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sabato 20 Aprile 2024
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    Il sostegno a Casini, la variante di Grassina, l’appello al voto utile: tantissimi i temi toccati

    BAGNO A RIPOLI – Lo incontriamo in quell'ufficio al secondo piano del palazzo comunale che è stata una sorta di seconda casa dal 2004 ad oggi. Per il sindaco di Bagno a Ripoli Luciano Bartolini siamo giunti alla fine di una lunga avventura, che ripercorre insieme al Gazzettino del Chianti.

     

    Sindaco partiamo dalla fine: come vivrà l'ultimo mese e mezzo da primo cittadino?

    “Lo vivo in modo sereno, soddisfatto, e con lo stesso impegno e la stessa intensità di lavoro che ho avuto dal primo giorno. Non ho assolutamente modificato i ritmi”.

     

    Se la legge le avesse dato la possibilità avrebbe pensato di poter sostenere anche un terzo mandato?

    “Ritengo che dieci anni siano più che sufficienti, comunque mi sarei confrontato con i collaboratori e con il partito per valutare le opportunità. Non avrei detto che non mi ricandidavo ma nemmeno che mi candidavo. Insomma, sarebbe stata una scelta che avrebbe avuto bisogno di grande condivisione”.

     

    Andiamo a ritroso: che persona era nel 2004 e che persona è oggi dopo questa esperienza?

    “Mi ha cambiato. Mi ha maturato moltissimo, soprattutto perché l'esperienza di sindaco ti dà una professionalità che spazia sugli infiniti campi della vita quotidiana. Entri in contatto con decine di mondi: quello sociale, quello sanitario, quello delle imprese,dei professionisti. E ti devi occupare di tutto: dalla fognatura, alle attività economiche, al disagio sociale. Sei costretto a studiare continuamente le normative, a captare le migliori pratiche nei vari settori attive in altri parti d'Italia o nel mondo. Tanti aspetti innovativi nel settore dei servizi sociali ad esempio si sono cotruiti parlando con la gente, ma anche facendoli venire da fuori e adattandoli. E' un'esperienza che mi ha maturato moltissimo. L'altro aspetto: io ho sempre avuto, avendo fissuto fin da piccolo in questa comunità, grande rispetto per essa. E, è bene specificarlo, non sono mai stato uno pagato dalla politica. Avevo un lavoro che mi piaceva moltissimo (l'insegnante di matematica, n.d.r.) e quando mi è stato chiesto ci ho pensato molto prima di scegliere. E' stata la novità che mi ha spinto a provare. Adesso sono pronto a nuove sfide”.

     

    Certo però che è cambiata la percezione del sindaco in questi anni… Anche il rispetto per le istituzioni non è più quello… di una volta.

    “Io ho trovato sempre grande rispetto, ma la cosa che mi ha sempre fatto più piacere è che hanno continuato a chiamarmi Luciano e non sindaco. La percezione del sindaco? Intanto guai a perdere il contatto con la realtà, perché c'è sempre da imparare. Contemporaneamente c'è bisogno sempre più di una persona che ha sia qualità politiche ma anche tecniche. A questo serve lo studio: certe competenze tecniche ti servono, senza però perdere di vista che poi devi fare delle scelte. E' chiaro però che rispetto al 2004 sento più antipolitica e una maggiore sfiducia".

     

    C'è una cosa di cui è particolarmente orgoglioso? Un momento che ha impresso nella memoria?

    “Ce ne sono stati tanti. Ma è in particolare il modo di lavorare che ho portato avanti a rendermi orgoglioso, ovvero quello di tendere alla crescita della capacità sociale e culturale della comunità. Abbiamo cercato di tenere tutti insieme: adesso ad esempio stiamo aprendo i mercati contadini e c'è polemica da parte dei commercianti. La sfida è tenere insieme le diverse esigenze: stando insieme si arriva a migliorare il futuro”.

     

    E qualcosa che non rifarebbe, o farebbe in maniera diversa?

    “Più che una cosa che non rifarei, la delusione maggiore l'ho avuto nel non aver fatto partire la variante alla Chiantigiana, anche se ovviamente la stazione appaltante è la Provincia di Firenze. Che globalmente ha delle responsabilità sui ritardi, perché in più occasioni ha fatto annunci senza dargli seguito. E io ho fatto decine di riunioni, sia a livello amministrativo che politico. Ho ricostruito tutto, un mare di annunci disattesi (otto incontri nel solo 2013). Come sindaco di Bagno a Ripoli chiedo scusa ai cittadini di Grassina, perché probabilmente dovevo incatenarmi alla strada: purtroppo non è il mio stile e confido nella serietà e nella coerenza degli altri. Dovrebbero essere altri a chiedere scusa ma lo faccio io. E' indecente, anche se siamo vicinissimi all'apertura dei lavori, che in tutti questi anni ci siano stati questi ritardi: alcuni connaturati all'appalto, ma altri perché la Provincia non ha avuto intensità e convinzione. Anche adesso”.

     

    Lei si è esposto molto per Francesco Casini durante le primarie: qualcuno ha detto anche troppo…

    “Io la valuto come un elemento di grande trasparenza e nitidezza. Alla domanda di tantissimi cittadini su che cosa ne pensavo, io non potevo sottrarmi. E indubbiamente ero in grado di dare una valutazione su persone che hanno collaborato con me per dieci anni: li ho conosciuti bene entrambi. Non ho valutato le persone (che rispetto e a cui voglio bene), io ho dato una valutazione (lo facevo anche da professore) quando me lo chiedevano. Anziché dirlo in un orecchio ho deciso di dirlo in maniera trasparente. Non è che uno è da 2 e uno da 10: ma ho detto che vedevo in Francesco Casini la persona più adatta a fare il sindaco. Era anche una mia responsabilità: dopo che ho detto la mia, con grande equilibrio, non ho partecipato alla campagna per le primarie”.

     

    Come vede le prossime amministrative con 5 (forse 6) candidati? Casini rischia di finire al ballottaggio?

    “Quello che noto è un grande frastagliamento e sfarinamento delle forze politiche e dell'elettorato. Quello che mi preoccupa di più è il forte astensionismo che si rischia di avere. Il moltiplicarsi delle liste potrebbe apparire come un miglioramento dell'offerta politica, ma se non ci sono contenuti il miglioramento è solo apparente. Se si ha invece un indebolimento dei contenuti, e quindi una sfiducia, non si va da nessuna parte. Con tutte queste liste diversi non avranno i loro rappresentanti in consiglio comunale, e quindi sarebbero state auspicabili della aggregazioni”.

     

    Ma se Casini non vincesse al primo turno sarebbe una sconfitta?

    “Intanto penso che ce la possa fare, bisogna vedere come si sviluppa la campagna elettorale. Ma è una figura che, pur giovane, ha fatto già esperienza politica e amministrativa; ha un'impostazione che può reggere, può assumersi una responsabilità così importante e significativa. C'è una coalizione con altri soggetti politici che si richiamano al centrosinistra (Sel e Psi), quindi si va anche oltre lo stesso Pd. Invito i cittadini a dare un voto utile, quale esso sia…”.

     

    Ma allora cosa farà Luciano Bartolini dal 26 maggio?

    "Intanto mi riposerò, farò dei viaggi: sono in pensione dopo 39 anni di contributi. E poi mi guardo intorno: ho tante persone che mi hanno chiesto di andare a lavorare con loro. Nel privato prevalentemente; tante associazioni mi hanno chiesto di collaborare con loro. Sicuramente, visto che la politica è la mia passione, continuerò a farla. Come ho fatto fino al 2004, nel tempo libero. Sono molto sereno e pronto a cogliere delle novità, che non necessariamente possono provenire dalla politica. Dopo di che non dipende solo da me, ma anche dalle persone con cui sono stato a contatto negli anni. Sceglierò con calma, non necessariamente una cosa sola: con gusto e piacere di fare certe cose".

    di Matteo Pucci

    © RIPRODUZIONE RISERVATA

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