meno faticoso che essere”.
"Citazione per citazione – dice ancora – scomodando, visto che ci siamo, anche Cicerone: Mea mihi coscientia pluris est quam omnium sermo, ovvero La mia coscienza vale più di ogni discorso. E nella mia credo di aver raggiunto e forse un tantino superato il valore principale. Per questa ragione ritengo di non poter far parte di questo partito, né tra i quadri né tra gli eletti. E tantomeno quale militante".
"Coerentemente con tale decisione – conclude – lascio sin d’ora il gruppo consiliare, ringrazio i colleghi che per tanti anni mi hanno aiutato a svolgere al meglio il compito affidato, sicuro che per questo scorcio di legislatura sapranno rappresentare al meglio elettori e partito. Ritenendo, in tutta coscienza di non essere venuto meno, con questa scelta, al mio essere opposizione a questa maggioranza, è mio intendimento portare a termine il mandato ricevuto".
di Matteo Pucci
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